Mendrisiotto

Terra di pesci e pescatori? Un’impresa sempre più ardua

La siccità del 2022 ha messo a dura prova la fauna ittica dei corsi d’acqua del Distretto – L’anno appena trascorso, più favorevole, ha permesso di riprendere con maggiore vigore le attività di ripopolamento – Ma la guardia non va abbassata
©Ti-Press/Benedetto Galli
Stefano Lippmann
25.01.2024 06:00

L’annus horribilis, il 2022, è ormai alle spalle. Ma la guardia non va abbassata. Tutti ricordano in particolar modo l’estate del 2022, periodo che – causa siccità – ha messo a dura prova le sorgenti e i corsi d’acqua del Mendrisiotto. Lo sanno bene i pescatori, prime sentinelle – se così vogliamo chiamarle – al fronte. «Nel 2022, a causa della siccità, sono purtroppo morti molti pesci» ci spiega il presidente della Mendrisiense (l’associazione dei pescatori del Mendrisiotto) Christian De Piaggi. Sodalizio che si è riunito lo scorso fine settimana per la consueta assemblea. L’anno appena trascorso, invece, ha dato segnali incoraggianti: «Le piogge primaverili, i temporali estivi e qualche precipitazione autunnale hanno certamente aiutato. Ma sappiamo che le sorgenti hanno sempre un certo deficit». Considerazioni che evidenziano quanto sia sempre più difficile, da un lato, pescare nel Mendrisiotto e, dall’altro, far sì che i ripopolamenti di pesce possano avvenire con un certo successo. Quest’ultimi sono affidati ai pescatori stessi i quali si adoperano per quelle che vengono definite «semine», solitamente effettuate con le uova di pesce e avannotti. «Grazie a quanto ci hanno fornito gli incubatoi di Maglio di Colla, Brusino e Rodi – prosegue il presidente – abbiamo ripopolato alcuni tratti dei corsi d’acqua del Distretto e immesso del materiale ittico nel lago». Cercando così di «colmare il vuoto venutosi a creare nel 2022. Abbiamo altresì notato – aggiunge De Piaggi – che stanno diminuendo i letti di frega (i luoghi dove si riproducono in natura i pesci, ndr)». Semine che, si spera, possano dare i loro frutti. L’attenzione al territorio – al di là dello svolgimento della propria passione – d’altronde non manca. Ne è una prova la realizzazione del Parco del Laveggio, trainata dall’associazione Cittadini per il territorio. Oltre alla creazione del parco, la Mendrisiense ha espresso gratitudine per aver dato seguito «in tempi record alla proposta di effettuare alcune piantumazioni lungo il fiume. Piante che danno ombra al corso d’acqua e permettono di migliorare la qualità dell’habitat delle specie ittiche presenti».

Misure al vaglio

Il Mendrisiotto, come abbiamo visto, è una delle regioni che sta maggiormente soffrendo a livello di corsi d’acqua e, di riflesso, anche per il mondo della pesca. È sempre più difficile scorgere pescatori lungo i corsi d’acqua, «sebbene nel 2023 se ne sia visto qualcuno in più». E all’orizzonte – o meglio, in fase di studio – v’è la possibilità che le regole sulle catture di pesce, a livello cantonale, possano cambiare. Tra le ipotesi v’è ad esempio la possibilità di aumentare la misura minima per poter trattenere un pesce e, allo stesso tempo, diminuire il numero di catture. «La Mendrisiense, per quel che concerne il proprio territorio di competenza, auspica, al fine di proteggere maggiormente la trota fario, una misura minima per la cattura di 28 centimetri (oggi è di 24, ndr)». E, sempre per il Distretto, è «vista di buon occhio la diminuzione delle catture giornaliere da 10 a 6 esemplari».

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