Processo

«Sapevano di poter ammazzare qualcuno fuori dal Maghetti»

Condannati per tentato omicidio intenzionale i quattro uomini a processo per la rissa con accoltellamento avvenuta il 21 ottobre 2017 davanti alla discoteca Blu Martini a Lugano
(Foto Rescue Media)
Chiara Nacaroglu
12.04.2019 18:02

LUGANO - «È stato tentato omicidio intenzionale». Quattro anni di carcere per il 24.enne svizzero di origine serba, 4 anni per il 24.enne boliviano, 5 anni e l’espulsione per sette anni per il 26.enne cubano e 24 mesi sospesi con la condizionale per il 46.enne cubano. Queste le pene inflitte dal presidente della corte delle Assise criminali, Mauro Ermani, nei confronti dei quattro uomini a processo per la rissa con accoltellamento avvenuto il 21 ottobre 2017 davanti alla discoteca Blu Martini, fuori dal Quartiere Maghetti a Lugano. Parecchia l’emozione nell’aula di palazzo di giustizia, affollata da parenti e amici degli imputati. «Atti pericolosi e senza scrupoli», così il giudice ha definito quanto compiuto dagli imputati che «hanno organizzato una vera e propria spedizione punitiva nella quale sapevano che avrebbero potuto ammazzare qualcuno».

Ermani ha riconosciuto il capo d’accusa principale di tentato omicidio intenzionale proposto insieme alla rissa dal procuratore pubblico Moreno Capella che, ieri, aveva chiesto pene detentive da espiare dai 5 a un massimo di 6 anni e mezzo e l’espulsione dalla Svizzera per 10 anni per i tre stranieri. Le difese avevano invece respinto l’accusa di tentato omicidio intenzionale chiedendo cospicue riduzioni di pena (un massimo di 3 anni parzialmente sospesi). L’avvocato del 46.enne cubano (esecutore materiale delle coltellate) aveva invece chiesto il proscioglimento da tutte le accuse sostenendo che il suo assistito ha agito per legittima difesa. Per lui il giudice ha riconosciuto l’estraneità ai piani organizzativi della rissa condannandolo per tentato omicidio intenzionale per eccesso di legittima difesa: «Era venuto a Lugano per fare serata - ha detto Ermani - ha usato il coltello per difendere se stesso e i suoi amici quando questi sono stati attaccati».

A dare il la alla rissa, una sfida tra la banda degli imputati e quella albanese, è stato il desiderio di vendicare il fratello gemello del 24.enne svizzero, malmenato dagli albanesi una settimana prima. Quella notte dagli insulti si era passati velocemente alle vie di fatto con pugni, bottigliate e alla fine coltellate che avevano mandato all’ospedale tre individui (il cittadino svizzero condannato oggi e due albanesi) feriti più o meno gravemente. Durante la rissa era pure spuntata una pistola, trovata dagli inquirenti con un colpo in canna e cinque proiettili nel caricatore in un secondo momento poiché sotterrata in zona Penz a Chiasso.

Ieri gli imputati – tutti si sono mostrati pentiti – avevano chiesto scusa ai luganesi, alle forze dell’ordine e ai negozianti del Maghetti per i disagi arrecati con il loro agire.