Ristorni dei frontalieri, i Comuni di confine tirano un sospiro di sollievo

L’Associazione Comuni italiani di frontiera (ACIF) e i piccoli paesi di confine che sarebbero rimasti penalizzati possono tirare un sospiro di sollievo: i ristorni dei frontalieri non si toccano. La Commissione del bilancio della Camera italiana ha infatti approvato un subemendamento alla Legge di Bilancio 2025 presentato dai deputati Andrea Pellicini (FdI), Stefano Candiani (Lega) e Andrea Mascaretti (FdI) che va a salvaguardare le finanze dei Comuni di confine.
Il subemendamento in questione, di fatto, permetterà ai Comuni con popolazione fino a 15 mila abitanti con una percentuale di frontalieri superiore al 3% rispetto al numero complessivo di residenti di continuare a beneficiare dei contributi che ogni anno il Ministero delle Finanze italiano assegna in base alle trattenute alla fonte in Svizzera dei lavoratori frontalieri.
Venerdì 13 dicembre era stato proposto un emendamento alla manovra con cui il Governo italiano chiedeva di aumentare il rapporto tra numero di frontalieri e popolazione residente dal 3% al 4%. Una misura che aveva subito suscitato il malcontento dell’ACIF e di diversi politici, in quanto numerosi Comuni avrebbero perso centinaia di migliaia di euro di entrate legate ai contributi dei frontalieri.
«È stato un lavoro corale per il quale ringrazio i miei colleghi in Commissione bilancio Mascaretti e Tremaglia, nonché il deputato della Lega Stefano Candiani», ha dichiarato il luinese Andrea Pellicini, aggiungendo che: «Grazie a questo emendamento, circa una ventina di piccoli Comuni delle province di Varese e Como riusciranno a chiudere i bilanci percependo una media di 300 mila euro ciascuno anche per il 2025». Soddisfazione anche per i parlamentari varesotti Candiani e Mascaretti, che hanno dichiarato: «Ne abbiamo parlato al ministro Giancarlo Giorgetti, che ringraziamo, perché ha condiviso l'emendamento, è fondamentale che siano preservate le risorse trasferite ai nostri Comuni più piccoli».
Le città di oltre 15 mila abitanti non beneficeranno dei fondi provenienti dai ristorni. I fondi, in questo caso, andranno a finire nelle casse delle Province, per esser poi ridistribuiti in base a progetti e interventi sul territorio.