Lugano

«Siamo esseri umani, non schiavi»: i dipendenti di Divoora in sciopero

Le trattative con l’azienda sono naufragate e così, sostenuti dai sindacati, i driver hanno indetto una giornata di mobilitazione e astensione al lavoro
© CdT/Paolo Gianinazzi
Red. Online
23.12.2021 13:12

Le trattative fra dipendenti, sindacati e azienda, ieri, sono naufragate. E così i driver di Divoora hanno deciso di incrociare le braccia al grido «la dignità e i diritti non si possono divorare». L’annuncio è stato dato oggi in Piazza Riforma, a Lugano. Si tratta, nello specifico, di una giornata di mobilitazione e astensione al lavoro. Riunitisi in assemblea e sostenuti da UNIA e OCST, i dipendenti hanno optato per lo sciopero.

Il caso Divoora era esploso un paio di mesi fa, con la modifica dei contratti per i dipendenti. Fra le altre cose, il datore di lavoro non riconosceva i tempi di attesa fra una consegna e l’altra. «Ieri l’azienda ha rifiutato la richiesta base, ossia il riconoscimento di ogni ora lavorata», ha spiegato Giangiorgio Gargantini di UNIA.

Diana Camenzind del sindacato OCST, dal canto suo, ha detto: «Il popolo ha voluto il salario minimo proprio perché ci sono sempre più spesso queste situazioni, è ora di dire basta. Queste porcherie in Ticino non le vogliamo più».

Non sono mancate le testimonianze di due dipendenti. Una ha affermato che «ci è stata tolta la dignità», l’altro ha ribadito che «siamo esseri umani, non schiavi».

Gargantini ha precisato che l’intenzione, ora, è di tornare al tavolo delle trattative. «Ma l’azienda deve mettere nero su bianco una durata minima del lavoro e il riconoscimento dei tempi d’attesa».

Ecco, nel dettaglio, le richieste dei dipendenti: il riconoscimento immediato di tutto il tempo di lavoro; il pagamento del salario per tutte le ore dei turni effettuate; una pianificazione dell’orario di lavoro equa e regolare; l’introduzione di un sistema corretto di rimborso spese per l’utilizzo di veicoli privati; il riconoscimento del diritto all’indennità di malattia.