«Scoprire l’arte con gli amici»: il lavoro dei testimoni culturali

Una giornata al Museo di Villa dei Cedri a Bellinzona, in compagnia di un amico. Ma non una giornata qualunque. Parliamo di un momento conviviale, di scoperta e condivisione, con l’arte come fil rouge. È quanto si ripromette di fare il nuovo progetto che mira a coinvolgere delle persone facendole diventare «testimoni culturali » per guidare le visite al museo in una cornice informale e senza nessun tecnicismo. Abbiamo approfondito la questione insieme a Carole Haensler, direttrice dei Musei svizzeri e, dal 2013, alla guida di Villa dei Cedri.
Prendere per mano
Innanzitutto chi sono e che cosa fanno i testimoni culturali? «Si tratta di persone che faranno da guida al museo senza una formazione artistica ma con la voglia di far scoprire mostre, eventi, la villa e il suo parco ad amici e conoscenti. Il tutto attraverso il dialogo», spiega la direttrice. «L’idea è quella di coinvolgere persone interessate al museo, che già lo visitano, e di portare loro amici o conoscenti, che altrimenti non ci verrebbero. Persone con le quali ci fa piacere trascorrere un momento insieme, bevendo un caffè e visitando una mostra o il parco di Villa dei Cedri». I testimoni culturali racconteranno così ai loro ospiti come vivono e percepiscono quella determinata mostra, facendogliela conoscere. «Non bisogna essere specialisti e avere studiato storia dell’arte, lo scopo è proprio quello di spiegare cosa ispira un’esposizione, che cosa ci racconta. Non esiste giusto o sbagliato». Insomma, si punta a far vivere l’essenza soggettiva dell’arte, rendendola semplice e accessibile. «Come dovrebbe sempre essere», precisa Carole Haensler. Che spiega come si stia lavorando per riuscire a togliere questa ‘aura di sacralità’ che i musei trasmettono sempre un po’, «soprattutto Villa dei Cedri che, essendo una vera e propria villa, dà quasi l’impressione di entrare in una casa privata e questo può far desistere».
Dalle rive del Lemano
Alla base del nuovo progetto ci sono dunque inclusione, partecipazione, volontariato e mediazione culturale. Oltre alla volontà di togliere al museo l’aura di luogo destinato ai soli specialisti dell’arte, c’è anche un aspetto sociale, prosegue la nostra interlocutrice, per far vivere il museo come luogo di incontro, conoscenza e condivisione di un’esperienza, grazie a una persona amica che ci guida. «Un modo anche per lottare contro la solitudine che è sempre più diffusa nella società moderna». Il progetto dei testimoni culturali è nato dieci anni fa a Losanna al Musée cantonal des beaux-arts, ed è chiamato Passeuses et passeurs de culture. «Questa è la prima volta che qualcuno decide di replicarlo », spiega Haensler. «Siamo la prima istituzione interessata a riprodurre questo modello che a Losanna è ormai consolidato e di successo, con oltre 1.000 persone invitate dai testimoni culturali». L’idea, inoltre, è molto semplice e poco costosa. «Ed è un modo di impegnarsi nella vita sociale attorno al museo, cercando di avvicinare la popolazione. Anche a Losanna si era partiti con la stessa idea: l’arte è soggettiva e ognuno può portare il proprio bagaglio di esperienza e la sua storia personale nell’interpretazione, leggendoci qualcosa che l’altra persona magari non vede. Basti pensare che anche il linguaggio dei colori non ha lo stesso significato in tutti i Paesi».
La prima tappa
La serata d’incontro con gli aspiranti testimoni culturali è stata organizzata lo scorso mercoledì a Villa dei Cedri. Una prima tappa necessaria per spiegare il progetto che include anche degli aspetti più formali, come un vero e proprio contratto, spiega Carole Haensler. «Non è richiesto nessun tipo di preparazione o di formazione, i testimoni culturali non dovranno fornire indicazioni tecniche sulle opere, ma semplicemente raccontare al loro compagno di viaggio che cosa ne pensano, anche se non hanno apprezzato una determinata opera. È un’iniziativa per sentire che cosa ne pensa la gente. Per ora siamo in una fase di test, chi ci confermerà la sua disponibilità sarà coinvolto nella mostra d’autunno che sarà inaugurata il 13 settembre, dove si potrà fare una prova di visita guidata. Poi a fine novembre ci troveremo per i riscontri e per aggiustare il progetto e ufficialmente partiremo con il primo gruppo di ambasciatori da gennaio 2025».