Stabio, il decesso in Ticino o in Italia?
STABIO - La Procura di Como ha dato oggi il via libera al ritorno in Ticino della salma di Nadia Arcudi. I rilievi effettuati sono sufficienti per svolgere gli esami tossicologici, istologici e genetici di cui si conosceranno a breve i risultati.
Dopo gli interrogatori di polizia, ieri il 42.enne di Coldrerio in carcere da martedì notte con l'accusa di avere ucciso una maestra di 35 anni di Stabio è stato sentito per la prima volta dalla procuratrice pubblica Pamela Pedretti, titolare del fascicolo. Il cognato della vittima accusato di omicidio intenzionale e occultamento di cadavere è stato messo sotto torchio per tutta la giornata. Pare che l'uomo abbia in sostanza confermato la versione fornita nelle ore precedenti, in base alla quale nega di essere l'autore materiale del crimine, ammettendo invece di avere trasportato il corpo senza vita dell'insegnante delle Elementari.
Tesi che, però, non convince gli inquirenti, anche perché l'imputato sarebbe stato trovato in possesso di effetti personali della sorella della moglie. In più, a decesso della 35.enne già avvenuto, avrebbe utilizzato la posta elettronica della vittima per inviare messaggi fasulli a nome della donna con i quali tranquillizzare i familiari per la sua assenza.
Movente e modalità del crimine restano ancora avvolti nelle nebbie. Tutte le piste, in questo frangente, sono percorribili, anche se comincia a farsi largo l'ipotesi di un edema polmonare mortale probabilmente originato da soffocamento. Per indurlo, potrebbe essere stato utilizzato un sacchetto.
E se per gli inquirenti ticinesi l'ipotesi è che la morte sia avvenuta nella casa di Stabio, per quelli italiani il luogo esatto in cui la 35.enne è spirata, di fatto, non è ancora stato chiarito dall'esame autoptico condotto finora.
Ulteriori dettagli in edicola oggi nelle cronache di Chiasso sul CdT.