Sull’intelligenza artificiale c’è scetticismo in Svizzera
La popolazione svizzera è parecchio scettica, se non critica, nei confronti dell’uso dell’intelligenza artificiale (IA) nella produzione di notizie. È quanto emerso da un sondaggio condotto dall’Istituto di ricerca d’opinione pubblica e società (Fög) dell’Università di Zurigo nel quadro dell’annuale rapporto sulla «qualità dei media svizzeri».
Il Fög, per la prima volta, ha analizzato l’approccio della popolazione ai contributi giornalistici generati con l’IA, intervistando 1.254 utenti di Internet nella Svizzera tedesca e in Romandia.
In generale, ne è emerso che solo poco meno di un terzo (29%) della popolazione ha voglia di leggere articoli scritti interamente dall’intelligenza artificiale. A titolo di paragone, l’84% è invece disponibile a leggere i testi scritti da professionisti dei media senza l’uso dell’IA. In generale, l’accettazione di questa tecnologia è più elevata per le notizie sulla meteo, lo sport o le quotazioni azionarie che per le notizie di politica, economia o scienza. Oltre l’80% degli intervistati auspica inoltre che i contenuti mediatici prodotti con l’IA siano dichiarati come tali. Ben più della metà della popolazione svizzera (61%) è poi convinta che la qualità generale della produzione giornalistica peggiori con l’incremento del ricorso all’IA. A riguardo, una netta maggioranza teme una riduzione dell’eterogeneità d’opinione e un incremento delle fake news. Solo circa il 10% delle persone intervistate si è detto disponibile a pagare per contenuti giornalistici completamente redatti mediante IA.
Sempre più «deprivati»
Il giornalismo in Svizzera, oltre ovviamente al tema dell’IA, si trova confrontato con altre importanti sfide.
In particolare, dallo studio annuale del Fög è emerso un dato preoccupante per il settore: il gruppo d’utenza di chi è «deprivato» di notizie, ossia che a malapena ancora consuma contenuti giornalistici, continua a crescere e ha ormai raggiunto la quota del 43% della popolazione (+ 4,3 punti percentuali rispetto all’ultimo rilevamento). Inoltre, per la prima volta i cosiddetti «intensive users» (gli utenti assidui) sono scesi sotto quota 10%, con una flessione di 1,8 punti percentuali.
In Svizzera, ad ogni modo, quasi la metà (45,9%) della popolazione esprime un interesse «forte» o «molto forte» nei confronti delle notizie. Un dato che però è anch’esso in calo (4 punti percentuali rispetto rispetto all’anno precedente).
Rispetto ad altri Paesi europei, la Svizzera si colloca a metà classifica in termini di interesse per le notizie. Particolarmente forte è l’interesse per il cosiddetto «giornalismo positivo», cioè per le notizie che riguardano eventi e sviluppi positivi. Inoltre, c’è un forte interesse per il «giornalismo costruttivo» e quindi per le notizie che non si limitano a presentare i problemi, ma discutono anche le soluzioni.
Sette su dieci
Va infine detto che, secondo lo studio del Fög, «la qualità complessiva dei media è ai massimi dal 2015». Anche il Corriere del Ticino, dal punto di vista della qualità misurata dal Fög, ha ottenuto il risultato di 5,8 punti su 10 nella classifica dedicata ai giornali su abbonamento. Ottimo risultato, poi, per il portale CdT.ch, che ha ottenuto 7 punti su 10 tra i siti web a pagamento, piazzandosi in classifica al quarto posto, dietro «solo» a NZZ, Le Temps e Tages Anzeiger. Il domenicale del Gruppo Corriere del Ticino, «La Domenica», per il momento non figura ancora nel rapporto dell’istituto.