Stazione di Lugano: parcheggi ancora in stallo

LUGANO - Anche se il Consiglio comunale ha indicato la via da seguire, la questione del numero di posteggi alla stazione FFS di Lugano è ben lungi dall’essere risolta. Intanto perché la decisione del Legislativo di non diminuire i parcheggi come concordato da Municipio e Cantone verrà impugnata. Da noi contattato, il presidente del PS cittadino Raoul Ghisletta ha confermato che partirà un ricorso al Consiglio di Stato. Durante il dibattito a Palazzo civico i socialisti ne avevano fatto una questione di principio (e di costi, ma soprattutto di principio) sottolineando come l’orientamento della maggioranza andasse contro l’obiettivo (inserito anche dalla Città nelle sue linee di sviluppo) di promuovere una mobilità sostenibile puntando di più sui mezzi pubblici. Nel ricorso invece faranno leva su di un aspetto giuridico: esprimendosi sulla richiesta di credito di 544 mila franchi per progettare il futuro interscambio dei trasporti pubblici nella zona, il Consiglio comunale poteva modificare un aspetto puntuale, seppur importante, come il numero dei posteggi? Ne aveva la competenza? Secondo il PS no. Così invece è stato. Spinto da un ampio fronte di leghisti e liberali radicali, il plenum aveva approvato l’emendamento che impediva di portare il numero di posti auto dagli attuali 438 a 250, soprattutto per due fattori: da un lato non aveva convinto la scelta di spingere l’utente verso la mobilità sostenibile limitando la sua possibilità di parcheggiare l’auto, dall’altro c’era il timore che i parcheggi eliminati oggi sarebbero mancati un domani, considerando lo sviluppo previsto in quell’area. Il progetto del nodo intermodale però era stato accolto e con esso la scelta di costruire una nuova stazione dei bus al posto dell’odierno autosilo ex Pestalozzi. Ragione per cui per mantenere i 438 posteggi attuali bisognerebbe compensare costruendone di nuovi in un autosilo, ovviamente andando sotto terra. Eccoci ad un nodo intricato (altro che quello intermodale...) cioè quello dei costi. Siamo nell’ordine delle decine di milioni di franchi (che il sindaco Marco Borradori – aveva detto al Consiglio comunale – destinerebbe volentieri ad altri progetti). I soldi erano stati anche il punto centrale della dichiarazione di Claudio Zali dopo la seduta del Legislativo. «Gli accordi erano diversi – spiegava il capo del Dipartimento del Territorio – ma la decisione sul numero dei posteggi era dipesa unicamente da questioni economiche, in particolare dal costo elevato dei posteggi sotterranei». Parole che avevano suscitato una certa sorpresa sulle rive del Ceresio, dove ci si attendeva un Cantone seccato per una scelta che andava contro la politica di potenziamento del trasporto pubblico. «Sul progetto alla stazione FFS non abbiamo un orientamento dogmatico – aveva aggiunto Zali – non vogliamo combattere le auto per promuovere i bus. Se Lugano crede di aver bisogno di quei posteggi può investire per costruirli. Siamo aperti anche sull’eventuale contributo del Cantone. Se Lugano vuole cambiare, parliamone. Siamo ancora in fase di progettazione, non è tardi». Tra gli spiazzati dal consigliere di Stato ci sono i socialisti che forse, su questo tema, speravano di trovare nel Cantone un alleato nella promozione della mobilità sostenibile. Anche il Municipio però ci è rimasto un po’ così, tanto che nei giorni scorsi ha deciso di scrivere una lettera al Dipartimento del Territorio. Il senso è sostanzialmente questo: prima dicevate ‘diminuiamo i posteggi’ e ora ‘non è un problema, se volete teneteli tutti’... alla fine che si fa? Tra l’altro lo stesso progetto del nodo intermodale era stato approvato dal Gran Consiglio, ma senza indicazioni sul numero dei posteggi. Quando si arriverà alle richieste del credito di costruzione, quindi, quale versione prevarrà? Quella luganese o quella cantonale? Oppure, senza andare troppo lontano nel tempo, cosa farà il Municipio quando dovrà presentare la revisione del Piano regolatore del comparto? Il messaggio municipale è già pronto, come confermatoci dal responsabile della pianificazione Angelo Jelmini, ma l’incertezza sui posteggi blocca tutto. Anche per questo l’Esecutivo ha scritto al Cantone, fermo restando che bisogna aspettare la decisione del Consiglio di Stato sul ricorso socialista. Un ingorgo degno delle strade attorno alla stazione negli orari di punta.