Furbetti della circolazione

Tempi duri per i ticinesi multati in Italia

Sono tremila quelli chiamati a pagare sanzioni contratte a Malpensa, e presto lo stesso potrebbe capitare anche a italiani con contravvenzioni pendenti in Svizzera: merito di una società che dice di aver trovato un modo per riscuoterle
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Federico Storni
15.12.2020 06:00

Circa tremila ticinesi in questi giorni stanno ricevendo una lettera indesiderata: l’invito a pagare una multa per aver sostato troppo a lungo ai gate dell’aeroporto di Malpensa. E una simile lettera potrebbero riceverla a breve anche dei cittadini italiani residenti nel loro Paese per delle multe amministrative (ad esempio di parcheggio) contratte su territorio elvetico. Merito (o colpa) di una neonata società luganese, la Casati & Casati Inkasso, che afferma di aver trovato un modo per riuscire a riscuotere queste sanzioni da uno Stato all’altro, cosa notoriamente complessa per un ente pubblico, in quanto vi è una sorta di buco legale che permette, in buona sostanza, al sanzionato di ignorare l’intimazione di pagamento, nella relativa sicurezza di non essere mai chiamato alla cassa. Relativa in quanto, mettiamo, se un italiano che ha sul groppone una multa non saldata in Svizzera viene fermato dalla polizia, alla fine quella multa dovrà pagarla.

La Casati & Casati Inkasso è partecipata dall’italiana Casati Holding, specializzata tra l’altro nella gestione del credito per la pubblica amministrazione. Gerenti sono l’avvocato Fabio Casati, imprenditore italiano da anni residente in Ticino, e il fiduciario ticinese Piergiuseppe Vescovi. Con loro abbiamo parlato di questa iniziativa.

Come funziona

«È vero che – ci dicono - considerata l’assenza di accordi internazionali stipulati dalla Svizzera in materia di esecuzione dei crediti di diritto pubblico, la Confederazione, i Cantoni ed i Comuni non possono intraprendere all’estero misure volte all’esecuzione di una pretesa. Ma abbiamo approfondito la materia e preso spunto dal comportamento degli altri Stati, che invece agiscono liberamente contro i cittadini elvetici, trovando una soluzione tecnicamente e giuridicamente ineccepibile». Soluzione che consisterebbe nel seguire una procedura civilistica, anziché pubblica. Con questo sistema l’Ente pubblico ticinese cederebbe pro-tempore (12 o 24 mesi) i crediti non incassati da multe amministrative alla Casati & Casati Inkasso. Questa poi, tramite un’altra controllata italiana della holding (abilitata dal Ministero delle finanze italiano per il recupero di entrate tributarie), si rivolgerebbe a un giudice civile della Penisola al fine di ottenere la condanna del debitore al pagamento della multa. Con la sentenza in mano, infine, la società svizzera potrebbe chiedere l’esecuzione della sanzione in Ticino (Vescovi, quale fiduciario, è abilitato ad agire in questo senso). Questo perché, in caso di sentenze civili, c’è un accordo bilaterale di riconoscimento delle stesse, cosa che permetterebbe di sanare quella falla di legge che non consente all’Ente pubblico di portare avanti questa operazione da sé.

Forti di questa soluzione, Casati e Vescovi in questi giorni sono andati a bussare al Cantone e ai principali Comuni ticinesi per presentare la loro idea: «Quello che chiediamo – dice Casati – è di darci un centinaio di pratiche e di metterci alla prova. Se poi effettivamente riusciremo a incassarle discuteremo come proseguire. Crediamo ci sia uno strumento per recuperare questi soldi, sarebbe ridicolo non provarci». La società di riscossione tratterrebbe poi per sé una percentuale di quanto incassato, attorno al 20%, a copertura anche dei costi amministrativi da essa direttamente sostenuti.

Un problema annoso

La questione delle contravvenzioni non pagate da cittadini esteri è politicamente annosa. A Lugano, per esempio, abbiamo trovato una mezza dozzina di interrogazioni e interpellanze al riguardo nell’ultimo decennio. Nel 2011 il Comune affermava di essere sicuro di non potere incassare l’8% delle oltre 11.000 contravvenzioni comminate quell’anno a stranieri (ma quelle non pagate al momento della risposta erano il 44,3%). A livello cantonale, nel 2019 il Governo informava che «per quanto riguarda le multe disciplinari di competenza della Polizia cantonale, in questi anni la percentuale di incasso per gli automobilisti residenti negli Stati confinanti si situa mediamente fra il 70 e il 90%. A febbraio 2019 le ingiunzioni di pagamento scadute relative a contravvenzioni intimate a debitori residenti nell'Unione europea ammontano a 6'653 casi, per un importo complessivo un milione di franchi, di cui 5'412 casi (81%) sono riconducibili a debitori residenti in Italia per uno scoperto di 782 mila franchi».

Attivi anche nell’altro senso

Come accennato in entrata, Casati Holding, tramite una controllata italiana, la Fintel Engineering, sta facendo anche l’operazione inversa: riscuotere multe contratte in Italia da svizzeri: «Abbiamo ricevuto mandato dall’Unione dei Comuni di Lonate Pozzolo e Ferno di provare a riscuotere circa 3.000 multe intimate soprattutto a ticinesi che hanno sostato troppo a lungo ai gate di Malpensa» afferma Casati. Le intimazioni di pagamento stanno arrivando in questi giorni. Mediamente ai sanzionati vengono chiesti 200 euro, quando la multa iniziale era attorno ai 20-30. Il rincaro è dovuto ai costi amministrativi (dettagliati nell’intimazione, di cui abbiamo potuto vedere una copia). Anche in questo caso si tratta di un blocco di multe test, vicine alla prescrizione (5 anni), poi si vedrà. «Ma altri Comuni italiani sono molto interessati – conclude Casati. – Per tramite della Fintel abbiamo ad esempio appena ricevuto l'incarico dal Comune di Luino per il recupero di crediti relativi a 1.500 multe contratte soprattutto da veicoli con targa ticinese».

Intanto a Como è polemica

Di multe transfrontaliere si sta parlando anche a Como in questi giorni. Come riporta il giornale La Provincia di Como, di recente la Sezione della circolazione di Camorino ha risposto picche alla richiesta comasca di fornirgli l’indirizzo di 5.000 trasgressori (la metà veicoli con targhe ticinesi) per comminare loro le contravvenzioni in quanto non vi è un accordo fra Svizzera e Italia per lo scambio di informazioni in caso di sanzioni che non interessino l’ambito penale. Notizia ricevuta oltreconfine con grande scorno. È lo stesso problema che la società Casati & Casati Inkasso pensa di poter risolvere.

©CDT/ARCHIVIO
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