Basso Mendrisiotto

Richiedenti l'asilo, «evitare di cercare alloggi in un Distretto già sollecitato»

La Segreteria di Stato della migrazione stima un «forte aumento» del numero di migranti nei prossimi mesi e reclama ulteriori posti letto – Si pensa a possibili soluzioni, ma «proteggendo la fascia di confine»
Secondo le previsioni della SEM, la situazione diventerà «critica» tra agosto e novembre. © CdT/Chiara Zocchetti
Valentina Coda
23.06.2023 06:00

Più che allarmismo, c’è chi suggerisce la parola lungimiranza. Quindi tenere d’occhio la situazione, inquadrarla, organizzarsi per tempo e giungere al momento del bisogno pronti e attrezzati. Bene, stando alle analisi della Segreteria di Stato della migrazione (SEM), attualmente ci sono ancora riserve per ospitare i richiedenti l’asilo nei centri federali. E questa è una buona notizia, perché vuol dire che la pressione migratoria nel Basso Mendrisiotto non sta mettendo a dura prova la ricettività. In futuro, però, non si sa. «Se le previsioni dovessero avverarsi (e c’è motivo di credere che sarà così) – rileva la SEM –, la situazione diventerà critica in autunno e avremo bisogno di ulteriori posti». In aggiunta, «la SEM non potrà più utilizzare alcun alloggio messo temporaneamente a disposizione dall’esercito entro la fine dell’anno» e «il Parlamento (federale, ndr) ha deciso di non stanziare un budget per la creazione di ulteriori posti di alloggio, nonostante le previsioni di forte aumento del numero di richiedenti l’asilo per l’autunno». E qui entra in gioco la lungimiranza. Che fare, ora?

Solo una mano alzata

Prima di tutto: vista la forte richiesta di alloggi, lo scorso novembre l’Ufficio dei richiedenti l’asilo e dei rifugiati aveva iniziato a condurre ricerche a tappeto sul territorio cantonale per individuare strutture che si prestassero a questo tipo di accoglienza. Da qui, il Cantone e la Croce Rossa avevano spedito, per il tramite della Sezione enti locali, una comunicazione a tutti i Comuni al fine di segnalare strutture libere. L’unico che si era fatto avanti, per il Mendrisiotto, è stato Novazzano, che avrebbe messo a disposizione l’impianto della protezione civile. Con il passare dei mesi, altri Comuni hanno alzato la mano? No. «La ricerca a tappeto continua, piuttosto ci muoviamo in modo puntuale quando individuiamo un alloggio che può andare bene e in quel momento contattiamo il Comune – spiega Cristina Oberholzer Casartelli, responsabile della Sezione del sostegno sociale –. Al momento non si è fatto avanti nessun altro, ma c’è anche da dire che cerchiamo di proteggere il Basso Mendrisiotto nella misura in cui è già abbastanza sollecitato dai centri federali».

Gli fa eco il capo della Sezione del militare e della protezione della popolazione, Ryan Pedevilla, che avanza anche papabili soluzioni: «In questo momento non andrei a cercare delle risorse in una fascia di confine già sollecitata – annota –. Le porte di accesso dei migranti non devono essere sature per motivi amministrativi, ma devono essere disponibili per far fronte a situazioni straordinarie. La problematica, in questo caso, è legata alle richieste d’asilo e alle riammissioni». A proposito di questo, Pedevilla rileva che la SEM «potrebbe applicare il principio che aveva utilizzato lo scorso marzo con l’attribuzione anticipata dei richiedenti l’asilo (quelli che non hanno ancora ricevuto una decisione in merito e intanto è cresciuta in giudicato)». Tradotto: i richiedenti l’asilo restano nel centro finché la domanda non viene evasa.

Adesso, invece, «una persona che presenta una domanda d'asilo, ad esempio, al Centro federale di Chiasso, può essere ospitata in un'altra regione della Svizzera mentre la sua domanda è in fase di trattamento. Questo per garantire che i richiedenti l’asilo siano distribuiti equamente tra le regioni», ci spiega la SEM. In alternativa, «si potrebbe ripescare una soluzione applicata nel 2015, ovvero quella del famoso business delle pensioni (strutture alternative)», rileva ancora Pedevilla. In buona sostanza, ci si potrebbe appoggiare al settore privato se la situazione, come ipotizzato dalla SEM, dovesse diventare critica. Puntare sui privati, in verità, è già una delle possibilità contenute proprio nella comunicazione spedita da Cantone e Croce Rossa ai Comuni. Le previsioni della SEM, però, parlano chiaro: è stato stimato come scenario «medio», ovvero quello più probabile, 27.000 nuove domande (con un margine di errore nella stima di più o meno 3.000 unità), mentre nel peggiore dei casi, «quasi altrettanto probabile», sarebbero 35.000 (con un margine di errore di 5.000 unità).

Al lavoro

In seguito alla decisione del Parlamento di «chiudere i rubinetti», una prima reazione è arrivata dallo Stato maggiore Asilo. «Un gruppo di lavoro sta esaminando, con i rappresentanti dei Cantoni e dell'esercito, dove si potrebbero trovare alloggi aggiuntivi da utilizzare per la SEM».

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