«Se resterò in politica non sarà con il PPD»

Che ad essere estromesso dalla lista del PPD per il Municipio di Lugano fosse proprio il nome di Sara Beretta Piccoli non se lo aspettava nessuno. Quattro anni fa si era piazzata seconda nella corsa al Municipio, dietro al municipale in carica Angelo Jelmini (con 3.388 voti), ed era stata la più votata in Consiglio comunale (con 4.009 preferenze). «Non me lo aspettavo neanch’io - dice la diretta interessata - sono rimasta molto delusa». Venerdì scorso, lo ricordiamo, l’assemblea dei popolari democratici di Lugano ha lasciato fuori dalla rosa dei candidati Beretta Piccoli, preferendole gli altri cinque nomi proposti dalla Commissione cerca (Michel Tricarico, Lorenzo Beretta Piccoli, Laura Tarchini, Lorenzo Pianezzi e Benedetta Bianchetti) e la granconsigliera Nadia Ghisolfi, proposta all’assemblea da Renato Fumagalli di Pambio-Noranco (il settimo è Stefano Dias degli alleati Verdi Liberali). «Secondo me - dice Beretta Piccoli - la commissione cerca ha fatto un’analisi ponderata di chi doveva rappresentare la città escludendo Ghisolfi che, oggettivamente, non è rappresentativa (Ghisolfi abita a Lugano da pochi mesi, ndr.). Se sia stato o no un errore escluderla dalla lista è discutibile, ma la realtà è che io non ho preso voti e non è certo colpa di Ghisolfi: come lei sono stati votati anche gli altri cinque».


Il numero delle preferenze non è stato reso noto. Stando a nostre informazioni, però, lo scarto tra Beretta Piccoli e gli altri sarebbe ampio. «Ognuno ha guardato al proprio orticello, gli altri si sono organizzati per essere eletti dall’assemblea e io sono rimasta con nulla in mano» sottolinea.

A dirsi molto dispiaciuto dell’esito della votazione è stato anche l’ex presidente sezionale Angelo Petralli, che definisce Sara «una macchina da voti». «Che io faccia voti anche fuori dal partito è indubbio - dice la diretta interessata - e ora sono molto, molto arrabbiata. Non nascondo che questo risultato rischia di spaccare ancora di più il partito, ma io accetto la decisione democratica dell’assemblea e vado avanti». Ora la consigliera comunale dovrà decidere se continuare a fare politica e con chi (sembra infatti che non manchino offerte da altri schieramenti).


Quel che sembra probabile è che il suo futuro non sia nel PPD. «Se mi dovessi ripresentare in lista per il Legislativo verosimilmente non lo farò con la maglia dei popolari democratici», dice ancora ricordando un altro smacco subito dal partito. Dopo le comunali del 2016, infatti, Beretta Piccoli non era stata nominata né capogruppo e neppure vice nonostante avesse ottenuto più voti di tutti sulla lista del PPD per il Consiglio comunale, fosse prima subentrante in Municipio e sedesse in Gran Consiglio.

Il ribaltone nella lista per il Municipio è solo una delle scosse che sta attraversando il PPD cittadino. Dopo l’addio di Giovanni Albertini, che ha fondato il Movimento Ticino&Lavoro, e le dimissioni in polemica del presidente sezionale Angelo Petralli, anche il responsabile della comunicazione e della campagna elettorale Luca Campana ha lasciato l’Ufficio presidenziale. «Sono deluso, - ha detto - non voglio più fare parte delle faide interne al partito. Già dopo la batosta alle elezioni cantonali alla sezione è venuta a mancare una figura di riferimento, poi il presidente si è dimesso.... E il risultato si è visto in assemblea con la lista della commissione cerca, avallata dalla maggioranza dell’UP, che è stata sconfessata ai danni di Sara Beretta Piccoli». Come segnale di continuità è stato invece scelto il municipale uscente Angelo Jelmini quale presidente ad interim della sezione.