Mercato

Sempre meno venditori ambulanti

L’anno scorso sono state rilasciate 50 autorizzazioni per partecipare alle fiere, quasi la metà rispetto al 2013 - Nel 2018 due le multe emanate - La testimonianza: «Le mie confetture sono genuine»
(Foto Archivio CdT)
Federica Galfetti
10.05.2019 06:00

Arrivano con le prime luci del giorno e gli occhi ancora impastati dal sonno. Subito iniziano a scaricare i furgoni e a disporre con cura la merce sulle bancarelle. Tante le varietà di fiori che riescono a vivacizzare la piazza del mercato, dove i venditori ambulanti propongono i frutti dei loro campi o dei laboratori di casa. Formaggini e salumi diventano subito protagonisti di queste mattine a cielo aperto, tra il vociare dei passanti e il trambusto dei ritardatari. Un tipo di commercio, quello itinerante, che sopravvive malgrado l’e-commerce e i supermercati con le loro tante promozioni. Ma com’è la vita dell’ambulante tra autorizzazioni e controlli d’igiene? «Lo scorso anno sono state rilasciate 50 autorizzazioni, nel 2017 erano 67 e quasi il doppio nel 2013» ci spiega il Servizio di autorizzazioni, commercio e giochi della Polizia cantonale. Per poi specificare: «Si tratta di normali fluttuazioni», quindi non indicative di una tendenza al ribasso. Eppure, secondo quanto ci racconta Silvia Guidi, una venditrice ambulante di Mendrisio, sono sempre meno i commercianti che popolano le piazze e le fiere in Ticino. «Si vende a fatica e la voglia di mollare a volte c’è, soprattutto tra chi lo fa di mestiere. Per me significa arrotondare la pensione, che è un po’ scarna». Guidi vende confetture di frutta, funghi e verdure sott’olio, il mercoledì mattina a Mendrisio e il venerdì a Chiasso. «Seguo in genere solo questi mercati, ma molti dei miei amici vanno fino in alto Ticino e li seguono tutti» ci spiega.

Il vicini di bancarella

A questo proposito le chiediamo come sono i rapporti con gli altri commercianti. «Mi trovo benissimo, sono dieci anni che faccio l’ambulante e ormai ci conosciamo tutti. Sono sempre pronti a darmi una mano, soprattutto se mi vedono affaticata. Sa signorina, ormai l’età avanza». E per avere una fotografia del suo mercato preferito, quello di Mendrisio, le chiediamo chi sono i suoi vicini di bancarella. «C’è un panettiere che ha il suo laboratorio e fa un pane buonissimo. Poi c’è chi vende le verdure bio e chi fa la polenta. E lui fa invidia a tutti perché prepara due pentoloni ogni volta e non avanza nulla» ci racconta con simpatia Guidi. E c’è anche chi prepara il pollo e le costine: «Ha il suo camioncino e insieme alla carne prepara anche le patatine, gustosissime» ci racconta, facendoci venire l’acquolina in bocca.

Tra nazionalità e permessi

Guidi ci dice che al mercato di Mendrisio i suoi colleghi sono prevalentemente abitanti della zona. A Chiasso invece ci sono diversi venditori provenienti dall’Italia. La Polizia cantonale rileva come oltre ai commercianti ticinesi e italiani vi siano anche alcuni spagnoli. E a questo proposito spiega che le autorizzazioni rilasciate sono diverse: «Ai venditori ambulanti residenti sul territorio viene rilasciata un’autorizzazione della durata di 5 anni, mentre a quelli provenienti dall’estero viene rilasciata un’autorizzazione di un anno, durante la quale possono svolgere il commercio ambulante per 90 giorni al massimo». Per quanto riguarda invece le differenti autorizzazioni, la Polizia aggiunge: «Il maggior numero di richieste concerne la vendita di prodotti alimentari confezionati (ticinesi o tipici della zona di provenienza del commerciante), prodotti artigianali, gioielli, frutta e verdura, nonché oggettistica in generale». Ma per disporre di una bancarella, bisogna pagare qualcosa? «A Mendrisio è tutto gratuito, anche il parcheggio. Ci danno un tesserino apposta. Il mercato – prosegue Guidi – è gestito dall’associazione degli ambulanti. A Chiasso invece è diverso, paghiamo 350 franchi all’anno e 5 franchi il parcheggio».

Contravvenzioni quasi azzerate

Ma come viene monitorato il settore? «I controlli sono di competenza della Polizia cantonale e delle polizie comunali e la frequenza dei controlli avviene in base alla pianificazione e alle esigenze di servizio» spiega ancora la Polizia. Per poi sottolineare: «Lo scorso anno vi è stata una forte diminuzione delle multe comminate. Dal 2015 sono stati emessi 48 decreti d’accusa (1 nel 2015, 17 nel 2016, 28 nel 2017 e 2 nel 2018) per aver esercitato il commercio ambulante senza la necessaria autorizzazione».

I guadagni e la clientela

Ma quello degli ambulanti può dirsi un business redditizio? «Dipende dalle giornate – ci risponde Guidi – a volte porto a casa 30 franchi, altre nulla. Però mi succede anche di vendere tutto e allora mi viene voglia di urlare dalla gioia!». Guidi ci racconta delle sue confetture e dei desideri della sua clientela più affezionata. «Ultimamente mi richiedono tanto la confettura con lo zenzero. Avevo preparato quella con il limone che era davvero una bomba. Anche quella con l’arancia è stata molto apprezzata. Ora è un po’ una moda, ma lo zenzero va proprio per la maggiore» ci dice. E tra quelle che sta preparando in questi giorni c’è quella di fragole: «Con un chilo di fragole, appena 300 grammi di zucchero e un po’ di pectina (per addensare) è uscita una confettura che sa davvero di fragola, a differenza di quelle in commercio. Quelle hanno mille ingredienti dentro e non sono così gustose. Le mie sono genuine. C’è un ragazzo che mi dice di non riuscire più a mangiare altre confetture e ogni settimana ne compra un barattolo, mi rende davvero felice saperlo». Guidi ci racconta che ora sta aspettando le albicocche del Vallese, una sua amica le porterà queste primizie a un buon prezzo. «Arrivano da un contadino e sono quelle fuori misura che nei negozi non vogliono, perché o troppo grandi o piccole. Per me vanno benissimo, le devo solo spolpare». Molti i gesti di gentilezza di chi la conosce per le sue conserve. «Una cliente che nel tempo è diventata amica mi ha anche disegnato delle nuove etichette, mi fanno tutti i complimenti, sono davvero belle» ci dice orgogliosa.

Le norme igieniche

Guidi ci spiega che si attiene alle norme indicatele dall’Ufficio di igiene di Bellinzona, «sono particolarmente sensibile al tema, anche perché ho lavorato 30 anni all’asilo e sono una maniaca della pulizia in cucina. L’igiene è fondamentale. Per esempio ho il terrore del botulino, sterilizzo all’eccesso per stare tranquilla».