Il caso

Torna l'ora solare, ma perché?

Da anni, in Europa ma non solo, si discute se non sia meglio mantenere l'ora legale tutto l'anno
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Red. Online
29.10.2022 17:45

Ora solare, rieccoci. Questa notte, alle 3 in punto, le lancette degli orologi – come di consuetudine – dovranno essere spostate un'ora indietro. Oddio, oramai fra smartphone, computer e altri aggeggi elettronici nemmeno ci facciamo più caso: ci pensano i vari sistemi operativi. Eppure, il ritorno dell'ora solare fa comunque notizia. A maggior ragione ora, in piena crisi energetica. Perché? Proviamo a capirlo insieme.

Riavvolgiamo il nastro: si discute se mantenere il sistema attuale, ovvero sette mesi di ora legale e cinque di ora solare, da almeno quattro anni. La Svizzera, ricordiamo, aderì al cambiamento d'orario nel 1981, per allinearsi a quanto già accadeva nelle nazioni vicine. Nel 2018, per contro, il Parlamento europeo si pronunciò, con l'84% dei voti, a favore dell'abolizione dell'ora legale. Della serie: adesso basta.

Ma quanto si risparmia?

Secondo gli esperti, se mantenessimo tutto l'anno un regime di ora legale ne guadagneremmo in termini di assunzione di vitamina D e, ancora, avremmo meno disturbi del sonno. Di più, l'ora solare non sarebbe altro che un retaggio della società contadina. Oggi, nel 2022, in piena modernità insomma, avrebbe più senso avere luce alla sera che non al mattino. 

Al momento, l'Europa è suddivisa in tre fusi orari. La stragrande maggioranza dei Paesi utilizza l'ora dell'Europa centrale come standard. Adottare, per 12 mesi, l'ora legale comporterebbe appunto alcuni vantaggi. Anche energetici, sì. Vantaggi difficili da ignorare, visto quanto sta succedendo. Detto ciò, nel 2018 il Parlamento europeo propose pure di suddividere i Paesi europei in quattro zone orarie in base all'ora invernale corrente. Una proposta che fece storcere più di un sopracciglio.

Detto dei vantaggi energetici, vi sarebbero altresì dei benefici ambientali. E poi, beh, ci sarebbe pure il risparmio vero e proprio. Soldi che resterebbero nelle tasche dei cittadini, proprio così. Prendiamo l'Italia, nostro vicino. Secondo i dati diffusi da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, e citati dal Sole 24 Ore, nei 7 mesi di ora legale il sistema elettrico italiano ha beneficiato di minori consumi per 420 milioni di kWh, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 150 mila famiglie, con un conseguente risparmio economico di circa 190 milioni di euro. Ricadute positive, dicevamo, anche in termini di sostenibilità ambientale: il minor consumo elettrico, leggiamo, ha consentito al Paese di evitare emissioni di CO2 in atmosfera per circa 200 mila tonnellate. Non solo. Dal 2004 al 2022, secondo l'analisi della società, il minor consumo di energia elettrica per l'Italia dovuto all'ora legale è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2 miliardi di euro.

La posizione dell’Europa

Sono diversi anni, come detto, che nell'Unione Europea si discute (e si litiga) sull'eventualità di mantenere l’ora legale per tutto l’anno. Bruxelles ha unificato per la prima volta le disposizioni relative all’ora legale nel 1980, proprio per favorire un approccio armonizzato al cambio dell'ora nel mercato unico. Prima, invece, ognuno faceva a modo suo.

Di fatto, la proposta è ancora in attesa. Una decisione finale è stata demandata ai singoli Stati membri. Con la Svezia presidente di turno del Consiglio dell’Unione europeo dal 1. gennaio prossimo le cose si smuoveranno? Sì, no, forse. 

Va ricordato, concludendo, che in Svizzera un comitato guidato dalla consigliera nazionale Yvette Estermann e Armin Capaul nel 2019 lanciò un’iniziativa per abolire il cambio di orario. Il risultato? L'iniziativa morì sul nascere, dal momento che non riuscì a raccogliere le 100 mila firme necessarie. E allora, preparatevi: stanotte si torna indietro nel tempo. L'appuntamento con l'ora legale, invece, è fissato a domenica 26 marzo 2023.