Politica

Si litiga anche nella tranquilla Capriasca

Municipio criticato per la pavimentazione di Sala, la statua di Alfonsina Storni, la Casa della memoria, l’oratorio e la cementificazione
La pavimentazione di Sala: uno dei punti dolenti. © CdT/Zocchetti
Federico Storni
16.11.2020 06:00

«È evidente che c’è stato un inasprimento del dibattito politico, dopo che a lungo ne siamo stati risparmiati. Ma è anche vero che, rispetto a prima, ora se il Municipio risponde di no si passa dalla stampa». Si esprime così il sindaco di Capriasca Andrea Pellegrinelli al termine di una lunga chiacchierata in cui gli abbiamo sottoposto le critiche mosse negli ultimi mesi, da più parti, all’Esecutivo.

Asfalto, statua, scuola
I malumori più forti si registrano probabilmente a Sala Capriasca (a farsene portavoce è la consigliera comunale ed ex municipale Carla Borla). In particolare non convince il rifacimento della pavimentazione stradale nel nucleo vecchio: «Il lavoro è malfatto e ha causato danni ad alcune case - ci ha detto. - La popolazione non è per niente contenta. Inoltre diverse lastre di pietra si sono già rotte». Problemi che il sindaco riconosce: «C’è effettivamente una parte malfatta, a cui verrà posto rimedio in primavera. Per il resto i lavori sono conformi al progetto: sono il risultato di un compromesso fra una pavimentazione in asfalto e una molto più pregiata. Non è che non volevamo spendere, ma con i contributi di miglioria la pavimentazione pregiata avrebbe pesato molto di più sulle tasche degli abitanti. Crediamo che il risultato sia dignitoso».
Altro motivo di polemica, l’intenzione di posare una statuta dedicata ad Alfonsina Storni nella piazza di Sala, di fianco alla chiesa. A non convincere alcuni è la scelta dell’artista di ritrarre la poetessa pronta a entrare nell’oceano per suicidarsi, così come la scelta di un materiale (bronzo) non sufficientemente «rurale» e della posizione, nonché la mancata consultazione della popolazione: «Ci voleva un concorso». Pellegrinelli per contro afferma che l’Esecutivo ha agito nel margine di manovra consentitogli: «Nessuno ha mai fatto consultazioni per la posa di una statua. Poi mi chiedo: come si fa a demolire l’opera prima ancora di averla vista? Noi l’abbiamo vista di recente e la riteniamo capace di dare un valore aggiunto, ricordando che l’arte per natura non necessariamente raccoglie il consenso». A breve l’Esecutivo pubblicherà la domanda di costruzione per posarla.
Terza causa di doglianza a Sala è l’idea di trasformare l’ex scuola in una Casa della memoria e delle associazioni. Una mozione di Borla in questo senso è stata accolta dal Consiglio comunale. Il Municipio però starebbe pensando anche a Roveredo come possibile sede. Pellegrinelli: «A Sala vediamo difficoltà, ma abbiamo istituito un gruppo di lavoro per valutare il da farsi. Qualsiasi cosa decideremo, e non abbiamo pregiudizi, sarà comunque il Legislativo a doverla avallare».

«Più informati di così...»
Spostiamoci di poco, a Tesserete, dove a far discutere è il progetto di rivedere il comparto dell’oratorio a livello pianificatorio (vedi CdT del 2.11). L’accusa al Municipio è di aver «nascosto» la proposta: «Ci sono state più fasi di pubblicazione della variante - dice Pellegrinelli: - più informati di così... Chi voleva vedere lo ha fatto. Nello stilarla abbiamo coinvolto il proprietario principale, la Parrocchia: per finanziarie un nuovo oratorio ha bisogno di stabili da reddito. Quindi non è assolutamente vero, come ho sentito dire, che è il Municipio a volerlo buttare giù. Ma neanche per sogno». Intanto è già nato un comitato impegnato a far sì che la pianificazione sia rivista. «Se si deciderà che i parametri non vanno bene, li rifaremo. Certo, si allungheranno i tempi».

Eccessiva cementificazione?
C’è poi un’altra critica, dal sapore più identitario: c’è una cementificazione eccessiva in atto nella Pieve che rischia di farle perdere la sua vocazione di polmone verde? «Il Municipio non ha margini di manovra particolari: se qualcuno vuole costruire sul suo terreno edificabile non si può fare niente. Il tema non è però ancora stato sollevato a livello di Esecutivo o Legislativo. Va detto che le norme nei nuclei sono già molto restrittive e proteggono bene; la questione è al di fuori di essi. Va benissimo dezonare, ma gli esborsi sono ingenti. E comunque di zone da sfruttare non ce ne sono ancora mica tante».