Mobilità

Trasporti pubblici tra crescita e timori

L’Unione dei trasporti pubblici e turistici ticinese sottolinea l’ottimo periodo attraversato dal settore – Il presidente Alex Malinverno esprime timori sul nuovo orario – Il DT: «Si tratta di ottimizzare la spesa pubblica»
©Chiara Zocchetti
Giona Carcano
07.06.2024 19:57

In Ticino, il trasporto pubblico sta vivendo un’epoca molto positiva. Con l’apertura della galleria di base del Monte Ceneri e il successivo potenziamento delle linee regionali, il servizio è diventato finalmente capillare e funzionale alle esigenze dell’utenza sull’intero territorio cantonale. I passeggeri, raccontano i dati di questi ultimi anni, hanno premiato questi sforzi: l’aumento, in termini di «consumo», è infatti costante. Qualche numero: nel 2023 si è assistito a un aumento dei viaggiatori del 12%, per un totale di 60 milioni di utenti. Un trend in crescita confermato anche nei primi quattro mesi di quest’anno, con un confortante +5%. Senza dimenticare che a inizio settimana il Governo ha proposto al Parlamento un credito quadro per il quadriennio 2025-2028 pari a oltre 460 milioni di franchi. Un credito che fa il paio con quello messo in campo dalla politica nel 2020.

Salteranno posti di lavoro?

Tutto bene, quindi? Non proprio. Se da un lato l’Unione dei trasporti pubblici e turistici ticinese (UTPT) non può che esprimere soddisfazione sia per l’utilizzo dei mezzi pubblici, sia per i milioni messi in campo, dall’altro destano preoccupazione i tagli a diverse linee di trasporto su gomma contenuti nell’orario 2025, che entrerà in vigore il 15 dicembre. Le novità, rese note a fine maggio, toccano quelle linee che «a tre anni dal potenziamento risultano poco utilizzate, tipicamente nelle fasce orarie marginali o la domenica mattina», scrive il Dipartimento del territorio nella premessa del progetto d’orario. L’UTPT, però, non ci sta e – oltre ad aver risposto «picche» ad alcuni punti della consultazione – critica pubblicamente tali scelte. «Alcune ottimizzazioni sono giustificate da un utilizzo scarso», riconosce Alex Malinverno, il presidente, al termine dell’assemblea ad Airolo. Tuttavia, «altre soppressioni di offerta sono molto invasive e riducono significativamente il servizio per gli utenti». In particolare, a infastidire l’associazione mantello è la cancellazione della linea 518 del Mendrisiotto (Morbio Inferiore-Balerna-Novazzano-Ligornetto-Stabio). Su questa tratta si è espressa con un’interpellanza la politica di Mendrisio (vedi pagina 11), mentre in Governo è arrivato un atto parlamentare interpartitico che chiede chiarezza sulle soppressioni. A preoccupare Malinverno sono però anche i posti di lavoro che andrebbero persi. «Riteniamo positivi gli investimenti fatti sul trasporto pubblico, ma ciò non significa che si debba andare a ridurre in maniera così pesante», dice. «Verranno ridotte prestazioni apprezzate dall’utenza, penso soprattutto alla 518. Ricordo inoltre che quando è stato effettuato il potenziamento le aziende di trasporto regionali hanno acquistato veicoli e assunto parecchio personale, come 250 autisti in più». Con questi tagli, spiega ancora Malinverno, si rischia di fare un passo indietro. «E perdere circa 20 mila ore di lavoro, che corrispondono a circa 10-12 posti di lavoro qualificati a tempo pieno». Per cercare di bloccare i tagli, l’UTPT, alcuni Comuni e associazioni hanno inviato delle osservazioni al Dipartimento. «Come UTPT chiediamo al Cantone di rivedere questi tagli», riassume il presidente. «Credo ci sia margine di discussione, anche perché non credo che le autorità cantonali abbiano tenuto in considerazione che si sarebbero persi così tanti posti di lavoro», chiosa Malinverno. «Evitare licenziamenti agendo nelle singole aziende, riducendo il tempo di lavoro o puntando sulle fluttuazioni è possibile, ma non quando si agisce così pesantemente». E il DT? Da noi contattato, il Dipartimento del territorio premette che «si tratta di un’ottimizzazione della spesa pubblica». In tempi, va ricordato, non facili per le casse dello Stato. «Ci esprimeremo una volta conclusa la consultazione, anche perché di mezzo c’è un’interpellanza parlamentare».

Manca manodopera

Lasciando il settore del trasporto pubblico, anche quello legato al turismo dà segnali di miglioramento. Come sottolineato ancora al termine dell’assemblea, nel 2023 è stato registrato un aumento dei passeggeri pari allo 0,15% (1,5 milioni di passeggeri trasportati). Un dato giudicato in maniera positiva, anche se la primavera piovosa di quest’anno lascerà degli strascichi. Secondo i numeri inviati dalle aziende, il totale cumulativo fa registrare un calo del 25% circa rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. «Un altro fattore che incide negativamente è il turismo di giornata, ancora debole a causa dell’incidente avvenuto nella galleria di base del San Gottardo», spiega Malinverno.

Per quanto riguarda gli impianti di risalita, invece, l’UTPT rileva come «molte aziende associate sono alle prese con importanti investimenti per il rinnovo degli impianti». Citati in particolare la funicolare del San Salvatore (5 milioni per le nuove vetture presentate in marzo), il rinnovo della funivia del Monte Tamaro (20 milioni l’investimento previsto) e l’impianto fotovoltaico che sorgerà a Cardada. «Questi progetti sono finanziati interamente dalle stesse società, segno di una solida base finanziaria», sottolinea l’UTPT in una nota. Il settore lamenta tuttavia una carenza, giudicata grave, di personale qualificati (tecnici, operai di impianti). L’associazione mantello, in collaborazione con il Cantone, sta quindi correndo ai ripari. In questo senso, è stato promosso l’apprendistato di meccatronico di impianti di trasporto a fune, una formazione possibile da quest’anno anche in Ticino.

In conclusione, tornando al settore del trasporto pubblico, la sfida del futuro è legata all’elettrificazione. «Stiamo lavorando alla transazione già da qualche anno», ricorda Malinverno. «Si tratta di progetti complessi. Per mettere un bus elettrico su una linea, bisogna fare diverse analisi. Qual è la durata della batteria in servizio, ad esempio, oppure come e dove caricarla. Un processo complesso, che coinvolge anche le aziende elettriche ticinesi, ma il sistema è pronto. Lo dimostrano AutoPostale, TPL, FART e AMSA, le quali hanno annunciato la volontà di introdurre diversi bus elettrici».

TicinoPass pronto a partire a inizio 2025

Il progetto dell’abbonamento unico per le destinazioni sciistiche sta per concretizzarsi. La nuova entità (TicinoPass Sagl) ha infatti dato inizio allo sviluppo di «un centro di competenze cantonale per offerte integrate a supporto del turismo cantonale», spiega l’UTPC in un comunicato. Da poco è stato assunto il direttore, mentre si sta completando la fase iniziale di messa in rete con degli investimenti nell’infrastruttura, nella tecnologia e nel personale. I primi prodotti saranno disponibili all’inizio del 2025 e includeranno offerte per gli amanti degli sport invernali ma anche attività per l’estate (camminate, bicicletta, esperienze gastro-turistiche, SPA, sport d’azione). Il progetto, lo ricordiamo, nasce sulle ceneri di «Inverno in tasca» e sulla spinta del credito cantonale approvato dal Parlamento nel 2021 per la manutenzione ordinaria degli impianti. L’obiettivo finale del TicinoPass, spiegano i promotori, è allinearsi a tutti gli attori turistici, e a Ticino Ticket, per avere potenzialmente una carta unica nel settore del trasporto a fune.