Il riassunto

Sì, è il giorno dell'UDC

Giornata storica per il partito di Piero Marchesi che guadagna una poltrona al Consiglio nazionale e supera per la prima volta i cugini di via Monte Boglia nei consensi
©Gabriele Putzu
Francesco Pellegrinelli
22.10.2023 23:45

Dopo lo scrutinio di Lugano, il boato UDC. Il terzo seggio d’area va a Paolo Pamini. Il bar Talkì di Agno - eletto per un giorno quartier generale dei democentristi - esplode di felicità. Paolo Pamini ce l’ha fatto: è il nuovo consigliere nazionale UDC. Lui sussulta di gioia, poi va a cercare Raide Bassi. Come prima subentrante in Gran consiglio, prenderà il suo posto a Bellinzona. «Sono felicissima per il risultato dell’UDC, per quello di Pamini che va a Berna, e per me che posso entrare in Gran Consiglio». Gli abbracci proseguono. Sullo schermo del televisore intanto si vedono le immagini di uno sconsolato Giorgio Fonio, candidato del Centro, sorpassato dall’ultimo conteggio. «È un’elezione al fotofinish», commenta raggiante Pamini: «Cinque minuti fa sembrava dato per acquisito lo status quo. Invece, è arrivata la bellissima sorpresa, per pochissimi voti, grazie anche alla mia Lugano». A fargli eco, il presidente Piero Marchesi, brillantemente rieletto anche lui in Consiglio nazionale. «È certamente una bella sensazione vedersi riconfermato. Vuol dire che i cittadini hanno apprezzato il mio lavoro. Come presidente cantonale sono però interessato anche al risultato del partito. L’obiettivo d’area con la Lega era riconquistare il terzo seggio. Che è arrivato in casa UDC. È la dimostrazione che uniti si vince», dice Marchesi. «Alle cantonali di aprile, la Lega ha confermato i due consiglieri di Stato grazie all’accordo con l’UDC. Oggi noi facciamo il secondo seggio, il terzo d’area, grazie all’apporto della Lega. Credo che nessuno possa smentire che uniti si vince».

Un pezzetto di storia

Per la compagine democentrista, la consapevolezza di aver scritto un pezzetto di storia è chiara. Per la prima volta, l’UDC ha fatto la corsa in testa, superando i cugini della Lega. In una parola: si è concretizzato il sorpasso. «Questa è una bella novità», aggiunge il presidente cantonale. «L’UDC ha superato nei voti la Lega. È vero che le dinamiche a livello federale sono molto diverse da quelle cantonali. Credo tuttavia che questo sorpasso sia un riflesso della crescita che ci vede protagonisti da otto anni. Ad aprile abbiamo guadagnato il 3,5% di voti. Oggi l’UDC cresce del 2.35%». Di che brindare, insomma. Eppure, non può non sfuggire che il sorpasso si è consumato ai danni di una Lega che invece ha nuovamente perso terreno. Una Lega che fatica. E che alcuni commentatori la vorrebbero al capolinea: «La Lega sta sicuramente affrontando un momento difficile, ma sono convinto che ha le capacità e la forza per risollevarsi», commenta ancora Marchesi: «Ho sempre detto di voler a far crescere l’UDC, ma non a scapito della Lega. Rubarsi i voti in casa non sarebbe intelligente». Eppure, a ben guardare, un travaso di voti c’è stato. Oggi la Lega ha chiuso - sottocongiunzioni comprese - con il 13,48% di voti, in calo del 3,45% rispetto al 2019; a fronte - come detto - di una crescita dell’UDC di 2,35% a 15.06% di voti. «Non credo che la nostra crescita sia solo da imputare a un travaso di voti dalla Lega. Credo che vi sia anche un apporto di voti liberali e forse anche dal Centro». E la Lega? «Non è morta, i successi in Gran Consiglio lo dimostrano chiaramente», interviene Pamini. «Oggi deve prevalere un discorso d’area nell’interesse comune».

Eppure, nonostante la conquista del terzo seggio (che di fatto sancisce la vittoria dell’UDC), l’alleanza di destra segna a livello di consensi un piccolo arretramento rispetto al 2019: «Sono i sentimenti contrastanti di questo grandissimo pomeriggio elettorale», commenta dal canto suo Sergio Morisoli. «C’è gioia ed emozione per il risultato eccezionale dell’UDC. Allo stesso tempo c’è grande dispiacere per la Lega, che ha ceduto terreno pure in alcuni feudi storici». Il risultato, appunto, è l’arretramento. Poi Morisoli aggiunge: «Sono sicuro che per il ballottaggio i leghisti sapranno risollevarsi a sostegno del candidato d’area».

Sono sicuro che ora riusciremo a trovare un nuovo equilibrio con la Lega, l'obiettivo è portare avanti i temi comuni

Per il presidente Piero Marchesi il risultato di oggi obbliga l’alleanza a guardare più avanti, anche oltre il ballottaggio del prossimo 19 novembre. «In vista delle elezioni comunali dovremo sederci al tavolo con i vertici della Lega per capire la strategia da adottare per recuperare i voti persi. Ciò non toglie che oggi dobbiamo guardare a ciò che di positivo c’è. Abbiamo vinto assieme alla Lega e abbiamo riconquistato il seggio d’area».

Come cambieranno allora i rapporti di forza tra i due partiti di destra? La stampella della Lega oggi ha preso le redini dell’area? «Non siamo mai stati la stampella di nessuno», replica soddisfatto Alain Bühler, coordinatore della campagna cantonale: «Certamente i rapporti di forza sono cambiati. Lo si era già inteso ad aprile. Oggi questo discorso si impone in tutta la sua chiarezza». Più moderato Morisoli: «Bisogna essere onesti e con i piedi per terra. È più facile quando si è in alto perdere qualcosa, come sta facendo purtroppo la Lega da diverse legislature, ed è più facile crescere quando si è molto più piccoli come l’UDC. Credo comunque che ora riusciremo a trovare un equilibrio numerico. E in effetti, dopo le cantonali, stiamo lavorando in questa direzione, imbastendo un discorso diverso, tra noi e loro, in Gran Consiglio. L’obiettivo è di portare avanti temi e battaglie comuni».

Insomma, vale più la pena costruire che distruggere. A maggiore ragione oggi che la corsa agli Stati è ancora tutta da scrivere. La battaglia è tutt’altro che vinta e l’apporto leghista sarà fondamentale. L’ottimo risultato di Marco Chiesa - che oggi ha ottenuto la bellezza di 39.024 voti personali, pari al 37,65 % dei consensi - andrà certamente difeso dagli allunghi degli avversari, tanto più che a destra la corsa inizia a farsi piuttosto affollata. «Marco Chiesa oggi ha fatto un risultato eccezionale. Lo ha fatto anche in virtù della chiarezza con cui ha affrontato tanti temi cari ai ticinesi, come la neutralità e l’immigrazione», ha commentato dal canto suo Tiziano Galeazzi. «Questi temi e questa attitudine hanno permesso a Marco Chiesa di confermare l’exploit di quattro anni fa. Il secondo turno però sarà più complicato. Sarà quindi necessario avere il sostegno di tutti, leghisti e UDC in primis», conclude Marchesi.

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