Confine

Tassa sulla salute dei frontalieri, «parziale retromarcia del Governo italiano»

Alleggerito il balzello proposto nella bozza della Legge di bilancio: con il nuovo emendamento previsto un tetto massimo di 2.280 euro, comprensivi dei familiari a carico
©Gabriele Putzu
Red. Online
13.12.2023 16:15

Nel tentativo di trattenere in Italia i professionisti del settore sanitario, a fine ottobre, nella bozza della Legge di bilancio, il Governo Meloni aveva proposto una «tassa sulla salute» a carico dei frontalieri. Di fatto, si parlava di una trattenuta dai loro stipendi per aumentare gli incentivi destinati a medici e infermieri attivi - soprattutto - nelle zone di confine. La proposta aveva suscitato subito numerose polemiche, in quanto il balzello, come previsto inizialmente, avrebbe potuto avere un impatto tra i 2.000 fino ad oltre i 3.000 euro di esborso all'anno.

Alessandro Alfieri, capogruppo PD in commissione Esteri e senatore varesino, oggi ha parlato di un ripensamento del Governo italiano: «La maggioranza, sotto pressione delle nostre proteste e della presentazione dei nostri emendamenti, fa una parziale retromarcia con un emendamento dei relatori. Emendamento che prevede un tetto minimo alla tassa di 360 euro annuali per i redditi più bassi e un tetto massimo di 2.280 euro, comprensivi dei familiari a carico», ha dichiarato Alfieri, spiegando che si tratta di «un passo in avanti, che non risolve ancora molte delle criticità da noi sollevate, a partire dal mancato coinvolgimento delle parti sociali e delle istituzioni territoriali. Come Partito Democratico continueremo a dare battaglia in Parlamento».

Questo il testo presentato dai relatori nella seduta di Commissione riunita oggi in sede referente al Senato: «All'articolo 49, comma 2, dopo le parole "del 3 per cento e un valore massimo del 6 per cento" inserire le seguenti: "attuando la progressività del prelievo in rapporto al reddito netto, con un minimo di 30 euro e un massimo di 190 euro mensili, comprensivi dei familiari a carico"».