Il punto

Tentata rapina in centro a Lugano, in due indagati anche all'estero

Il quartetto di sedicenti cittadini serbi e croati non è ancora stato formalmente identificato ma almeno un paio sono volti noti anche fuori dai confini svizzeri – Prende sempre più corpo un collegamento con il gruppo dei Pink Panthers
© Ti-Press/Pablo Gianinazzi
Nico Nonella
26.07.2024 06:00

A tre settimane dai fatti, proseguono a pieno regime le indagini coordinate dal procuratore pubblico Simone Barca per far luce sulla tentata rapina alla gioielleria Taleda di Lugano. I quattro autori sono ancora da identificare con certezza: per il momento si parla di due sedicenti cittadini di 46 e 34 anni croati e di due sedicenti serbi di 48 e 34 anni. Tuttavia, a conferma della loro pericolosità, c’è un’importante novità: stando a nostre informazioni, nei confronti di due di loro vi sono procedimenti penali aperti all’estero (in Europa) per reati analoghi. Una conferma in tal senso sarà possibile solamente dopo la loro identificazione. Come da noi anticipato, un terzo uomo - il 48.enne - era invece stato condannato nel 2019 nel Canton Vaud a sei anni di carcere per rapina.

In ogni caso, gli inquirenti ritengono di avere a disposizione elementi che dimostrerebbero una loro affiliazione (o perlomeno una vicinanza) al gruppo criminale dei Pink Panthers - ne avevamo parlato il 3 luglio scorso - fondato da un gruppo di ex militari serbi e specializzato in spettacolari furti e rapine di gioielli. Come da prassi, elementi utili alle indagini potrebbero arrivare dall’analisi dei telefonini utilizzati dai quattro uomini, la cui carcerazione preventiva è stata confermata per tre mesi.

Le principali ipotesi di reato nei loro confronti sono di rapina aggravata, esposizione a pericolo della vita altrui, violenza e minaccia contro funzionari e infrazione alla Legge federale sulle armi. Il quartetto, lo ricordiamo, ha agito con due pistole cariche: quando i due agenti della Polizia comunale di Lugano erano giunti sul posto, uno dei rapinatori che stava arraffando il bottino non si era fermato; anzi, aveva puntato una pistola contro i poliziotti. Uno di loro aveva quindi aperto il fuoco (e il proiettile aveva colpito la porta della gioielleria conficcandosi nel muro dello stabile).

Chi sono le «pantere»

La banda dei Pink Panthers ha attirato l’attenzione del pubblico per la prima volta nel 2003 dopo un colpo in una gioielleria di Londra che ha fruttato un bottino di oltre 23 milioni di sterline. Le indagini di Scotland Yard avevano portato all’appartamento di un complice della banda, dove era stata recuperata seppur parzialmente la refurtiva. Fra le pietre preziose ritrovate c’era un diamante azzurro del valore di mezzo milione di sterline nascosto in un vasetto di crema per il viso: un particolare che si ritrova nel film La Pantera Rosa colpisce ancora. Un particolare che portò i media a chiamare la banda «the Pink Panthers». Ai criminali il soprannome piacque, tanto che in occasione di una loro rapina, a Zurigo, indossarono magliette rosa.

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