Sotto la lente

Soggiorni linguistici all'estero: «Un'esperienza per la vita»

Molti giovani si rivolgono in questo periodo all'agenzia ESL di Bellinzona per pianificare un viaggio volto ad approfondire le conoscenze, in particolare, del tedesco e dell'inglese — «È l'occasione per uscire dalla comfort zone»
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Sara Zehnder
04.09.2023 06:00

«Il soggiorno linguistico, che sia breve o lungo, oltre che essere un periodo in cui si impara una lingua, diventa un’esperienza per la vita». Lo sa bene Céline Lubello, impiegata dell’agenzia ESL-Soggiorni linguistici di Bellinzona. Di ragazze e ragazzi che decidono di imbarcarsi in questo tipo di esperienza ne vede praticamente tutti i giorni. In questo periodo sono infatti molti coloro i quali si rivolgono a lei per  prenotare un soggiorno a partire da settembre. «Si tratta soprattutto di ragazzi che inizieranno il servizio militare a gennaio», spiega la nostra interlocutrice.  Non manca anche chi vuole programmare con più calma il proprio viaggio e sta già pensando a una partenza nel 2024. L’impiegata della sede bellinzonese ESL ricorda che, per molte destinazioni, è richiesto un visto di entrata e dunque il processo da mettere in atto prima di partire può richiedere anche diversi mesi.

Anche un quasi ottantenne

La maggior parte degli interessati ha un’età compresa tra i 18 e i 25 anni, ma non mancano anche clienti di un’età più avanzata che desiderano migliorare le loro conoscenze linguistiche per «motivi personali e professionali». Non c’è infatti un limite di età per i soggiorni e «quest’anno lo studente più anziano ha 78 anni». Insomma, un’esperienza decisamente adatta a tutti.

«Le lingue più richieste sono sicuramente inglese e tedesco», ci racconta ancora Céline Lubello, e le mete più gettonate sono dunque Germania, Regno Unito e Irlanda. Vi sono però pure studenti che scelgono di viaggiare più lontano, optando per Stati Uniti, Canada e Australia. Durante l’estate ci sono molti ragazzi che partono per soggiorni di breve durata (da una a quattro settimane), ma durante il resto dell’anno molti optano per una permanenza più lunga in quanto desiderano un «miglioramento concreto delle loro conoscenze linguistiche». Questi ultimi scelgono dunque di stare lontani da casa dai 3 ai 6 mesi (e oltre).

In famiglia o in residence

La scelta forse più difficile che deve fare uno studente riguardo al suo soggiorno linguistico è quella di dove alloggiare. C’è chi sceglie di immergersi completamente nella realtà locale optando per una famiglia ospitante, e c’è invece chi preferisce mantenere la sua indipendenza e dunque scegliere di vivere in un appartamento condiviso o in un residence studentesco. Ma che cosa consigliano di solito gli impiegati di ESL?  «La scelta tra famiglia, residence oppure appartamento condiviso è molto personale - sottolinea Céline Lubello -. Per gli studenti che preferiscono fare una ‘full immersion’ nella lingua consigliamo l’alloggio in famiglia, mentre per chi desidera vivere a contatto con altri studenti è sicuramente meglio il residence o l’appartamento».

Abbiamo infine chiesto alla nostra interlocutrice quali  sono secondo lei le esperienze più speciali che caratterizzano questo tipo di avventura e la risposta è stata rapidissima... «Personalmente posso dire che sono le amicizie e i legami che si creano. Ad oggi ho dei ricordi stupendi dei soggiorni che ho fatto. Sono state sicuramente delle esperienze indimenticabili». Inoltre «indipendenza, autonomia e crescita personale rappresentano solo alcuni degli aspetti che un soggiorno linguistico porta con sé», conclude l’impiegata dell’agenzia bellinzonese di ESL-Soggiorni linguistici.

La parola agli studenti

Ma cosa ne pensano gli studenti? L’impiegata di ESL ci racconta che generalmente i feedback sono positivi. Il CdT ha contattato qualche giovane che ha effettivamente vissuto questa esperienza con ESL e in linea generale si dicono tutti molto soddisfatti del loro soggiorno. «È effettivamente un’occasione per uscire dalla propria bolla e mettersi alla prova», ci racconta una ragazza che ha trascorso un mese a Dublino lo scorso gennaio. «Conosci persone diverse da te e da quelle con cui sei cresciuto e questo ti apre molto la mente» aggiunge un altro studente che invece è andato a Berlino per studiare tedesco. «Mi ha aiutato per la lingua, ma la cosa che mi è piaciuta di più è la crescita personale che questa esperienza mi ha portato a fare. Essere indipendenti in una città dove all’inizio non conosci nessuno e dove nessuno parla la tua lingua ti porta a sviluppare molta sicurezza. Inoltre le persone che ho conosciuto avranno sempre uno spazio nel mio cuore», conclude una studentessa che ha trascorso sei mesi nella capitale britannica lo scorso anno. Insomma, un’esperienza che all’inizio può magari generare qualche timore, ma che sia l’agenzia sia i ragazzi sostengono vada vissuta anche solo per i ricordi indelebili che lascia.