Ticino

Si avvicina il raccolto delle olive: «Questo è un anno di carica, e senza mosche»

Con Claudio Premoli, presidente dell'associazione Amici dell'Olivo, facciamo il punto della situazione sulla produzione dell'olio ticinese – Doppio appuntamento a fine ottobre, per il raccolto – E presto sarà in funzione anche il nuovo frantoio
© Shutterstock
Federica Serrao
27.09.2024 13:15

Ormai da qualche anno, l'olio extravergine di oliva ticinese è diventato un prodotto molto importante per il nostro territorio. Non a caso, nel 2021, è stato insignito della prestigiosa iscrizione nel Patrimonio Culinario svizzero. E la buona notizia è che anno dopo anno, gli oliveti, nel nostro Cantone, continuano a crescere. Basti pensare che, l'ultimo censimento, avvenuto a fine giugno, ha rilevato la presenza di ben 9.050 olivi, tra Ticino e Mesolcina. Un dato interessante che esalta, una volta di più, l'importanza di questa pianta  

Fine settembre e, in generale, l'inizio dell'autunno, inoltre, sono un periodo cruciale per la produzione di olio. Per fare un esempio, entro il 30 settembre, chiunque desideri piantare un nuovo olivo, potrà acquistare una pianta (di 2 o 4 anni), grazie all'Associazione Amici dell'Olivo. Associazione che, come ogni anno, nel mese di ottobre organizza due importanti appuntamenti. Rispettivamente la giornata del raccolto e la raccolta collettiva. Al tal proposito, abbiamo contattato Claudio Premoli, presidente dell'associazione, con il quale abbiamo fatto il punto della situazione. 

Dal Mendrisiotto fino alla Mesolcina

Facendo un passo indietro, come dicevamo, dall'ultimo censimento condotto a fine giugno sono state rilevati più di 9.000 olivi in Ticino e Mesolcina. «In realtà sappiamo che ce ne sono molti di più, perché molte persone non sono a conoscenza di questo censimento e dunque potrebbero non aver registrato le proprie piante», ci spiega Premoli, ricordandoci che il progetto in questione è nato durante il Covid, in un periodo in cui le attività erano ferme. «Di questi 9.050 olivi sappiamo inoltre che il 5% sono piante in vaso, mentre il 95% sono piante in terra». Quanto alla posizione, circa il 70% di queste piante si trova nel Sottoceneri e, in particolare, nel Luganese. «La maggior parte delle piante si trova in questo distretto perché è più grande. Ma se facessimo una proporzione di grandezza tra Mendrisiotto e Luganese, la densità sarebbe maggiore nel Mendrisiotto», ci spiega il nostro interlocutore. 

Gli olivi, però, non mancano neppure nel Sopraceneri, in particolare a Bellinzona dove nel quartiere di Gudo si trova l'oliveto più grande, con circa 400 piante. «Andando più in su, anche in Mesolcina, come detto, abbiamo alcuni olivi nella zona tra Roveredo e Grono. Anche nel Locarnese ci sono alcune piante, ma lì ci sono molte più palme». Ma le curiosità non finiscono qui. «Abbiamo censito anche quello che è l'olivo che si trova all'altitudine più elevata in Ticino, ossia a Campello, in Leventina, a circa 900 metri di altezza». 

Ma parlando di olivi che popolano il nostro territorio, fino alla fine del mese è possibile ordinare, tramite l'Associazione Amici dell'Olivo, le proprie piante. «Come ogni anno, proponiamo di acquistare piante di due anni oppure di quattro, con una preferenza per queste perché sono già impalcate e hanno un tronco legnoso», ricorda Premoli. 

Appuntamenti di ottobre

Gli appuntamenti in agenda per il mese di ottobre, come detto, sono però diversi. Per cominciare, venerdì 25 ottobre avrà luogo la terza edizione della giornata del raccolto. «Un evento che esiste grazie alla disponibilità di una signora di Rancate, che possiede un oliveto di circa 150 piante, a cui tutti possono iscriversi e partecipare», racconta il presidente dell'associazione. «Ci si trova al mattino e si raccolgono le olive per tutto il giorno. Ma alla fine, viene preparata una ricca merenda per tutti». E c'è anche una novità. Il raccolto, che fino all'anno scorso veniva portato al frantoio di Sonvico, quest'autunno verrà invece portato a Mezzana, al nuovo frantoio Atena. Un progetto nato dalla passione di diversi membri dell'Associazione Amici dell'Olivo e dall'esigenza dei suoi membri di poter disporre di una struttura nel Mendrisiotto, dal quale far nascere il proprio olio d'oliva.  «Le olive raccolte durante gli appuntamenti di ottobre verranno utilizzate per il collaudo e i test del nuovo frantoio, che è già arrivato e sta venendo montato», chiarisce Premoli, spiegando che al momento è in corso anche una raccolta fondi per finanziare l'operazione. 

Ma non finisce qui. A due giorni di distanza, il 27 ottobre, avrà luogo anche la giornata di raccolta collettiva. «In quell'occasione, le persone che hanno qualche pianta possono consegnarci le olive che hanno raccolto in tre centri specifici, a Bellinzona, Pambio-Noranco e a Rancate». Che si tratti di un solo chilo di olive, o di un raccolto più abbondante, tutti possono partecipare e ricevere, in cambio della loro donazione, una o più bottigliette di olio. «L'anno scorso abbiamo raggiunto circa 200 chili di frutti», spiega Claudio Premoli. «Non molto, ma l'anno precedente abbiamo ricevuto più di 1.000 chili di olive, con i quali si possono fare 100 litri di olio». 

Un anno di carica (e senza mosche)

A un mese di distanza da questi appuntamenti, tuttavia, si riescono già a delineare i contorni di quello che sarà, con molta probabilità, il raccolto del 2024. «Questo è un anno di carica, si presenta abbastanza bene», ci confessa, fiducioso, Premoli. «Ci sono delle piante molto cariche, altre un po' meno». Ma la buona notizia è che si presume che quello di quest'anno sia anche «un anno di buona qualità». «Con il Servizio fitosanitario cantonale stiamo monitorando la mosca dell'olivo. Settimanalmente ci rechiamo in certi oliveti, dove posizioniamo delle trappole test per la verifica e cattura di questo insetto». I risultati raccolti finora, però, sono speranzosi. E il merito, con ogni probabilità, è delle continue piogge che hanno caratterizzato l'inizio dell'estate appena terminata. «Prima ha piovuto molto, dunque la mosca era in difficoltà. Poi, da metà luglio, le temperature si sono alzate notevolmente, lasciando la mosca inibita e non in grado di depositare le uova».

Nelle ultime settimane, complice il calo delle temperature, la mosca è tornata. Ma per ora, i problemi sembrano contenuti. «Gli ultimi due giovedì abbiamo trovato qualche insetto in più, ma parliamo di 30-40 mosche. L'anno scorso erano 500-600 alla settimana». 

Ad aver causato qualche problema, quest'anno, è stata piuttosto la tignola verde. «Una farfalletta, conosciuta anche come margaronia, il cui verme si ciba dei germogli e delle foglioline più tenere. Abbiamo riscontrato diversi danni causati da questo insetto», osserva Premoli. E non è tutto. Anche la cimice asiatica sta causando qualche problema agli oliveti. «La femmina ha una sorta di proboscide, con la quale si appoggia sul frutto succhiando tutto il liquido. Questo poi raggrinzisce, comincia ad appassire e in alcuni casi può anche marcire». Ma ciò non toglie che, secondo le previsioni, quello di ottobre ha tutta l'aria di essere un buon raccolto. E presto, sulle tavole arriverà, ancora, dell'ottimo olio ticinese.