«Sono unico e prezioso», i Verdi sono «preoccupati»

I Verdi esprimono «forte preoccupazione» per la risposta che il Consiglio di Stato ha fornito agli istituti scolastici del Locarnese in merito al progetto «Sono unico e prezioso», proposto da anni dalla fondazione della Svizzera italiana per l’aiuto, il sostegno e la protezione dell’infanzia. Un progetto – lo ricordiamo – che mira, attraverso messaggi di prevenzione trasmessi in modo giocoso, ad aiutare gli allievi di scuola elementare, i loro genitori e i docenti a riconoscere i possibili maltrattamenti e, quindi, a tutelarsi. Ebbene, alcune settimane fa alcuni Comuni del Locarnese avevano scritto al Governo chiedendo spiegazioni sull’introduzione (nell’ultima edizione del programma) di riferimenti all’identità di genere e alla fluidità di genere. Lo stesso aveva fatto la politica, con un’interrogazione interpartitica firmata PLR e Centro.
Nella sua risposta ai Comuni, come riferito da laRegione, l’Esecutivo da un lato difende l’iniziativa portata avanti nelle scuole dall’Aspi, ma dall’altro suggerisce agli istituti scolastici di rispettare il volere delle famiglie e proporre delle alternative. Ed è proprio su questo punto che si concentra la presa di posizione dei Verdi. «Rendere facoltativo questo percorso rischia di indebolire profondamente un intervento prezioso per la prevenzione degli abusi e la promozione della salute e del benessere infantile», scrivono. Di più: «La scuola pubblica ha il dovere di garantire un’educazione accessibile, scientificamente fondata e inclusiva. Non può diventare ostaggio di infondate paure ideologiche o di visioni personali che ostacolano l’apprendimento di strumenti fondamentali per la crescita e la protezione delle nuove generazioni». In questo senso, aggiungono gli ecologisti nella nota, «se il Consiglio di Stato cede alla paura, la scuola non deve farlo». Perché, ribadisce il partito, «il percorso proposto da Aspi è pensato per aiutare bambine e bambini a riconoscere i propri confini, a dire di no, a chiedere aiuto: valori essenziali in una società che vuole davvero prendersi cura delle persone più vulnerabili». Inoltre, «la diversità non è una minaccia, è una ricchezza che la scuola ha il compito di accogliere e valorizzare, ma soprattutto di rispettare».
I Verdi, quindi, criticano duramente il messaggio lanciato dal Governo nella lettera ai Comuni. «Permettere che singole persone decidano a quali contenuti i propri figli debbano essere esposti in un contesto educativo pubblico apre un precedente pericoloso. L’obiezione selettiva rischia di compromettere l’integrità stessa dell’educazione, trasformandola in un patchwork di convinzioni individuali anziché in un progetto collettivo basato su diritti e responsabilità comuni». Insomma, non bisogna procedere «con retromarce che ostacolano la tematizzazione a scuola e nella società degli abusi, ritardandone quindi la prevenzione. La paura di parlare non protegge i bambini».