Stelle cadenti a Paradiso: che ne sarà dell’Eden?
«Still alive», ancora vivo. Per il momento è tutto quello che siamo riusciti a sapere sul progetto di ricostruzione dell’albergo Eden di Paradiso, chiuso da più di quattro anni. L’ermetico aggiornamento ci arriva da un portavoce della società proprietaria dello stabile: un fondo d’investimenti basato nel Liechtenstein. La visione di un nuovo Eden non è dunque svanita, anche se il luogo, oggi, dà sensazioni opposte. All’entrata di quello che è stato un cinque stelle è appeso un foglio con un contatto telefonico, ma il numero, come dice la solita vocina meccanica, non è più in servizio. «Controllare e riprovare in seguito». Certo.
Guardando attraverso i vetri impolverati della hall, l’unico elemento che testimonia l’eleganza dei tempi andati è il grande bancone in legno sopra il quale i turisti lasciavano i documenti per il check-in e ricevevano in cambio le chiavi della loro camera. Il resto sa di abbandono. Nel blocco sul lato opposto della strada c’era un’ampia e luminosa zona relax con una terrazza affacciata sul Ceresio. La vista, almeno quella, continua a lasciare senza fiato. Sulle facciate dello stabile sono affissi anche due disegni, due schizzi di come sarebbe potuto diventare l’Eden se le autorità avessero approvato il primo progetto per la sua riedificazione.
Eravamo nel 2014. La domanda di costruzione inoltrata dai proprietari prevedeva di demolire i vecchi stabili e sostituirli con nuovi volumi caratterizzati da ampie superfici vetrate, distribuiti fra i due lati della strada e connessi da una passerella aerea. La struttura avrebbe offerto un centinaio di camere, un centro wellness, sale per conferenze e incontri, due bar, un piazzale e una passeggiata a lago aperti al pubblico. Tutto questo con un investimento di circa centosessanta milioni. I promotori avevano da subito incontrato delle difficoltà. Prima con il Comune di Paradiso che, pur sostenendo il progetto, aveva chiesto di ridurre le dimensioni di uno dei blocchi affacciati sul Ceresio e quelle di tutti i balconi. Poi ad allungare i tempi era arrivato uno studio, sempre a livello comunale, su come valorizzare il percorso pedonale lungo il lago, che inevitabilmente incrociava il perimetro del nuovo Eden. Come se non bastasse, un gruppo di cittadini aveva lanciato una raccolta di firme contro l’opera, ritenuta poco in armonia con il paesaggio circostante. Alla stessa conclusione, per sfortuna dei proprietari, era infine giunto il Cantone, che aveva espresso un preavviso negativo al rilascio della licenza. Un inferno, altro che Eden. I privati non si erano però persi d’animo e nel giugno 2019 avevano preannunciato una nuova domanda di costruzione. Formalmente, per quanto ci è dato sapere, è lì che siamo rimasti.
Come ci spiegavamo a suoi tempo i proprietari, a cambiare non sarebbe stato il concetto di fondo e nemmeno la volumetria della costruzione, bensì il suo impatto visivo sul contesto. Puntando su un misto fra elementi classici e moderni, l’effetto estetico sarebbe stato diverso. Come detto, però, sono informazioni che risalgono ormai a tre anni fa. Sappiamo che nel frattempo ci sono stati diversi contatti fra le parti – anche con gli uffici cantonali competenti, per evitare una seconda bocciatura – ma nulla più. Dai noi contattato, il municipale responsabile dell’edilizia privata a Paradiso Luciano Di Simone non ha rilasciato dichiarazioni, e il sindaco Ettore Vismara non siamo nemmeno riusciti a contattarlo. Perché questo silenzio? Probabilmente, memori delle polemiche e delle difficoltà passate, sia i promotori sia le autorità comunali vogliono portare avanti il discorso a fari spenti. Il nuovo Eden aspetta. Il vecchio si gode il panorama ancora per un po’.