Test rapidi? Le richieste aumentano e in Ticino ci sono più farmacie che lo fanno

La Confederazione cambia strategia e punta sui test per prevenire i contagi da coronavirus. Un’idea che si prevede comporterà un radicale aumento del numero di test effettuati: secondo le indicazioni fornite dal Governo in conferenza stampa, ogni cittadino potrebbe arrivare a fare circa un tampone a settimana. La raccomandazione è di farne uno almeno ogni volta che si ha la necessità di incontrare qualcuno. Ma le risorse in Svizzera per mettere a punto questa strategia non sono sempre facilissime da reperire. Basti pensare, come riportato questa mattina in un’intervista ai microfoni di SRF da Marine Ruggli, presidente di PharmaSuisse, che in tutto il paese ci sono solamente 280 farmacie, su un totale di 1.800 circa, che possono effettuare i test.
«Ticino sopra la media nazionale»
E in Ticino, come siamo messi? Ne abbiamo parlato con Federico Tamò, titolare della farmacia Malè a Bellinzona e portavoce dell’Ordine dei farmacisti del canton Ticino. «Il numero di farmacie che si sono annunciate e messe a disposizione per effettuare test rapidi sono aumentate», ci spiega. Le sedi appena un mese fa circa erano poco più di una decina, mentre oggi sono 44 (dato aggiornato al 18 marzo 2021). «Si tratta di un aumento che ci permette di coprire buona parte del fabbisogno. È probabile inoltre che qualcuna ancora si aggiunga all’elenco prossimamente», dice Tamò ricordando che i test possono essere effettuati anche nei centri di test, i cosiddetti checkpoint, presenti ad Agno, Bellinzona, Lugano, Mendrisio, Locarno e Regione Tre Valli.
«Complessivamente le farmacie nel Cantone sono circa 200. Questo significa che attualmente circa il 25% delle farmacie presenti sul territorio cantonale sono disponibili per effettuare test. Il dato è al di sopra della media nazionale e questo è sicuramente positivo per l’implementazione della strategia e per poter rispondere alla grossa richiesta da parte della popolazione».

Criteri rigidi per garantire la sicurezza
Certo è che la possibilità di effettuare i test non viene elargita a tutti senza controlli né criteri: la procedura da seguire e le condizioni da adempiere per le farmacie che desiderano collaborare sono complesse. «Ci sono molti aspetti da osservare. L’obiettivo principale è quello di garantire la sicurezza di chi effettua i test, di chi vi si sottopone e ovviamente anche degli altri utenti delle farmacie. Per poter aderire servono progetti e requisiti ben precisi, come ad esempio il fatto di avere a disposizione due locali separati dalla farmacia. In Ticino le infrastrutture con queste caratteristiche non sono molte e in vari casi si è dovuto provvedere a installare container o affittare ulteriori locali per allestire gli spazi dedicati ai test. L’importante è proprio riuscire a garantire la massima sicurezza per tutte le persone coinvolte», asserisce Tamò.

Paga la Confederazione? Le richieste aumentano
La strategia della Confederazione contro la pandemia, come osserva il portavoce dell’Ordine dei farmacisti cantonale, ha la caratteristica di essere «passata da una fase di ricerca della malattia a una di prevenzione. In questo modo anche le persone asintomatiche possono sottoporsi al test per il depistaggio». Un cambiamento che si ripercuote tra l’altro anche sul numero di clienti interessati ad effettuare il test: «C’è stato un forte aumento di persone che vengono ad effettuare il test - conferma Tamò -. Avevamo già un elevato numero di richieste prima, ma togliere quest’ultimo scalino dell’impegno finanziario ha facilitato ulteriormente l’accesso a questo strumento per la popolazione».
I test, lo ricordiamo, sono gratuiti: «La fatturazione avviene tramite cassa malati - chiarisce Tamò -. Le farmacie fatturano alla cassa malati, che a sua volta sarà rimborsata dalla Confederazione. In questo modo il cliente non deve pagare nulla, né attendere eventuali rimborsi».
La circolare dell’UFC
In attesa di conoscere il piano del Governo ticinese (che verrà discusso domani mattina in Consiglio di Stato) – in particolare per quanto attiene i test di massa nelle aziende – oggi l’Ufficio del farmacista cantonale (UFC) ha diramato una circolare indirizzata alle farmacie del cantone. Nella missiva dell’UFC viene sottolineato come al momento i test autodiagnostici non siano ancora stati validati. La prima messa in commercio (5 test gratuiti al mese per persona, da ritirare in farmacia) è attesa entro aprile e si tratterà di test nasali. L’autorizzazione per i test salivari (ipotizzati in un primo momento) non è infatti prevista nel breve-medio termine.