Lugano

Semafori per i pedoni: adesso arriva il difficile

Gli esperti incaricati da Palazzo civico stanno cercando di favorire chi attraversa gli incroci più trafficati di Lugano e a volte deve attendere oltre un minuto per passare - L’ingegner Ferella Falda: «Non è facile, dobbiamo evitare di rallentare troppo la circolazione»
© CdT/ Chiara Zocchetti
Giuliano Gasperi
29.04.2022 06:00

Scena realmente accaduta a un incrocio di Lugano. Stufo di attendere il via libera dell’addetto al traffico per poter attraversare la strada, un pedone approfitta di un varco tra le auto e s’incammina sulla carreggiata – lo fate in tanti:siate sinceri. L’uomo col gilet arancione non la prende bene. «Ti dico io quando puoi andare!» tuona puntando il palmo della mano verso il passante. «Con i semafori aspettiamo una vita – replica lui –, se nemmeno quando ci siete voi si può avere un po’ di comprensione...». Lo scambio che segue non è da Nobel per la pace: ve lo risparmiamo. Il punto è che quel pedone, pur avendo sbagliato a buttarsi nel traffico, non aveva tutti i torti. A Lugano sono ancora diversi gli incroci che fanno perdere la pazienza a chi li deve attraversare a piedi. Lo avevamo constatato lo scorso gennaio, cronometro alla mano, in una passeggiata per le vie del centro. A certi semafori – qualche cifra nella scheda a lato – si aspetta troppo e la Città li sta riprogrammando.

Alla ricerca di «finestre»

Sulla «formazione» dei semafori problematici abbiamo fatto il punto con l’ingegner Mauro Ferella Falda, che si occupa del tema su incarico di Palazzo civico. «Più che di formazione, dovremmo parlare di miglioramento a favore dei pedoni – premette l’esperto – ricordandoci che se c’è un miglioramento per loro ci sarà un peggioramento per altri utenti della strada». Le auto, per citarne uno. In un articolo precedente l’avevamo battezzata la «regola della torta»: se qualcuno taglia una fetta più grossa, quelle degli altri saranno più piccole. Non fa una grinza, ma non possiamo ignorare il fatto che a Lugano, oggi, gran parte della torta vada al traffico motorizzato privato. Si riuscirà ad avere più equilibrio? «Diciamo che ci sono ancora possibilità di miglioramento – spiega Ferella Falda – e a certi incroci la situazione è già diventata più favorevole ai pedoni. Fra via Ginevra e via Pretorio, ad esempio, abbiamo inserito una ‘finestra’ in più per chi deve attraversare e raggiungere la fermata del bus. Prima capitava che aspettando il verde lo si perdesse». Il lavoro comunque non è finito. Anzi, adesso viene il difficile. «Fino ad oggi siamo intervenuti su incroci con un traffico limitato, ed era più facile favorire i pedoni. Ora ne abbiamo alcuni dove passano molti pedoni, ma anche tante auto. Per esempio tra via Balestra e via Pioda, di fronte al Liceo, tra via Balestra e corso Elvezia: assi impegnativi. Stiamo facendo delle simulazioni per capire se aggiungendo nuove ‘finestre’ per i pedoni la scorrevolezza del traffico non ne risentirà troppo, in particolare nelle ore di punta». Non è facile anche perché le modifiche a un incrocio si ripercuotono su quelli vicini. Una variabile in tal senso è la chiusura del lungolago. E se un domani dovesse diventare permanente, cosa succederebbe nel resto della città? «Per arrivarci bisogna ridurre il traffico, favorendo l’uso dei mezzi pubblici e la mobilità lenta. Lugano sta lavorando in questo senso e i risultati si vedono:il numero di utenti della TPL è in crescita e la quantità di veicoli in certe zone è diminuita. In altre, come in corso Elvezia, ci sono ancora criticità». La Città sta anche lavorando sul limite dei 30 all’ora che dopo il lungolago, dov’è diventato definitivo, potrebbe essere applicato ad altre strade.

A Zurigo è tutto chiaro

Ferella Falda chiude con una riflessione. «Noi tecnici lavoriamo su misure puntuali, ma la filosofia di fondo è la politica a definirla. A Zurigo, per esempio, la priorità viene data al tram, poi a bus e pedoni, poi alle bici e poi, per ultime alle auto, che non sono molto ‘gradite’ in centro»: poca torta per loro. Lugano sta cercando il suo equilibrio. «È un lavoro in continua evoluzione» constata l’ingegnere. A luglio, tra l’altro, saranno passati dieci anni dall’inaugurazione della galleria Vedeggio-Cassarate, che aveva aperto l’era del nuovo piano viario.

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Il semaforo più ostico era stato quello per attraversare via Pioda dalla Piccionaia all’hotel Zurigo, con un’attesa (se si arriva appena scatta il rosso e si aspetta per tutta la sua durata) di circa 82 secondi, seguito dall’impianto posizionato all’imbocco di via Balestra da viale Cassarate (lato sud) di fronte al quale avevamo aspettato 80 secondi. «Lunghi» anche i semafori fra via Balestra e via Pioda (78 secondi) e fra via Balestra e corso Elvezia (75). La Città, su consiglio di esperti, aveva fissato a 70 secondi il limite massimo per un’attesa accettabile.