Processo

«So distinguere tra violenza e aspetto ludico»

Da stamane è alla sbarra di fronte al pretore Siro Quadri il docente delle elementari di Montagnola accusato di comportamenti inadeguati in classe
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Giacomo Paolantonio
01.10.2019 09:51

Ci vorranno due settimane per conoscere l’esito del processo, dopo una serie di rinvii che hanno dilatato i tempi, contro il maestro delle scuole elementari di Montagnola finito sulla graticola 5 anni fa per presunti comportamenti inadeguati in classe, a danno di diversi allievi, fra il settembre e l’ottobre 2014. Violazione del dovere d’assistenza o educazione è il reato contestato nel decreto d’accusa dell’ex procuratore Antonio Perugini (in pensione), che aveva proposto una pena pecuniaria di 90 aliquote giornaliere da 190 franchi sospesa condizionalmente per 2 anni, ma impugnata dal docente. Tra gli episodi contestati l’aver colpito con un righello due allievi, aver legato con uno spago alle sedie tre bimbe e aver sferrato un calcio a una sedia, facendo cadere un allievo.

Sono state poche le dichiarazioni rese oggi in aula dal maestro - che il Municipio di Collina d’Oro poi ha sospeso dall’insegnamento - ma il quale comunque ha sostenuto che, «dopo 37 anni di servizio, penso di saper distinguere tra violenza e aspetto ludico». Per il resto, il 63.enne ha rimandato il pretore Siro Quadri alle dichiarazioni già rese in precedenza. Piuttosto il procedimento, al quale non era presente alcun rappresentante del Ministero pubblico, si è concentrato sulla perizia del consulente dell’accusa, il professore della Scuola Universitaria della Svizzera Italiana Claudio Della Santa, che è stato sentito oggi in audizione. Lo psicologo non ha avuto modo di parlare coi bimbi, ma ha sostenuto che quanto riportato nei verbali, letti da due suoi colleghi e da loro riassunti affinché egli potesse formulare delle conclusioni, è stato sicuramente sufficiente per turbare la psiche di un minore, anche se un ascolto diretto avrebbe permesso di raccogliere elementi maggiori. Inoltre, ha sostenuto il perito, certi comportamenti non sono passibili solo di turbare gli allievi che ne sarebbero stati vittima, ma anche gli altri che li hanno visti. Questo anche perché si trovavano a scuola: un ambiente pensato per essere rassicurante per i bimbi, in cui dovrebbero regnare dei riti e una prevedibilità che permettono di concentrarsi sullo studio.

«Il perito non ha letto i verbali»

Tuttavia il difensore del maestro, Yasar Ravi, si è scagliato contro la perizia, chiedendone l’annullamento, oltre alla ricusazione del professore. «Non si è mai visto un perito che non legge per intero gli atti di un processo in cui è stato chiamato a partecipare perché, lo ha detto lui, così si cerca di garantire l’imparzialità sua e dei suoi assistenti. Non funziona così». Inoltre, come detto, l’accusa non ha chiesto al perito di sentire i bimbi e, ha aggiunto l’avvocato, «nemmeno gli inquirenti hanno ascoltato le loro versioni. Agli atti ci sono solamente le testimonianze indirette dei genitori, su alcuni dei quali secondo noi pende il sospetto di collusione contro il nostro assistito». Pertanto Ravi ha chiesto il proscioglimento del maestro, quanto meno in virtù del principio in dubio pro reo, «dato che non ci sono elementi granitici che supportino la consistenza e la ricostruzione dei fatti dell’accusa, che oltretutto si è dimostrata prevenuta contro l’indagato, ignorando i genitori che invece hanno difeso il maestro, che sono stati davvero molti», ha concluso il legale.

«Peccato che nessuno di questi fossero i genitori di bambini contro cui l’imputato ha fatto qualcosa di sbagliato», ha replicato immediatamente l’avvocatessa di parte civile, Isabel Schweri, la quale, rivolgendosi direttamente all’imputato, ha aggiunto che «lei ha disatteso ai doveri di una delle professioni più importanti della nostra società. Se oggi non ci prendiamo più a bastonate per un pezzo di carne, è per merito della cultura che abbiamo appreso». L’avvocatessa ha difeso invece l’operato del perito che, secondo Schweri, «ha affermato con rigore scientifico quello che chiunque di noi, di fronte a certe contestazioni, avrebbe pensato». In sostanza, ha sostenuto l’avvocatessa, «l’ambiente in cui sono avvenuti i fatti, che invece l’imputato ha cercato di sminuire, ha avuto la sua influenza nella percezione traumatica da parte dei bimbi. La credibilità del maestro - ha concluso Schweri - è inesistente, come hanno già certificato le decisioni a lui avverse del Consiglio di Stato e del Tribunale amministrativo cantonale». Il verdetto del pretore è atteso per il 14 ottobre.