"Si sono prostituite spontaneamente"

Bellinzona, è la tesi dei cinque accusati di tratta di esseri umani
Ats
21.11.2011 15:56

BELLINZONA - I cinque imputati, che davanti al Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona sono chiamati a rispondere di tratta di esseri umani per aver costretto 143 brasiliane a praticare la prostituzione in Svizzera, affermano che le donne sono venute di loro iniziativa nel canton Soletta seguendo l'invito di loro compatriote già attive sul locale mercato del sesso.Contrariamente a quanto sostiene il Ministero pubblico della Confederazione (MPC), ossia che gli imputati hanno indotto le donne a venire in Svizzera promettendo loro lavoro come bambinaie o donne di servizio, gli accusati affermano che le brasiliane giunte nei bordelli solettesi sono conoscenti e parenti di prostitute che già operavano nelle case chiuse del principale imputato, un 60enne di Soletta. Queste ultime avrebbero parlato alle loro compatriote delle possibilità di lavoro sul mercato del sesso. E la maggior parte delle donne giunte in Svizzera, stando agli accusati, avrebbero già praticato la prostituzione in Brasile.Il 60enne non ha invece contestato l'accusa per cui le donne sono state obbligate a rimborsare le spese di viaggio dall'America Latina. Complessivamente ognuna di loro ha dovuto saldare un debito di circa 9000 franchi. La somma tiene però anche conto del fatto che alcune donne sono scomparse dai bordelli e i loro costi sono stati suddivisi tra quelle rimaste a praticare la loro attività.