Terminal dei bus alla stazione, l'ora del voto si avvicina

«Il nodo intermodale alla stazione ferroviaria di Locarno nel territorio di Muralto assume un ruolo strategico determinante per completare l’auspicato salto di qualità del sistema di trasporto pubblico cantonale. La piazza prospicente la stazione viene ridisegnata grazie alla realizzazione di una nuova pensilina che porta ad una diversa impostazione dei flussi con al centro dell’attenzione la facilitazione della transizione treno-bus rispettivamente traffico lento». Inizia così il rapporto della Commissione della gestione del Gran Consiglio sul messaggio riguardante lo stanziamento di un credito di 7 milioni, su una spesa totale di 16,6 milioni, per la riorganizzazione, appunto, del nodo intermodale alla stazione FFS di Locarno. Credito che il parlamento cantonale ha avallato il 17 settembre dello scorso anno ma contro il quale è riuscita la domanda di referendum presentata dal comitato «Salva viale Cattori».
«Giù le mani da quel boulevard»
Proprio la salvaguardia del «boulevard» che dal lungolago di Muralto sale verso la stazione ferroviaria è alla base della ferma opposizione dimostrata da un nutrito gruppo di cittadini di Muralto, e del resto del Locarnese verso la soluzione proposta dall’autorità La loro opposizione si è concretizzata nella raccolta di 9.779 firme (ne bastavano 7.000) in tutto il Cantone contro la decisione adottata lo scorso settembre dal Gran Consiglio. Di modo che ad esprimersi sul progetto del futuro terminal dei bus alla stazione di Locarno saranno tutti gli aventi diritto di voto ticinesi, chiamati alle urne fra due mesi, ossia il 15 giugno. Motivo del contendere, come accennato, è il percorso che seguiranno i bus provenienti dal centro cittadino di Locarno per raggiungere lo scalo ferroviario. La cosiddetta «variante base» prevede che tutte le fermate dei bus convergano in un’unica zona centrale davanti alla stazione. I torpedoni del trasporto pubblico che transitano dalla stazione verso Muralto si attesteranno nell’area dell’attuale terminale, ma con solo due stalli. Per i bus che transitano verso la stazione giungendo da Muralto è confermata l’ubicazione delle fermate davanti al Grand Hotel, che saranno ammodernate e ingrandite. La grossa differenza la si avrà per i bus in attestamento, ossia tutti quelli che giungono alla stazione e lì si fermano: sosteranno sotto la nuova pensilina realizzata in corrispondenza del chiosco Avec (che sarà demolito): grazie al quale sarà possibile stazionare contemporaneamente cinque linee.

Dal lungolago a salire
L’accesso alla futura pensilina avverrà tramite il passaggio dal lungolago e, a salire, da viale Cattori. Una soluzione, come detto, contestata dai promotori del referendum che la ritengono «altamente pregiudizievole e deturpante per l’intero quartiere che si estende dal debarcadero di Locarno a Viale Cattori».
Oltre 250 bus al giorno
Un tratto di valenza socio-turistica e commerciale, aggiungono i referendisti, «lungo il quale dove passerebbero oltre 250 bus al giorno, uno ogni 2-3 minuti, diretti alla prevista pensilina della stazione». E questo con «lo spreco di quasi 17 milioni di franchi prelevati dalle tasche dei contribuenti ticinesi per realizzare un intervento che non risolverebbe minimamente le problematiche della viabilità nella zona della stazione», rincara il comitato «Salva viale Cattori», che paventa un peggioramento del traffico e della sicurezza per tutti gli utenti del comparto, anche in considerazione del fatto che il progetto non prevede la costruzione di un sottopassaggio in via della Stazione. La zona d’incontro in cui si vorrebbe trasformare li piazzale della stazione risulterebbe assai pericolosa proprio per il transito di 250 bus al giorno.

«La soluzione è a nord»
Per i contrari alla «variante base» la soluzione alternativa ci sarebbe. Si tratterebbe, sostengono, di realizzare la pensilina dei bus a nord della stazione ferroviaria, sui terreni delle FFS ora occupati dal Park & Rail. Una soluzione che è però stata scartata nel corso del processo di valutazione di numerose varianti e diversi studi condotti da gruppi interdisciplinari di specialisti del settore, sotto la supervisione del Dipartimento del territorio.