Senza negozio e hotel, ma ottimisti
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In un paese di montagna un negozio è molto di più. Diventa un luogo di aggregazione, dove poter scambiare quattro chiacchiere e stare in compagnia, se pensiamo soprattutto alle persone anziane. Lo sanno benissimo a Dalpe, Comune altoleventinese di 180 abitanti, dove la «Botea da Dalp» ha chiuso i battenti a fine settembre dopo che la gerente ed ex municipale Giuliana Gianella è andata in pensione. Era l’unico punto vendita del villaggio. Il più vicino, ora, si trova a Rodi. L’Esecutivo ha fatto proprie le preoccupazioni della popolazione e si sta adoperando per trovare una soluzione che consenta di salvare l’attività commerciale.
L’interesse della comunità
«La folta partecipazione dimostra l’interesse della comunità, anche dei giovani, dai quali sono arrivate idee molto stimolanti. Si è deciso di lanciare una raccolta fondi con l’obiettivo di creare una cooperativa. Nei prossimi giorni invieremo una comunicazione a tutti i fuochi. Sembrerebbe che ci sia qualcuno interessato a riavviare l’attività. Speriamo che ciò avvenga già entro Natale. Come Comune faremo la nostra parte», rileva il sindaco Mauro Fransioli dopo l’incontro aperto al pubblico svoltosi sabato pomeriggio al quale ha partecipato una quarantina di persone. Il Municipio è pronto a dare una mano, all’inizio, a chi volesse lanciarsi in questa avventura. Finora nessuno ha tuttavia fatto un atto concreto. È invece da escludere - almeno sulla base delle valutazioni fatte finora - una gestione comunale della bottega.
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«Siamo perfettamente coscienti che si tratta di una decisione non facile da prendere da parte di un possibile nuovo gerente, ma faremo di tutto per evitare la chiusura definitiva. Ne va dell’attrattiva del nostro Comune. Al di là dei residenti che vi si rivolgevano perlopiù per dei prodotti specifici, il negozio lavorava bene soprattutto in estate e durante le vacanze di carnevale, di Pasqua e di Natale, quando il paese si anima in virtù dei numerosi proprietari di case secondarie», precisa il timoniere in carica da tre anni e mezzo. La «Botea», infatti, deve vivere perché è la linfa di Dalpe, un incentivo in più ad esempio per invogliare le giovani famiglie a trasferirsi nell’ente locale dell’Alto Ticino. Ed evitare dunque lo spopolamento delle valli.
«Amo troppo il mio lavoro»
Ieri, intanto, dopo quasi sette anni, è finita anche l’avventura dello chef Waldis Ratti alla testa dell’Hotel des Alpes che impiegava due dipendenti fissi (fra i quali la figlia del gerente, la quale ha già trovata un’occupazione Oltralpe) ed altri 2-3 ad ore a dipendenza delle necessità. «Mi sono sempre trovato bene con i cittadini di Dalpe, che ringrazio per l’accoglienza e la collaborazione. Spero che qualcuno possa subentrare al più tardi entro l’inizio del 2023 (il concorso per la gestione dell’albergo, di proprietà della CEL Dalpe SA, scade il 30 novembre; n.d.r.): al paese serve una struttura ricettiva. Il messaggio che lancio alle autorità, a tutti i livelli, è che bisogna rendersi conto che in un villaggio di montagna occorre essere più dinamici nelle decisioni. Cosa farò? Non smetterò di certo, perché amo il mio lavoro. Ora come ora non so ancora cosa m’inventerò, ma non resterò con le mani in mano», puntualizza il nostro interlocutore.
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