Confine

Tax free più che dimezzato: l'Italia punta al turismo della spesa

Nella Legge di bilancio 2024, in discussione alla Camera, è stata inserita una misura per favorire gli acquisti di chi vive al di fuori del territorio UE, ticinesi compresi
© CdT/Gabriele Putzu
Red. Online
27.12.2023 19:00

Mentre la Svizzera punta con decisione a dimezzare il limite di esenzione dall’IVA per le merci acquistate oltreconfine, l'Italia pensa a una misura diametralmente opposta. Riavvolgiamo il nastro: oggi, chi fa la spesa in Italia per un importo massimo di 300 franchi non deve pagare alcuna imposta sull’importazione. Di più, quando torna in Svizzera può anche farsi rimborsare l’IVA italiana, decisamente più alta. Bene, un domani il tetto potrebbe essere abbassato a 150 franchi. Rendendo così meno attrattivo lo shopping transfrontaliero. La proposta è stata messa in consultazione fino al 15 marzo 2024.

L'Italia, dicevamo, sta ragionando diversamente. Nella Legge di bilancio 2024 in discussione alla Camera, che dovrebbe essere approvata venerdì, è stata inserita una misura per favorire gli acquisti dei turisti residenti al di fuori del territorio UE. Una misura, quindi, che riguarda anche gli svizzeri e in particolare i ticinesi. La misura, leggiamo, punta a ridurre da 154,95 a 70 euro «il valore minimo delle cessioni di beni destinati all'uso personale o familiare, da trasportarsi nei bagagli personali fuori del territorio doganale dell’Unione Europea, ceduti a soggetti domiciliati o residenti fuori della medesima UE, oltre il quale non è dovuto il pagamento dell'IVA». Il riferimento è al famoso tax free shopping o, meglio, agli acquisti esentasse. Acquisti che, concretamente, consentono a chi rientra in Svizzera dall'Italia di recuperare, passando attraverso la dogana, l'IVA pagata sugli acquisti effettuati all'interno del Paese in cui hanno soggiornato. Si tratta, secondo gli esperti, di un'importante misura di stimolo del commercio internazionale, volta ad attirare consumatori e favorire il turismo. La misura dovrebbe entrare in vigore il 1. febbraio.

«La relazione tecnica – leggiamo ancora nel documento ufficiale – riporta che sotto il profilo finanziario, sulla base dei dati e delle elaborazioni svolte dal Ministero del Turismo, l’attuale soglia minima di spesa riguarda un flusso di turisti internazionali extra UE per una spesa per lo shopping stimata di circa 3,1 miliardi di euro. Inoltre, sempre dalla stessa elaborazione risulta che la quota di tale importo esclusa dal tax free ammonta a circa 350 milioni di euro, generando un flusso di IVA pari a 51,1 milioni di euro. Tale spesa è attribuita per il 60 percento alle operazioni comprese tra euro 70 e 154,94, ossia un ammontare di circa 210 milioni di euro, con un corrispondente gettito IVA pari a circa 30,7 milioni di euro. Pertanto, considerando l’entrata in vigore della misura dal 2024, si stima una perdita di gettito di 30,7 milioni di euro su base annua a decorrere dalla stessa annualità».

L'obiettivo, va da sé, è legato a doppio filo all'idea di incentivare l'acquisto di prodotti made in Italy. E di sostenere i commercianti. Per i cittadini svizzeri, invece, si aprirebbero possibilità di acquisto importanti, soprattutto considerando che l'IVA italiana è al 22%. Che gli elvetici amino l'Italia e in particolare la Lombardia, considerando la vicinanza, è risaputo. Lo dicono anche i dati dell’indagine Turisti stranieri in Lombardia realizzata dall’Osservatorio regionale del turismo e dell’attrattività e citata dalla Regione. Nel 2022, per dire, gli stranieri hanno speso 6,553 miliardi di euro in Lombardia. Con gli svizzeri che hanno vinto l'Oscar dei più spendaccioni con 1,112 miliardi lasciati sul campo di battaglia dello shopping. 

A tutto ciò, poi, bisogna aggiungere la forza del franco. Una forza che sta spingendo sempre più ticinesi e svizzeri oltreconfine. Così, poche settimane fa, Francesco Ardemagni, titolare di alcuni uffici cambio del Mendrisiotto: «Da mesi conviene fare la spesa o andare in vacanza in Italia. Ma questo vale in generale per tutta l’Europa. E per gli Stati Uniti, perché pure il dollaro non se la passa bene rispetto alla nostra moneta». Si spiega anche così la decisione della Svizzera, attualmente in consultazione, di abbassare dagli attuali 300 a 150 franchi il limite entro il quale chi fa la spesa in Italia, rientrando in Svizzera, non paga l'IVA «nostrana» (attualmente del 7,7%, dal 1. gennaio dell’8,1%).