Sei anni di battaglie legali: «Via Vallera non si tocca»
Con ironia, via Vallera a Genestrerio – che scorre a pochi passi dal Laveggio – potrebbe essere ribattezzata via dei ricorsi. Oppure via delle opposizioni. In realtà, l’ironia lascia subito spazio ai (legittimi) interessi delle parti in causa. Da anni, infatti, è in corso una battaglia legale che ruota attorno al terreno su cui sorge l’ex grotto Valera. Da un lato vi sono i proprietari del terreno che vorrebbero realizzare diversi appartamenti. Dall’altro ci sono i vicini di casa che si oppongono. Nel mezzo anche l’Associazione Cittadini per il territorio, fortemente intenzionata a «difendere» il fiume Laveggio e i suoi dintorni, forte anche degli sforzi profusi affinché si potesse realizzare (e così è stato) il Parco del Laveggio. E nel mezzo, se così vogliamo, ci sono pure le autorità cantonali e comunali che, in ultima analisi, dovranno emanare i preavvisi e decidere se concedere o meno la licenza edilizia. Ebbene, vicini – patrocinati dall’avvocato Gianluca Padlina – e «Cittadini» hanno nuovamente inoltrato opposizione anche all’ultimo tentativo di edificazione.
Il «no» della Città
La vicenda è articolata e inizia nell’ottobre del 2018 con la pubblicazione di una domanda di costruzione per la demolizione degli stabili esistenti e la realizzazione di cinque nuove palazzine residenziali con annessa autorimessa. Iniziativa contro la quale vengono interposte le prime opposizioni. Nel febbraio del 2023 l’istante pubblica una prima variante al progetto – sempre cinque palazzine con un numero totale di 43 appartamenti –, anch’essa avversata dagli opponenti (oltre ai già citati si sono aggiunti Pro Natura Ticino e il Consorzio depurazione acque Mendrisio e dintorni). Nel novembre del 2023 anche l’Ufficio delle domande di costruzione interpone ricorso forte dei pareri dell’Ufficio della natura e del paesaggio – il quale riteneva che il progetto non si inserisse correttamente nel paesaggio – e dell’Ufficio della pianificazione locale. Nell’aprile del 2024 arriva la decisione del Municipio di Mendrisio: diniego della licenza edilizia. Tra le motivazioni della mancata autorizzazione si sottolineano «importanti conflitti paesaggistici», oltre al fatto che «la densità eccessiva rispetto al contesto residenziale del comparto viene riproposta e l’intervento risulta tuttora insensibile al valore e alla forte connotazione naturalistica lungo il fiume».
Altro giro, altra giostra
Incassato il diniego, l’istante non ci sta e rielabora un’altra volta il progetto. Disegni che, meno di un mese fa, si traducono in una nuova domanda di costruzione. Non più cinque ma «quattro unità abitative intergenerazionali a risparmio energetico ecosostenibili» per un totale di 32 appartamenti, sempre con annessa autorimessa. E, a stretto giro di posta, non sono mancate le opposizioni, ancora una volta di vicini e Cittadini per il territorio. Nell’opposizione dei confinanti – assistiti dall’avvocato Padlina – si richiama, in sostanza, quanto già espresso in passato. In particolar modo si segnala che il Municipio di Mendrisio ha già indicato espressamente che i mappali interessati rientrano potenzialmente tra quelli interessati dalle strategie di riduzione del potenziale edificatorio. Inoltre, facendo riferimento allo spazio riservato alle acque (il vicino Laveggio), si menziona il fatto è vietata, anche se compatibile con le singole disposizioni di zona, la costruzione di edifici e impianti, sistemazioni del terreno nonché muri di cinta e di sostegno. Insomma, vi sarebbero ancora – per gli opponenti – palesi contrasti.
Più volte, nei vari dossier, è stato citato il fiume Laveggio. Corso d’acqua che, stando alle intenzioni cantonali e comunali, proprio in quell’area dovrebbe essere rinaturato e rivalorizzato. Già, «dovrebbe»: perché anche in questo caso il progetto è «fermo» a causa di cinque opposizioni. Quanto basta per dire che di quella zona si parlerà ancora.