Si fa squadra con i privati per quartieri di qualità
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Incentivare il verde pubblico, garantire la permeabilità degli insediamenti, ridurre la necessità di posteggi e predisporre servizi alla popolazione, garantire la residenza primaria per diverse fasce di popolazione. Sono questi i capisaldi per raggiungere obiettivi di elevata qualità nei futuri insediamenti che caratterizzeranno lo sviluppo urbanistico nei prossimi decenni. Obiettivi che da soli i Comuni non sempre potranno raggiungere, soprattutto per una questione di risorse disponibili. Ecco che allora il Programma di agglomerato del Locarnese di quinta generazione (PALoc 5), il cui rapporto intermedio è in consultazione pubblica fino al prossimo 29 novembre, propone di incentivare l’utilizzo dello strumento del contratto tra pubblico e privato. Contratto da stipulare nell’ambito dell’iter della progettazione di comparti strategici nei quali si intende perseguire una riqualifica urbanistica coordinata alla realizzazione di progetti edilizi. Gli accordi siglati tra l’ente pubblico e gli investitori privati definiscono e ripartiscono oneri e benefici tra le parti attraverso una negoziazione. E questo affinché si possa raggiungere l’obiettivo prefissato, ossia quello di migliorare la qualità insediativa.
Il principio del «dare per avere»
Insomma, come indicato nella specifica scheda contenuta nel capitolo sulle misure riguardanti gli insediamenti, «il risultato dell’applicazione dello strumento del contratto pubblico/privati è una soluzione win-win per ambo le parti». Se dall’inglese passiamo al latino, questa forma di collaborazione si regge sul principio del «do ut des», cioè del «dare per avere». In concreto funziona così: l’ente pubblico offre maggiori possibilità edilizie oppure destinazioni d’uso più ampie in cambio della messa a disposizione di superfici attrezzate ad uso pubblico quali parchi e piazze, di passaggi pedonali e viali e di offerte di servizi di interesse pubblico, in particolare negozi, esercizi pubblici, asili nido e altro ancora.
Sviluppo delle zone centrali
La misura promuove lo sviluppo degli insediamenti nelle zone centrali dell’agglomerato dove l’offerta di vettori di mobilità sostenibile è adeguata; riqualifica inoltre lo spazio pubblico e favorisce la qualità architettonica e urbanistica. Non da ultimo, sviluppa e consolida gli assi forti del trasporto pubblico e della mobilità lenta come elementi strutturanti dell’agglomerato per gli spostamenti utilitari, per intenderci quelli per recarsi da casa al lavoro e a scuola e per compiere tutte le attività quotidiane al di fuori dello svago. La misura è pensata principalmente per comparti che necessitano uno sviluppo urbanistico: aree dismesse da convertire, aree degradate da riqualificare, aree sottoutilizzate da densificare.
«Il coinvolgimento dei privati - si legge nella scheda del PALoc 5 - permette di raggiungere intese virtuose, commisurate al potenziale di investimento e di redditività in gioco, sia pubblica che privata». I benefici auspicati vanno dall’aumento della qualità insediativa alla creazione di spazi pubblici in luoghi strategici, da un minore investimento da parte dell’ente pubblico alla promozione della mobilità lenta, dalla messa a disposizione di servizi alla cittadinanza alla mitigazione delle isole di calore.
Studi e procedure
Questo tipo di collaborazione tra enti pubblici ed investitori privati si sta già collaudando per alcuni progetti puntuali che si stanno elaborando all’interno dell’agglomerato del Locarnese. Ad esempio il Comune di Locarno ha avviato una procedura pianificatoria riguardante l’area Ex saponificio nella zona del quartiere nuovo: attraverso la negoziazione tra pubblico e privato, la Città si prefigge l’obiettivo di un miglior controllo degli esiti progettuali che portino ad individuare le soluzioni ritenute soddisfacenti per entrambe le parti coinvolte. Da parte sua il Comune di Minusio ha promosso un mandato di studi in parallelo per lo sviluppo del comparto Remorino. In questi studi l’ente locale intende coinvolgere la parte privata per giungere al citato contratto di collaborazione. Per il momento, tuttavia, gli imprenditori privati potenzialmente interessati a partecipare allo sviluppo del comparto non sono ancora stati coinvolti.