Sul monte Bar è spuntata una "capannina"

La capanna del monte Bar avrà una sorellina per l’estate. Posata negli scorsi giorni a duecento metri dalla struttura principale, resterà in loco sino a fine agosto e aprirà i battenti a breve, permettendo a chi lo vorrà (e prenoterà) di passarci una notte. Il concetto richiama quello che anima l’iniziativa «Million Stars Hotel» di Svizzera Turismo e al contempo risponde a un’esigenza pratica dei gestori della capanna.
La «capanna alberghetto»
«Anche se è una capanna, la vedo più come un alberghetto di montagna», spiega James Mauri, che gestisce la struttura del CAS Ticino conSerge Santese. Una differenza che non è solo semantica, ma anche di tipo di utenza. Perché la capanna del monte Bar ha la particolarità di attrarre molte persone alle prime esperienze con la montagna, e magari meno abituate a dormire in camerate. Avvezze a qualche comodità in più. «Ma abbiamo solo due camere doppie, per cui c’è tantissima richiesta - dice Mauri. - Stavamo quindi cercando idee per aumentare l’offerta e abbiamo trovato questa soluzione».
Il concetto è quello del micro habitat. Basta un letto e poco più, cercando di restituire la sensazione di essere a stretto contatto con la natura. Quindi la posa in una zona piuttosto isolata e la presenza di grandi vetrate. La «capannina» - chiamiamola così - guarda verso ilSan Salvatore. Non si tratta della prima struttura di questo tipo in Ticino o nella Confederazione. È una soluzione alberghiera che Svizzera Turismo sta anzi promuovendo da alcuni anni. Restando nel Luganese, al parco sanGrato c’è una tenda sospesa ad alcuni metri da terra, e alla tenuta Vallombrosa a Castelrotto un «wine pod».
Le ragioni della temporalità
L’idea per la capannina è stata ovviamente presentata al CAS Ticino che - dice il responsabile capanne Richard Knupfer - l’ha accolta favorevolmente, preoccupandosi di ottenere la licenza edilizia. L’idea iniziale era di piazzarne due o tre, ma il terreno è fuori zona edificabile e il Cantone è particolarmente prudente nel concedere eccezioni. Alla fine si è trovato l’accordo per una sola costruzione e di carattere provvisorio: a fine estate dovrà essere smontata e riportata a valle. Sarà una sorta di esperimento un po’ per tutti, in primis per i gestori, che sono comunque molto ottimisti: «Abbiamo già tantissime richieste», dice Mauri.
Altrove è un successo
D’altronde, le altre «micro stanze» già attive sui monti ticinesi sono molto gettonate, come ci ha confermato chi le gestisce. Dal 2019 alla capanna Gorda in val di Blenio c’è Gaia e - dicono i custodi - «è un gran successo», con un’occupazione prevista per quest’estate dell’80%. «E in inverno va anche meglio». Sempre nel Bellinzonese a fine aprile è stato inaugurato un «Birdbox» a Curzútt: «Giugno e luglio sono quasi tutti esauriti», dicono dall’omonima Fondazione. Nel Mendrisiotto invece dall’estate scorsa c’è Momò Bellavista sul Generoso, che ha debuttato con 161 pernottamenti e un’occupazione che sfiora il 70%. Numeri che sembrano tenere anche quest’anno, ci fanno sapere da Mendrisiotto Turismo.
«The Greenest»
La capannina del monte Bar è stata realizzata in Ticino, dalla ditta Veragouth e Xilema. Ed è stata una bella corsa, dice Giacomo Veragouth: «Venti giorni dall’idea alla realizzazione». Con il ricorrere a una tecnica antica: la bruciatura della superficie delle tavole di abete per renderle più durevoli. Alla capannina Veragouth ha dato il nome di «The Greenest», a richiamare l’omonimo progetto locale a favore del clima che piantuma alberi per combattere il cambiamento climatico (cfr. l’edizione del 13 marzo).