La tendenza

Sempre più giovani usano lo snus, il tabacco da bocca diffuso nell'hockey

Il prodotto a base di nicotina aiuterebbe a rilassarsi, ma dà anche molta dipendenza: gli esperti si dividono – Abbiamo intervistato due giocatori
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Matteo Generali
29.08.2022 18:00

Piccole confezioni di tabacco da inserire in bocca: sono gli snus, utilizzati perlopiù dalle squadre di hockey. Di cosa si tratta? Gli snus sono bustine di circa un centimetro contenenti tabacco essiccato e poi umidificato. L’uso più comune consiste nel posizionarle in bocca tra il labbro e la gengiva superiore, e tenerle per un periodo di tempo che può variare da qualche minuto fino a diverse ore.

La nicotina, contenuta nel tabacco, finisce nel sangue e produce un doppio effetto di aumento della concentrazione e di riduzione dell’ansia. L’effetto si manifesta quasi immediatamente dopo aver posizionato lo snus sotto il labbro. Per uno sportivo può essere una forma di eccitante istantaneo: non una sostanza dopante ma comunque uno stimolante. Di quelli che non fanno bene, perché le controindicazioni sono notevoli: eccessiva sudorazione, gola e stomaco in fiamme, malessere e mal di testa. In Svizzera l’uso di snus è ormai diffuso e la sua vendita è legalizzata, a differenza dell’Unione Europea, che ne ha vietato il commercio nel 1992, sulla base di uno studio dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) effettuato nel 1985.  Stando alla ricerca, «l’uso di tabacco orale commercializzato nel Nord America e nell’Europa Occidentale è cancerogeno per gli esseri umani».

Nell’hockey svizzero

I campioni di urina indicano che almeno la metà dei giocatori di hockey in Svizzera lo usano regolarmente. «Alcuni giocatori e persino allenatori lo fanno da anni», afferma a SRF Jean-Claude Küttel, medico della squadra nazionale di hockey e dei Kloten Flyers. Sulla questione, l'esperto ha pareri contrastanti: «Ora fa parte dello sport e probabilmente non può essere annullato con un tratto di penna». Poiché la nicotina nello snus non viene ingerita, come avviene per il fumo, molti considerano il tabacco per via orale innocuo. Il rischio di cancro ai polmoni sarà effettivamente inferiore, ritiene Michael Bornstein della Clinica di chirurgia orale dell'Università di Berna, sempre a SRF, «ma ciò non significa che sia da consigliare e faccia bene alla salute».

La Svezia e le sue tradizioni

L’unico Paese europeo in cui è legalizzata la vendita del prodotto è la Svezia, in cui ormai l’utilizzo è una sorta di tradizione, equiparabile al grappino di fine pasto per noi ticinesi o alla birra durante le partite di calcio per gli inglesi. A proposito di Inghilterra, pure nel calcio d’Oltremanica, anche se sull’isola di sua Maestà la vendita di snus non è autorizzata, si sta diffondendo a macchia d’olio questa pratica, con immancabili polemiche tra allenatori ed esperti. Il tecnico del Sunderland, Lee Johnson, ha rilasciato alcune dichiarazioni sull’argomento ai microfoni di TalkSport «Dicono che dia una botta di entusiasmo. Non l’ho mai provato, ma avendo parlato con i calciatori la mia preoccupazione è che sia un qualcosa che dà talmente dipendenza che possa diventare il pensiero principale del cervello, il che la rende pericolosa». Il tecnico ha poi continuato: «Ho paura che ciò danneggi l’equilibrio tra corpo e mente: per me è la cosa peggiore in termini di sviluppo calcistico. I ragazzi quando devono giocare cercano di essere al top; quindi, prendono queste cose o anche delle bibite energetiche cercando di ottenere quella carica. Tuttavia non penso che tutte queste sostanze nel corpo facciano bene e portino a performance migliori». Quali giocatori sono stati scoperti a farne uso? Tra i vari nomi spiccano quelli di Jamie Vardy, Sterling, Hazard e perfino quello della leggenda svedese Zlatan Ibrahimovic.

Inizialmente il bruciore sulla gengiva era costante e molto forte, tanto da dover togliere la busta dopo pochi minuti. Inoltre ero particolarmente restio ad utilizzarlo sul ghiaccio
Marco (nome di fantasia)

Uso ludico

Negli ultimi tempi però l’utilizzo del tabacco da bocca non è solo per sportivi: molti giovani infatti lo utilizzano nel tempo libero, e ne sono diventati dipendenti a causa della grande quantità di nicotina presente negli snus. Durante i fine settimana, giorni in cui si accende la movida, l’assunzione della sostanza è combinata a quella di qualche drink: in questo modo si evita di acquistare troppe bevande alcoliche, spesso molto care, ed essere allo stesso tempo più sciolti e rilassati. Insomma, sarebbe anche una mossa per risparmiare, dal momento che una scatoletta di snus costa mediamente dieci franchi e contiene una ventina di «buste».

Due testimonianze

Per saperne di più abbiamo contattato due giocatori di hockey che utilizzano gli snus durante la loro quotidianità, ma che hanno preferito rimanere nell’anonimato. Fin da quando avevano 15-16 anni, entrambi hanno visto girare gli snus all’interno dello spogliatoio e dopo un periodo iniziale di reticenza hanno deciso di provare. Marco (nome di fantasia) racconta: «Inizialmente il bruciore sulla gengiva era costante e molto forte, tanto da dover togliere la busta dopo pochi minuti. Inoltre ero particolarmente restio ad utilizzarlo sul ghiaccio. La sensazione, perlomeno le prime volte, di straniamento è tanta e avevo paura di non rendere al meglio in pista. Soltanto quando ho avuto più confidenza con il prodotto ho deciso di utilizzarlo anche sul ghiaccio, anche se in partita poche volte mi è successo. Generalmente lo metto quando si scende per il riscaldamento pre-match, in questo modo smaltisco parte della tensione e tendo a godermi maggiormente il momento».

Il giocatore ne ha fatto uso anche lontano dalle partite: «Lo snus ha più volte contribuito a placare l’agitazione e l’ansia prima di un esame scolastico», sposando così la teoria che il prodotto aiuterebbe per la concentrazione.

Ma si può dire che anche giocatori esperti di LNA facciano uso di questo strumento per contrastare l’agitazione? Secondo il nostro interlocutore la risposta è no. Marco afferma infatti che «quando si raggiunge una certa esperienza, nessuna partita crea grande tensione e anche qualora ve ne fosse il giocatore matura negli anni una forte conoscenza dei propri mezzi e impara a gestire al meglio queste situazioni. Tende quasi a godersele». E allora perché professionisti da 500 partite ne fanno ancora uso? Secondo Marco il motivo è semplice: «Siamo onesti: ormai il giocatore ne è dipendente e giocare senza snus avrebbe delle ricadute sulla sua perfomance. Senza ne avvertirebbe la differenza, come quando ha un pattino allacciato con maggiore forza dell’altro». Dopo averlo preso per diverso tempo, si prova ancora la stessa sensazione delle prime volte? Alla domanda risponde Luca (nome di fantasia): «Sicuramente no, per fortuna. Le prime volte la sensazione è quella di rigettare il prodotto. Si fatica a pattinare in modo regolare e continuo, addirittura si può vomitare. Dopo un iniziale periodo di adattamento invece la situazione si stabilizza, fino a dover prendere contemporaneamente più snus per avvertire la sensazione di spensieratezza e leggerezza che si cerca quando si assume il tabacco da bocca». Insomma, un prodotto in grande crescita che inizia a far preoccupare medici ed esperti. Sicuramente un fenomeno da tenere sotto controllo.