Scattano le manette per il re delle truffe Proto

COMO (aggiornato alle 11.25) - Già noto alla stampa italiana e nostrana per aver millantato affari immobiliari con personaggi di fama mondiale e tentativi di scalate ad imprese di primo piano, nel 2013 era stato indagato dalla Procura di Milano e poi arrestato per manipolazione del mercato ed ostacolo alle attività degli organi di vigilanza, a renderlo noto sono le stesse autorità italiane. Oggi, i finanzieri del comando provinciale di Como hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 44.enne milanese, residente in Svizzera fino al divieto d’entrata emesso nel 2017, Alessandro Proto già gravato da diversi precedenti penali per truffa e violazioni finanziarie, riferiscono le forze dell’ordine italiane.
I fatti
Nei primi mesi di quest’anno la Guardia di finanza ha passato al setaccio i suoi conti, dopo aver raccolto numerosi elementi di sospetto in merito a svariati prelevamenti effettuati in contanti in uffici postali della città, tra i quali quello ubicato all’interno del Palazzo di giustizia.
Successivamente è arrivata la denuncia di una donna, vittima di una truffa subìta dall’uomo che, sfruttando le sue critiche condizioni di salute (la donna sarebbe malata di cancro), era riuscito ad appropriarsi di circa 130.000 euro. La vicenda è stata resa pubblica nell’ambito di una inchiesta andata in onda nella trasmissione Le Iene lo scorso 30 aprile. Anna, questo il nome della donna truffata, aveva raccontato: «con bugie su figli morti e in clinica mi ha spillato 130.000 euro». La donna aveva detto di aver incontrato Proto sulle reti sociali quando lui aveva finto di avere una figlia morta a cui non riusciva a pagare le spese del funerale e un figlio in clinica psichiatrica. «Sono caduta in un baratro fatto prima di pressanti richieste di denaro e poi di minacce legali a me e ai miei cari», aveva raccontato.
Gli approfondimenti investigativi svolti al riguardo hanno consentito alle forze dell’ordine di accertare la fondatezza di quanto segnalato dalla donna, di ricostruire i dettagli della vicenda truffaldina e di raccogliere numerosi riscontri probatori. La donna, raggirata dalle condotte spregiudicate e dai racconti manipolatori messi in atto da Proto, gli ha infatti consegnato, a più riprese, la cifra complessiva di 130.000 euro iniziando con un prestito iniziale di circa 900 euro ed assecondando, progressivamente, le successive richieste, trovandosi in uno stato di grave fragilità emotiva.
Le ricostruzioni finanziarie svolte dal nucleo di Como consentono di accertare come Proto avesse, nel tempo, trasferito il denaro ottenuto dalla donna in attività speculative su conti di gioco online, al fine di mascherarne la provenienza.
I trascorsi con i VIP
Già arrestato in passato oltre confine per truffa, manipolazione dei mercati e ostacolo alle autorità di vigilanza, in Ticino era stata aperta un’inchiesta nei confronti di Proto per riciclaggio di denaro sfociato in truffa. Un procedimento penale, quindi, per riciclaggio e, a seguito di una denuncia, era stato poi avviato anche un ulteriore procedimento penale per truffa a danno di clienti di una società a lui riconducibile. Nel 2015, per il 44.enne è però stato firmato un decreto di abbandono e questo perché per i fatti relativi alla denuncia, l’uomo era già stato condannato due anni prima in Italia. Qualche anno fa si parlò di un suo interessamento al Centro Ovale di Chiasso.
Il nome di Proto è diventato famoso in Svizzera e in Italia dopo aver inanellato una serie di bufale giornalistiche pubblicate addirittura dal New York Post. Alla stampa internazionale Proto ha fatto credere di aver trattato con Clooney la vendita di Villa Oleandra, risultata poi falsa, per proseguire in una escalation di notizie, anch’esse smentite di compra vendite (mai avvenute) di ville di vip del calibro di Johnny Deep o Brad Pitt. Il tutto seguito da presunte scalate a Benetton, al Parma e culminate con l’acquisto di una squadra di calcio con Donald Trump, pubblicato sul New York Post.
Il suo nome era stato fatto anche nell’ambito della notizia, poi rivelatasi infondata, che vedeva il produttore americano Harvey Weinstein - il re di Hollywood protagonista dello scandalo delle molestie - intenzionato a stabilirsi a Lugano.