Tentata rapina, uno degli autori avrebbe colpito anche a Ginevra
Che la tentata rapina commessa il 2 luglio a Lugano, in pieno centro e in pieno giorno, fosse opera di persone «del mestiere» era emerso fin dai primi istanti. Oltre al modus operandi – e al collegamento con la banda dei Pink Panthers, nota per questo tipo di azioni criminali – nei giorni successivi al tentato colpo era inoltre venuto alla luce il fatto che uno degli arrestati (quattro in totale) avesse dei precedenti specifici: nel 2019 era infatti stato condannato a sei anni per una rapina nel Canton Vaud. Di più, nei confronti di due di loro vi sono inoltre procedimenti penali aperti all’estero (in Europa) per reati analoghi. Ora, però, all’inchiesta coordinata dal procuratore pubblico Simone Barca si aggiunge un ulteriore tassello. Un nuovo collegamento con la Svizzera romanda, più precisamente con Ginevra. Un’ulteriore conferma, qualora ce ne fosse il bisogno, che le persone che hanno preso di mira la gioielleria Taleda abbiano un curriculum criminale di un certo rilievo.
Stando a nostre informazioni, verificate, a uno dei rapinatori che si trovano attualmente in carcere è stato contestato un altro colpo. Durante un interrogatorio negli scorsi giorni, infatti, gli inquirenti – con elementi a sostegno – hanno trovato collegamenti con una rapina andata in scena a metà marzo nella città sul Lemano, dunque pochi mesi prima di quella perpetrata a Lugano. Un gesto che, finora, non aveva ancora un responsabile accertato. Proseguono, dunque, le indagini volte a ricostruire dinamica e ruoli di quanto accaduto in via Pessina a Lugano poco prima di mezzogiorno. Oltre ai quattro uomini fermati – si tratta di un 46.enne e di un 34.enne, sedicenti cittadini croati residenti in Croazia, nonché di un 48.enne e di un 34.enne sedicenti cittadini serbi residenti in Serbia – non è infatti da escludere che vi sia il coinvolgimento di altre persone che hanno avuto un ruolo secondario. Ovvero individui dell’organizzazione criminale che non sarebbero entrati, quella mattina, nella gioielleria, ma che avrebbero dato una mano a pianificare la rapina nonché organizzare una via di fuga dopo aver messo a segno il colpo. È noto, infatti, che in seguito alla tentata rapina sono stati rinvenuti due scooter in un vicino autosilo così come un furgone. Non è escluso, stando a quanto abbiamo potuto approfondire, che siano collegati ulteriori veicoli.