Roberto Badaracco: «Jörg rappresentava Lugano, faremo qualcosa in suo onore»
Roberto Badaracco, vicesindaco di Lugano nonché titolare del Dicastero cultura, sport ed eventi, stenta quasi a crederci. «È una notizia davvero inaspettata» afferma quando lo raggiungiamo al telefono. Già, eravamo tutti abituati a vedere e ammirare Jörg per le vie del centro cittadino. Mai ci saremmo immaginati di dover riferire della sua morte. Una morte che, sui social, ha generato una marea di commenti. «Era diventato un simbolo, sì» prosegue Badaracco. «Una presenza fissa. Tutti, quando si parlava di Jörg o del Barbarossa, sapevano chi fosse. E lui, beh, incarnava bene questo spirito di libertà, anche vacanziero se vogliamo. Da tempo libero. Tant’è che con la sua musica incantava pure i turisti. Era bello incontrarlo e sarà strano non incrociarlo più. Portava un’atmosfera gioiosa».
In una Lugano che corre, veloce, verso il futuro e che ogni tanto sembra non sapersi godere la vita, Jörg rappresentava quasi l’eccezione. «Era uno dei pochi artisti di strada veri di Lugano» afferma il nostro interlocutore. «Al di là di quelli che portiamo noi, come Città, con il Buskers. Ma Jörg, davvero, era una persona di cuore, portava buonumore. E credetemi, è raro trovare tutta questa apertura e tutta questa umanità in una sola persona. Dispensava sorrisi. A tutti. E il suo obiettivo non era certo raccogliere qualche soldino qua e là, ma creare una bella atmosfera e contribuire all’immagine della Città». Badaracco ricorda altresì la collaborazione, risalente al 2018, per la Festa d’autunno: «Era diventato un personaggio così iconico che, per quell’occasione, pensammo di coinvolgerlo. E fu una cosa bella. In quel modo, per certi versi, istituzionalizzammo la sua figura. A ben vedere, d’altro canto, Jörg rappresentava la Città».
Detto che, in queste ore, c’è chi ha chiesto che a Jörg venga dedicata una piazza o che venga eretta una statua in suo onore, a Badaracco, infine, chiediamo se il Municipio o il Dicastero cultura, sport ed eventi organizzeranno qualcosa di speciale per commemorare l’organettista più famoso del Ticino: «Sì, penso che organizzeremo qualcosa per lui. Di certo, una persona come lui mancherà tantissimo durante il periodo natalizio. Proprio perché era una presenza fissa. Costante». A maggior ragione dopo l’incidente con una boutique di via Nassa, che nel 2014 lo cacciò senza troppi complimenti perché riteneva non fosse positivo per gli affari avere un artista di strada davanti a un marchio di lusso. «Con quell’episodio, poi risolto grazie anche all’intervento del sindaco Marco Borradori, la sua notorietà crebbe e pure parecchio. Ci fu un forte moto di solidarietà nei suoi confronti, a dimostrazione di quanto fosse amato. E a dimostrazione che, a Lugano, puoi integrarti senza problemi anche venendo da fuori: lui, infatti, era tedesco di origine».