Locarnese

Tira brutta aria nelle imprese: «Pensateci prima di licenziare»

L'appello del sindacalista Marco Pellegrini a fronte di tagli occupazionali che si annunciano sulle aziende industriali grandi e piccole della regione
In autunno si annunciano un centinaio di licenziamenti in grandi e piccole imprese del Locarnese. © CdT/Archivio
Mauro Giacometti
01.09.2023 06:00

Sarà un autunno caldo per l’occupazione nella regione. Si rincorrono voci di tagli del personale,in particolare nella metallurgia, con almeno un centinaio di posti a rischio. E anche l’indotto risentirà di queste nuvole minacciose. Ne abbiamo parlato con Marco Pellegrini, sindacalista e responsabile per il Sopraceneri dell’OCST.

Dal suo osservatorio privilegiato, ci sono segnali preoccupanti dal punto di vista occupazionale dal comparto metalmeccanico e “tech” della regione?
«Certamente, vi è una certa inquietudine a causa di segnali preoccupanti che emergono dal settore metallurgico della regione. È il possibile effetto a catena che desta particolare preoccupazione. Le grandi imprese, attori trainanti nel panorama economico, possono avere influenza sulle aziende più piccole, a loro collegate, con un effetto domino. Per esempio, se tali realtà adottassero misure di ristrutturazione o ridimensionamento, gli impatti potrebbero propagarsi sino alle piccole e medie imprese (PMI), che dovrebbero ristrutturarsi di conseguenza».

Le motivazioni di questa crisi?
«Le fluttuazioni economiche possono essere causate da diversi fattori, come l’aumento dei costi dell’elettricità, che influisce sia sulle imprese che sui consumatori. Inoltre, l’aumento dei prezzi delle materie prime, come il petrolio o i metalli, può innescare catene di approvvigionamento più costose, che si riflettono sui prodotti finali. Le sfide nelle tempistiche di forniture possono derivare da interruzioni nella catena di approvvigionamento, ritardi nelle spedizioni o problemi logistici, che possono rallentare la produzione e creare incertezza sul mercato. Questi cambiamenti possono influenzare il comportamento dei consumatori e delle aziende, portando a decisioni di spesa più caute o a modifiche repentine nelle strategie di investimento».

Ci sono e quali sono le possibili soluzioni praticabili per evitare licenziamenti e smobilitazioni aziendali?
«È importante sottolineare che le reazioni delle imprese potrebbero variare a seconda del settore e delle strategie adottate. Quelle più solide e meglio organizzate potrebbero riuscire a riadattarsi e a resistere meglio agli effetti negativi, mentre altre potrebbero trovarsi in una posizione più vulnerabile. Tuttavia, è cruciale considerare che in contesti di incertezza economica, spesso emergono anche nuove opportunità. Le sfide possono stimolare l’innovazione e la ricerca di soluzioni creative per adattarsi a un panorama mutevole. L’importanza di esplorare tutte le opzioni prima di prendere decisioni drastiche. Consultare le commissioni del personale, ad esempio, coinvolgendo il sindacato può portare a una collaborazione più ampia e sfruttare le competenze e le prospettive dei dipendenti per trovare soluzioni innovative. Poi esplorare opzioni come il lavoro ridotto potrebbe permettere di mantenere le risorse umane essenziali pur riducendo i costi. Questo aiuterebbe a evitare licenziamenti e preservare le competenze del personale. Nel caso in cui fosse necessario ridurre le ore di lavoro dei dipendenti, in primo luogo si potrebbe dare la possibilità a chi lo desidera di lavorare partime. In alternativa, la disoccupazione parziale potrebbe fornire un sostegno finanziario temporaneo ai dipendenti colpiti, riducendo al contempo il carico finanziario dell’azienda. Oltre al lavoro ridotto e alla disoccupazione parziale, potrebbero esserci altre opzioni creative da considerare. Ad esempio, la ridefinizione dei ruoli, la flessibilità nell’orario di lavoro o la riconversione delle competenze dei dipendenti».

Insomma, pensateci bene prima di licenziare...
«L’invito alle imprese a cercare soluzioni alternative a medio termine prima di attuare licenziamenti è un approccio saggio. Queste alternative non solo preservano il know-how del personale, ma possono anche contribuire a mantenere un ambiente di lavoro positivo e sostenibile anche in tempi difficili. Anche la politica è chiamata a fare la sua parte in favore dell’economia e del nostro tessuto sociale che va preservato non solo a parole ma con fatti tangibili».