Riesplode l'«affaire Cerutti»
A Mendrisio è di nuovo «affaire Cerutti». Il presunto comportamento inadeguato del municipale (ora in carica UDC, prima PLR) è infatti prepotentemente tornato d’attualità oggi, dopo l’invio di due lettere aperte firmate dal gruppo PLR in Consiglio comunale di Mendrisio e da l’Alternativa. Al centro dei loro scritti le affermazioni di Massimo Cerutti nel corso (e dopo) la seduta di consiglio Comunale di lunedì scorso.
«L’episodio ha sorpreso e amareggiato un po’ tutti», scrive il PLR sottolineando che «stigmatizza» le dichiarazioni di Cerutti, peraltro ribadite anche il giorno successivo alla seduta ai microfoni di un giornalista televisivo. «In particolare non possono essere accettati riferimenti alla vita personale e privata, alla salute, e in generale a realtà estranee alla vita politico-privata dei presenti». «Si tratta di un atteggiamento che rappresenta una mancanza di rispetto e un’offesa verso le più alte istituzioni democratiche delle Città», gli fa eco l’Alternativa nel suo scritto. Uno scritto quest’ultimo che mette l’accento anche sulle «informazioni false» fornite dal municipale. Per i firmatari Cerutti avrebbe infatti mentito perché le persone contattate telefonicamente prima della seduta sono ben più di una sola, ammessa dal municipale. «Ben tre solo del nostro gruppo», scrive l’Alternativa. «Alcuni anche appartenenti al nostro gruppo», scrive il PLR. «Inaccettabili, inoltre – aggiungono i rossoverdi –, le non troppo velate minacce pronunciate nell’intervista, quando è stato detto che la mancata nomina potrebbe avere conseguenze negative sull’andamento della legislatura».
Cos'è successo?
Ma cosa è accaduto lunedì scorso? Il Legislativo mendrisiense al momento di nominare due rappresentanti nel CdA della Società Teleriscaldamento si è «incagliato». Tra i candidati proposti dal Municipio c’era infatti anche Cerutti - ex capodicastero AIM sollevato dall’incarico dopo la polemica relativa al trapasso delle reti AIL – e l’oggi responsabile del Dicastero Formazione e Servizi di accudimento si è reso protagonista di un intervento che ha fatto vociferare parecchio la sala. Al momento di motivare la propria candidatura e il proprio desiderio di far parte del progetto sul teleriscaldamento ha parlato di (presunti) problemi di salute durante l’infanzia di un consigliere comunale. E lo ha fatto nel tentativo di giustificare una telefonata fatta proprio a quel consigliere comunale per «sponsorizzare» la sua candidatura. Visto che i candidati erano tre e i posti nel CdA soltanto due, il Legislativo ha infatti dovuto votare, con scrutinio segreto. Per la cronaca, a restare tagliato fuori, è stato proprio Cerutti.
I due gruppi chiedono ora al Municipio di «vigilare affinché episodi di questo genere non si ripetano e di intervenire tempestivamente nel caso si verificassero ulteriori derive», così l’Alternativa, e di accertarsi «che il municipale Massimo Cerutti si attenga rigorosamente ai fatti e non alle opinioni e che soprattutto non ometta informazioni utili ai presenti per prendere decisioni». La conclusione del PLR? «Il rapporto di fiducia tra Legislativo e municipale è nuovamente compromesso».