Sorengo prima della classe nella tutela della biodiversità
«Sorengo è un Comune virtuoso». «In Ticino, nella progettazione urbana, siamo indietro rispetto al resto della Svizzera». Due concetti espressi più volte, ieri nella casa comunale di Sorengo, alla conferenza stampa sul tema della resilienza promossa da Dipartimento del Territorio, Supsi, Comune di Sorengo e Allenza territorio e biodiversità.
Dopo un excursus sulle isole di calore e le problematiche del riscaldamento climatico negli insediamenti fortemente cementificati presentato da Supsi e DT nell’ambito di uno studio da loro condotto, il sindaco Antonella Meuli e il municipale Fabrizio Rosa hanno illustrato i progetti in corso del Comune per quanto riguarda la promozione della biodiversità e l’adattamento agli avvenimento meteorologici estremi. Serena Britos Widerkehr dell’Alleanza territorio e biodiversità ha invece presentato una guida di schede pratiche sviluppate in collaborazione con il Cantone. La guida raccoglie una serie di misure che possono servire a istituzioni e privati per la gestione dello spazio urbano in modo «più resiliente e favorevole alla biodiversità». Il primo utente di queste schede è lo stesso Comune di Sorengo, che le usa per sensibilizzare i privati nell’ambito dei nuovi progetti edilizi. Come ha spiegato l’architetto Gastone Boisco dell’Ufficio tecnico, si mette l’accento «sull’importanza della qualità dello spazio esterno agli edifici». Nel corso di una passeggiata guidata dall’architetto, sono stati visitati gli altri interventi del Comune.
Sul campo
Siamo usciti dal nuovo centro civico, «dove sul tetto ci sono degli orti a disposizione della popolazione», ha spiegato Boisco. Incastonato fra questo e il seguente edificio, c’è uno spazio verde con superfici drenanti per contrastare le bombe d’acqua. Le superfici porose continuano sul parcheggio pubblico poco più avanti, davanti al Parco Casarico, un complesso abitativo in cui il verde ha uno spazio predominante e che nel 2022 ha vinto un premio d’innovazione per la biodiversità. «Questo progetto», ci ha spiegato il collaboratore dell’Ufficio tecnico, «non ha avuto bisogno del nostro supporto e della guida, perché l’investitore era già attento alle questioni ambientali». La passeggiata prosegue verso la rotonda di Cortivallo, per osservare «il meleto con varietà di frutti autoctoni su di un prato che viene falciato in modo frazionato per permettere agli insetti di spostarsi al suo interno». Si prosegue lungo la strada verso il laghetto di Muzzano e le superfici agricole. Si vede il luogo dove sorgerà un corridoio faunistico per gli anfibi, mentre un vicino bosco accoglierà un’area di svago per la popolazione.