Sfogarsi con chi fa scuola guida, un vizio che c’è anche da noi

In inglese il fenomeno è chiamato road rage, rabbia al volante, e nel 2020 è stato al centro di un film - Unhinged, Il giorno sbagliato - con Russel Crowe (non recensito benissimo, tra l’altro). Tralasciando le esagerazioni hollywoodiane si può dire che episodi di reazioni aggressive al volante si registrano anche da noi. Ci sono persone che, per aver commesso un errore alla guida, vengono insultate, inseguite e minacciate. Ma in che misura una città come Lugano (latina e, diciamolo, anche un po’ sbroja) è presente questo fenomeno? Ne abbiamo parlato con alcuni maestri di guida, e lo abbiamo fatto perché sono spesso loro, con gli allievi conducenti, le vittime più frequenti di questi comportamenti. E abbiamo raccolto pareri contrastanti.
«Basta chiedere scusa»
«Salvo eccezioni - ci racconta un istruttore di guida - non ritengo che la situazione sia troppo grave. Mi è capitato, in rari casi, di subire le ire degli utenti stradali. Devo però ammettere che probabilmente in quei casi ero io al posto sbagliato con l’allievo sbagliato...». È però pur vero che agli automobilisti - per quanto stressati o di fretta - non si chiede tanto: solo un po’ di calma e comprensione quando vedono un’auto con la «L». Anche perché nessuno nasce con la patente. «Quando l’allievo inzucca - ci spiega il maestro di guida - basta un gesto con la mano. Il più delle volte smorza gli animi». Spesso però in auto le mani vengono sì usate per far gesti, ma non certo di scusa.
«Tamponato 3 volte in 7 anni»
Più categorico un altro istruttore. «Purtroppo siamo confrontati quotidianamente con conducenti che, un po’ come tutti, guidano in base allo stato d’animo. Dipende da come si svegliano o da come hanno trascorso la giornata. Durante i corsi di sensibilizzazione discutiamo di questi comportamenti e gli allievi ci raccontano di venir spesso attaccati in maniera verbale, o con manovre pericolose, mentre si allenano con le loro auto private». L’automobile «ufficiale», con la scritta «Scuola guida» su tutti i lati, sembra dunque rappresentare una piccola protezione in più. «Con l’auto di lavoro mi è capitato qualche caso di diverbio, soprattutto perché non venivano tenute le distanze. In 7 anni mi hanno tamponato tre volte e in un’occasione, bella botta tra l’altro, l’allieva ha ripreso a guidare dopo sei mesi. Per lo spavento, sì, ma anche per come l’altro conducente si è messo a urlare una volta sceso dall’auto».
In città se la tirano di più
Ma non è tutto. «Una volta - ci viene raccontato - un automobilista mi ha accusato di volergli rubare i soldi. Di aver frenato apposta per rifarmi il paraurti gratis. Un’altra volta ho avuto un battibecco con un conducente. Mi ha detto: 'Non è perché stai facendo scuola guida a una bionda che puoi fare il ganassa'. Io gli avevo semplicemente fatto notare che, visto come aveva parcheggiato il SUV, noi per passare avremmo dovuto invadere il marciapiede». Ma a Lugano, appunto, come è la situazione? «Io lavoro anche nel Mendrisiotto. Cambia la circolazione e cambiano le persone. A Lugano lo 'standing' è più alto e ci sono più persone che si credono i padroni della strada. Lavorare nel Mendrisiotto è sicuramente meglio».
In Gran Bretagna il 77% dei maestri subiscono questo problema
«Una mia allieva ha ripreso a guidare dopo sei mesi per lo spavento e per come l’altro conducente si è messo ad urlare», raccontava un maestro di guida ticinese. Casi del genere da noi, per fortuna, non sono molto frequenti. In altre nazioni invece sì. Nel 2019 la compagnia assicurativa britannica Young Marmelade, specializzata proprio nella copertura di giovani automobilisti, ha pubblicato uno studio secondo cui l’8% degli allievi conducenti smette di frequentare i corsi e rinuncia alla patente dopo aver subito episodi di road rage. Peggio ancora: il 77% degli istruttori di guida dichiara di subire regolarmente, mentre sono al lavoro, abusi e intimidazioni da parte di altri utenti.
Negli USA è meglio stare calmi
Ma impressionanti sono i dati statunitensi, dove l’elevata diffusione di armi fa sì che i litigi al volante possano degenerare in sparatorie. Secondo la NBC più di 500 persone, nel 2021, sono rimaste uccise o ferite a seguito di episodi di rabbia al volante. Altre fonti parlano di una media di 44 casi al mese in tutto il Paese.