Traballano i pontili di Capolago, anche se ancorati da anni sul Ceresio
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Alcuni sono lì dalla fine degli anni Settanta, altri dagli anni Ottanta e Novanta. La loro longevità non è però sinonimo di legittimità. Almeno finora. Ci riferiamo alle strutture per ormeggiare le barche presenti a Capolago, davanti a un condominio che si affaccia sul Ceresio. Si tratta di una banchina addossata a un muro di sostegno (che risale al 1978), cinque passerelle perpendicolari, dodici pali paralleli e un pontile in cemento.
Perché ve ne parliamo oggi? La risposta è presto data: nel 2022 il Municipio di Mendrisio ha negato parzialmente la licenza edilizia a posteriori per l’esistenza di queste opere e la decisione ha dato avvio a un contenzioso con la Comunione dei comproprietari che si trascina tuttora. Anche perché le opere censurate dal Municipio sono la maggior parte di quelle esistenti: il prolungamento a est della passerella addossata al muro, la passerella in cemento perpendicolare alla riva ad est e cinque passerelle su pali perpendicolari alla riva.
Contro quella licenza negata era insorta la Comunione dei comproprietari rappresentata dalla precedente amministrazione del condominio, ma il Consiglio di Stato (nel luglio 2023) aveva dichiarato irricevibile il ricorso, per «carenza di legittimazione attiva» a ricorrere. L’amministrazione poteva rappresentare i comproprietari?
A spiegarlo e ricordarlo è il Tribunale cantonale amministrativo (TRAM), a cui si è rivolta la Comunione dei proprietari inoltrando ricorso contro la decisione del Governo (per chiedere che gli atti tornassero allo stesso Consiglio di Stato affinché si esprima sul merito). Il suo giudizio precedente si era infatti limitato alla forma del gravame, sentenziando che «se l’amministratrice avesse ricevuto il mandato di agire, avrebbe dovuto darne prova, ritenuto che non sussisterebbe alcuna presunzione che l’assemblea dei condomini fosse d’accordo di ricorrere contro il diniego parziale di licenza».
Palla (ancora) al Governo
Un ricorso e una sentenza dopo, la vicenda si trova allo stesso punto. Anzi, è retrocessa di una casella. Sì perché il TRAM ha concluso che la legittimazione a rappresentare la Comunione dei proprietari l’amministrazione ce l’aveva. Il ricorso torna quindi sul tavolo del Governo. Il reclamo è stato inoltrato «a nome della Comunione dei comproprietari, tramite l’amministrazione condominiale – scrive il TRAM –, che non aveva pacificamente ancora raccolta l’autorizzazione della Comunione dei proprietari. Il legale ha nondimeno prodotto l’estratto del verbale dell’assemblea dei condomini del 12 aprile 2023, che ha deliberato, con 23 voti favorevoli e 13 contrari, di autorizzare l’amministrazione a rappresentarla in questa sede».