Scorre ancora il sangue
Una pistola che spara, il sangue che scorre, una vita appesa a un filo. Di nuovo. Cambiano i protagonisti, cambiano i luoghi, cambia il movente, ma non cambia l’effetto: a due settimane dal dramma che si è consumato fra Stabio e Cantello, il nostro cantone è tornato a essere teatro di una violenza portata all’estremo. È successo ad Agno, dove un uomo ha ferito gravemente un ragazzo a colpi d’arma da fuoco. Poche ore dopo è stato arrestato, mentre la sua vittima si trova sospesa fra la vita e la morte. Mentre scriviamo queste righe, le condizioni del giovane erano sempre gravissime. Le ragioni dell’accaduto, per ora, restano avvolte nel mistero.
Il blitz in Val Mara
Le prime avvisaglie che fosse successo, o che stesse per succedere qualcosa di grave sono arrivate poco dopo le due del pomeriggio, quando ci è stato segnalato che era in corso una grossa operazione di polizia tra Rovio e Arogno. Un testimone oculare ha raccontato che nel posteggio sotto la chiesa parrocchiale si sono riuniti diversi agenti arrivati sul posto con le loro auto private. Fra loro spiccava la presenza di poliziotti in tenuta mimetica dotati di protezioni antiproiettile, casco, scudo e mitraglietta. C’erano anche i cani dell’unità cinofila: collaboratori preziosi quando si è alla ricerca di qualcuno. Dopo un breve conciliabolo per mettere a punto gli ultimi dettagli dell’operazione, sono partiti in direzione di Arogno. Nelle ore successive, il servizio di comunicazione della Polizia cantonale ha fugato gli ultimi dubbi: non si trattava – come si poteva anche pensare – di un’esercitazione.
L’allarme alle 10
A spiegare tutto, o quasi, è stata la nota ufficiale inviata dal Ministero pubblico e dalla Cantonale attorno alle 20. «Fatto di sangue nel Luganese». È cominciato tutto poco dopo le 10 di mattina, quando alla Centrale Comune d’Allarme è stata segnalata la presenza di un ragazzo ferito in via Aeroporto, la stradina che dalla cantonale costeggia il perimetro dello scalo verso nordest. La vittima, «che ha riportato una grave ferita da arma da fuoco tale da metterne in pericolo la vita», è stata trovata nella zona del passaggio a livello, come ci hanno riferito più persone che sono passate di là in mattinata e hanno visto gli uomini della Scientifica impegnati nei rilievi di rito. Si tratta di un ventiduenne svizzero domiciliato nel Luganese.
L’hanno preso a casa
L’operazione è scattata immediatamente, e in poche ore ha dato i suoi frutti. «Gli accertamenti d'inchiesta effettuati e il dispositivo di ricerca messo in atto con il supporto della Polizia Città di Lugano, della Polizia Città di Mendrisio e della Polizia Malcantone Est – recita sempre il comunicato delle autorità – hanno portato all’arresto del presunto autore: si tratta di un quarantanovenne svizzero domiciliato nella regione».
Gli agenti della Cantonale lo hanno fermato «al suo domicilio». La nota ufficiale non dà indicazioni geografiche precise, ma quanto successo a inizio pomeriggio fra Rovio e Arogno e il coinvolgimento della Polizia di Mendrisio, che è competente per il territorio della Val Mara, tracciano una linea abbastanza chiara fra i due avvenimenti.
Ma perché?
Si è ovviamente messa in moto anche la macchina della giustizia, con le indagini che sono state affidate alla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo. L’ipotesi di reato nei confronti del quarantanovenne è quella di tentato assassinio – o perlomeno di omicidio – come pure d’infrazione alla Legge federale sulle armi. Il lavoro degli inquirenti prosegue «con l'obiettivo di stabilire dinamica e movente di quanto avvenuto».
«Al momento – conclude la comunicazione di Ministero pubblico e Polizia cantonale – non saranno rilasciate ulteriori informazioni». Sono ancora tante le domande aperte. Troppe.