Campione

Stallo per la masseria, in vendita l'ecomostro

La cessione del complesso rurale in territorio di Arogno è frenata da questioni giuridiche – L'enclave vorrebbe liberarlo dai suoi attuali vincoli agricoli – Il Comune italiano cerca intanto di alienare altri beni di sua proprietà fra cui lo «scheletro» della stazione di partenza della funivia mai realizzata
© Ti-Press/Pablo Gianinazzi
Bernardino Marinoni
19.09.2024 06:00

Il destino della masseria di Sant’Evasio, complesso di proprietà del Comune di Campione d’Italia in territorio di Arogno, resta sub judice. Ogni decisione, come riconosce il sindaco dell’enclave Roberto Canesi, «è sospesa» causa complessità giuridica della situazione. Per risolverla però non si tergiversa: intercorrono comunicazioni con il Cantone e con il Comune di Arogno, con il tacito obiettivo di liberare dai vincoli agricoli i resti delle edificazioni, così da consentire una trattativa finanziariamente ragionevole. Se ne parla, tecnicamente, in una recentissima decisione dell’Esecutivo campionese dove si prende atto che «la compravendita del comparto è assoggettata alla Legge federale sul diritto fondiario rurale del 4 ottobre 1991 e che per questo motivo il prezzo di vendita non deve essere ‘esorbitante’, oltreché autorizzato dall’Ufficio cantonale competente». Di interessamenti ad acquistare la masseria ce ne sono stati, «ma non tengono conto del valore intrinseco del bene in quanto protetto dal punto di vista storico e culturale, e pertanto non possono incontrare le aspettative di questa amministrazione». 

Arogno aspetta

L’obiettivo di cedere il comparto, comunque, non è cancellato, assicura Canesi, ma soggetto a necessari approfondimenti tecnici in modo da scongiurare ogni eventuale complicazione, naturalmente adeguandosi alla normativa svizzera. Dal canto suo, il sindaco di Arogno Emanuele Stauffer commenta che la questione «compete a Campione d’Italia e sarà quel Comune a scegliere come andare avanti». Resta il problema della inedificabilità sul comparto, che è tuttavia caro all’enclave, a cui pervenne negli anni Trenta del passato secolo con la donazione di un medico di Arogno originario di Campione. 

La lista delle cessioni

Di Sant’Evasio si parla nella delibera dell’Esecutivo campionese a proposito di un ben più ampio «aggiornamento del piano delle valorizzazioni e delle alienazioni» dei beni immobiliari comunali, al fine di un risanamento finanziario perseguito con determinazione e urgenza seppure non di rado infruttuosamente per quanto riguarda, s’intende, le cessioni immobiliari. Infatti, dei beni di pregio di cui l’amministrazione comunale può fare a meno, sono ancora invenduti un terreno edificabile (ultima base d’asta era di 880 mila franchi) in località Sciree, lungo la via per Arogno, la nota Villa Mimosa (2.960.000 mila franchi) antistante il Casinò, e un esteso comparto immobiliare affacciato sul Ceresio (10.240.000 franchi) che adesso si prova ad alienare anche in singole parti. Si tratta di due vecchie fornaci – vicino al Casinò vi si producevano stoviglie e laterizi – una delle quali è raggiungibile solo via lago, mentre l’altra è prossima alla cosiddetta Casaccia, il rudere della stazione di base della mai realizzata funivia Campione d’Italia-Sighignola, parimenti in vendita. Fermo restando che gli uffici procederanno alla «perizia di stima per la valorizzazione degli immobili da alienare», compresi cinque appartamenti di proprietà comunale attualmente sfitti, la Casaccia costituisce la superstite bruttura di un castello in aria. E perfino più di Villa Mimosa fa mostra – ecomostro – di sé in riva al lago. A una sessantina d’anni di distanza dall’incompiuto progetto, di una società con sede a Lugano, della funivia, è quello che fatalmente ne resta, nonostante le ipotesi ventilate in anni non troppo lontani di cavarne un resort super-lusso o farne una dipendenza specializzata della casa da gioco. 

Coincidenze storiche

Il rudere brutalista incombe e l’auspicata cessione dovrebbe quantomeno mutarne il greve aspetto, seppur non cancellandolo come avvenne finalmente nel 2011 per la deturpante stazione d’arrivo, in vetta al monte Sighignola, peraltro in territorio di Arogno. In Svizzera, dunque, fu demolito quel rudere, fu smantellata la linea elettrica e fu, per così dire, abbattuto l’estremo pilone della funivia. Il Comune di Campione d’Italia aveva provveduto da tempo a eliminare il pilone centrale e la stazione intermedia e lo aveva fatto in autonomia, dato che poggiavano giusto sul terreno della masseria di Sant’Evasio.