Progetti

Si è mossa la funicolare Lanzo-Santa Margherita

Una ditta specializzata valuterà se è fattibile riattivare il collegamento affacciato sul Ceresio: un’opportunità anche per il Ticino
La funicolare in una cartolina d’epoca.
Giuliano Gasperi
25.07.2019 06:00

ALTA VALLE INTELVI - Un piccolo movimento verso l’alto. O verso il basso: dipende se la guardiamo dal Belvedere di Lanzo d’Intelvi o da Santa Margherita di Valsolda, località sulla sponda meridionale del lago non lontano dalle Cantine di Gandria e dal Museo delle Dogane. È ormai qualche anno che si parla di riattivare la funicolare ferma dal 1977 e nei giorni scorsi ci sono stati sviluppi: un’azienda specializzata si è detta disponibile a studiare la fattibilità tecnica ed economica della rimessa in funzione partecipando al bando indetto dalle autorità italiane. È l’unica società ad essersi annunciata, ma almeno, se le verifiche dei prossimi giorni avranno esito positivo, il dossier non subirà una battuta d’arresto. E se le analisi dei professionisti diranno che sì, far tornare in attività la funicolare è una buona idea, alle istituzioni non resterà che stanziare i fondi per concretizzarla. La facciamo facile? Può darsi, ma la visione c’è e comprende la realizzazione, alla stazione sul Ceresio, di una sede estiva della scuola alberghiera di Porlezza. Magari da condividere con quella di Bellinzona – scrivevamo su queste colonne già un anno fa – che da tempo sta cercando una struttura simile. I progetti che si stanno sviluppando appena oltre il confine potrebbero far comodo anche alla Società Navigazione Lago di Lugano che, nel 2016, aveva preso parte alle prime discussioni sulla riattivazione della funicolare Lanzo-Santa Margherita. L’opportunità per l’azienda ticinese è chiara: ampliare la propria rete (ripristinando la fermata di Santa Margherita) e aggiungere la salita a Lanzo (che vanta diverse ville storiche, senza dimenticare il panorama dalla vetta del Sighignola) al ventaglio delle possibilità offerte ai suoi utenti. Lanzo potrebbe fare lo stesso con Lugano e tutte le sue attrattive: Gandria, il Museo delle Dogane, Morcote e via dicendo. Le possibili sinergie non mancano.

Cosa succede lassù
D’intrecci italo-ticinesi se ne trovano anche a monte. Ad esempio quello che riguarda il vecchio hotel Villa Violet, costruito nel 1930 a pochi passi dalla stazione della funicolare e abbandonato da decenni. Al suo posto, su iniziativa di un gruppo guidato dalla Fondazione Karl Schmid di Arogno, potrebbe sorgere un museo d’arte moderna. Il progetto, di cui riferivamo nel settembre del 2016, prevede anche la riqualifica della linea Cadorna e la valorizzazione delle memorie storiche del passaggio degli ebrei in fuga durante la seconda guerra mondiale, un «bosco della memoria» e un orto botanico. Il tutto comunque è ancora a uno stato embrionale. Più lanciato il progetto di riqualifica della struttura in cima al Sighignola che ospitava il ristorante Touring, chiuso da una quindicina d’anni. «Siamo sul pezzo – fa sapere il sindaco di Alta Valle Intelvi Marcello Grandi – ne stiamo discutendo con la Regione Lombardia e qualcosa si muoverà sicuramente». Come per la funicolare. «Siamo contenti che sia arrivata un’offerta per lo studio di fattibilità – commenta il portavoce del comitato per la riattivazione Lucio Bergamaschi – Certo, avendo più offerte ci sarebbe stata più scelta, ma l’importante era non perdere ulteriore tempo. Ora speriamo che l’analisi sulla sostenibilità dia esito positivo. Noi, come comitato, siamo pronti a mettere le nostre conoscenze a disposizione dei professionisti». Il movimento è piccolo, ma c’è.