Tira brutta aria nelle imprese: «Pensateci prima di licenziare»
Sarà un autunno caldo per l’occupazione nella regione. Si rincorrono voci di tagli del personale,in particolare nella metallurgia, con almeno un centinaio di posti a rischio. E anche l’indotto risentirà di queste nuvole minacciose. Ne abbiamo parlato con Marco Pellegrini, sindacalista e responsabile per il Sopraceneri dell’OCST.
Dal suo osservatorio privilegiato, ci sono segnali
preoccupanti dal punto di vista occupazionale dal comparto metalmeccanico e
“tech” della regione?
«Certamente, vi è una certa inquietudine a causa di segnali
preoccupanti che emergono dal settore metallurgico della regione. È il
possibile effetto a catena che desta particolare preoccupazione. Le grandi
imprese, attori trainanti nel panorama economico, possono avere influenza sulle
aziende più piccole, a loro collegate, con un effetto domino. Per esempio, se
tali realtà adottassero misure di ristrutturazione o ridimensionamento, gli
impatti potrebbero propagarsi sino alle piccole e medie imprese (PMI), che
dovrebbero ristrutturarsi di conseguenza».
Le motivazioni di questa crisi?
«Le fluttuazioni economiche possono essere causate da
diversi fattori, come l’aumento dei costi dell’elettricità, che influisce sia
sulle imprese che sui consumatori. Inoltre, l’aumento dei prezzi delle materie
prime, come il petrolio o i metalli, può innescare catene di approvvigionamento
più costose, che si riflettono sui prodotti finali. Le sfide nelle tempistiche
di forniture possono derivare da interruzioni nella catena di
approvvigionamento, ritardi nelle spedizioni o problemi logistici, che possono
rallentare la produzione e creare incertezza sul mercato. Questi cambiamenti
possono influenzare il comportamento dei consumatori e delle aziende, portando
a decisioni di spesa più caute o a modifiche repentine nelle strategie di
investimento».
Ci sono e quali sono le possibili soluzioni praticabili per
evitare licenziamenti e smobilitazioni aziendali?
«È importante sottolineare che le reazioni delle imprese
potrebbero variare a seconda del settore e delle strategie adottate. Quelle più
solide e meglio organizzate potrebbero riuscire a riadattarsi e a resistere
meglio agli effetti negativi, mentre altre potrebbero trovarsi in una posizione
più vulnerabile. Tuttavia, è cruciale considerare che in contesti di incertezza
economica, spesso emergono anche nuove opportunità. Le sfide possono stimolare
l’innovazione e la ricerca di soluzioni creative per adattarsi a un panorama
mutevole. L’importanza di esplorare tutte le opzioni prima di prendere
decisioni drastiche. Consultare le commissioni del personale, ad esempio,
coinvolgendo il sindacato può portare a una collaborazione più ampia e
sfruttare le competenze e le prospettive dei dipendenti per trovare soluzioni
innovative. Poi esplorare opzioni come il lavoro ridotto potrebbe permettere di
mantenere le risorse umane essenziali pur riducendo i costi. Questo aiuterebbe
a evitare licenziamenti e preservare le competenze del personale. Nel caso in
cui fosse necessario ridurre le ore di lavoro dei dipendenti, in primo luogo si
potrebbe dare la possibilità a chi lo desidera di lavorare partime. In
alternativa, la disoccupazione parziale potrebbe fornire un sostegno
finanziario temporaneo ai dipendenti colpiti, riducendo al contempo il carico
finanziario dell’azienda. Oltre al lavoro ridotto e alla disoccupazione
parziale, potrebbero esserci altre opzioni creative da considerare. Ad esempio,
la ridefinizione dei ruoli, la flessibilità nell’orario di lavoro o la
riconversione delle competenze dei dipendenti».
Insomma, pensateci bene prima di licenziare...
«L’invito alle imprese a cercare soluzioni alternative a
medio termine prima di attuare licenziamenti è un approccio saggio. Queste
alternative non solo preservano il know-how del personale, ma possono anche
contribuire a mantenere un ambiente di lavoro positivo e sostenibile anche in
tempi difficili. Anche la politica è chiamata a fare la sua parte in favore
dell’economia e del nostro tessuto sociale che va preservato non solo a parole
ma con fatti tangibili».