Tensioni nella Polizia del Vedeggio, licenziato il vicecomandante

Risalgono ormai a quasi due anni fa le tensioni all’interno del corpo intercomunale di Polizia del Vedeggio. Tensioni che hanno avuto come esito il licenziamento del vicecomandante. Una decisione presa dal Comune polo, Lamone, che è stata confermata nelle scorse settimane dal Tribunale cantonale amministrativo (non siamo riusciti ad appurare se la stessa sia stata impugnata o meno). La decisione in realtà risale al maggio del 2022 ma non era mai emersa a mezzo stampa. È di fatto già da allora che il vicecomandante non si presenta in ufficio (aveva chiesto l’effetto sospensivo, ma esso era stato negato). L’intenzione della Commissione intercomunale dedicata, presieduta dal vicesindaco di Lamone Daniele Franzoni, è di procedere in tempi brevi alla pubblicazione del concorso per l’assunzione di un nuovo vicecomandante, premessa la crescita in giudicato della decisione.
Emerge qualche dettaglio
L’emergere di tensioni in seno al Corpo era stato accolto con un certo fastidio dai Comuni coinvolti, che avevano parlato di «fuga di notizie» senza dare particolari dettagli, se non riferendo di un’inchiesta amministrativa conclusa e rimarcando la propria fiducia nel comandante e nel Corpo. L’inchiesta aveva in particolare portato alla sospensione del vicecomandante a marzo 2022, e al suo licenziamento il 24 maggio (con effetto a fine agosto), lo stesso giorno in cui erano emerse le prime notizie in merito alle tensioni all’interno del Corpo. Problematica che, va precisato, non ha avuto risvolti penali.
Di recente, il TRAM ha tutelato la decisione di Lamone (la Polizia del Vedeggio serve poi anche i territori di Cadempino, Bedano, Torricella-Taverne, Mezzovico-Vira, Monteceneri e Isone) e dalla sentenza emerge cosa sia successo in quei mesi: «Tra il comandante e il vicecomandante vi è un dissidio profondo e insanabile, situazione che rende impensabile una corretta gestione del Corpo», scrive il TRAM, di fatto facendo sue le conclusioni già tratte dall’inchiesta interna ordinata dalla Commissione intercomunale. Perché, però, è stato il vicecomandante ad avere la peggio, per così dire? Tanto più considerando che «è evidente che egli è rispettato dagli altri sette agenti, che in lui identificano un punto di riferimento»? Perché il vice, «senza mostrare il minimo segno di autocritica, ha misconosciuto l’autorità del suo superiore». Sia esternamente che all’interno del Corpo. «Il suo allontanamento – conclude il TRAM – costituisce una misura adeguata a ristabilire l’ordine». Quanto al se nel frattempo i rapporti all’interno del Corpo si siano effettivamente normalizzati, Franzoni afferma di sì: «La storia è chiusa e guardiamo avanti».