«Truffa dei garage», ancora c’è chi ci casca

Sono passati 6 anni da quando, nel mondo dei garage, fu scoperchiato il proverbiale Vaso di Pandora. Nel dicembre del 2016, infatti, i «blitz» della Polizia giudiziaria effettuati in alcuni garage del Luganese e, soprattutto, del Mendrisiotto, permisero di portare alla luce la cosiddetta «truffa dei garage». Sinistri inventati, incidenti creati appositamente dentro le mura delle officine (in alcuni casi con la compiacenza dei clienti), contratti di leasing troppo facilitati per esempio. E un’inchiesta, coordinata dal procuratore pubblico Andrea Maria Balerna, che (ancora oggi) ha a che fare con centinaia, se non migliaia di casi. Alcune delle persone coinvolte, nel frattempo, hanno già fatto i conti con la giustizia. Più di un’ottantina le persone raggiunte da decreti d’accusa, oltre a diversi responsabili (non ancora tutti, vista la grandezza dell’inchiesta) già comparsi (e condannati) in tribunale. Ecco, quanto avvenuto a partire dal dicembre 2016 sembra non aver intimorito abbastanza. La lezione non è stata recepita da tutti. Ne è la prova la recente operazione di polizia avvenuta in un’officina situata in via Resiga a Novazzano. Il mese scorso, infatti, diverse pattuglie si sono recate nel garage citato e hanno trovato elementi che lasciano pensare all’ennesima truffa dei garage. Vale, come di consueto, la presunzione di innocenza, ma stando alle informazioni in nostro possesso il Ministero pubblico sta vagliando la posizione di alcune persone. Alla base, come detto, ci sarebbe ancora il raggiro delle assicurazioni. La Procura, da noi interpellata, ci ha risposto che «per ragioni anche istruttorie», non è possibile al momento rilasciare informazioni. Dunque, l’inchiesta prosegue al fine di individuare le varie responsabilità e ricostruire i singoli casi.
Più inchieste, più filoni
Come detto, per il Mendrisiotto si tratta di un déjà-vu. A partire dal dicembre 2016 gli inquirenti hanno indagato su due garage del Luganese. Poi si è presto arrivati nel Mendrisiotto: gli agenti hanno infatti perquisito un garage a Capolago, uno a Mendrisio e una carrozzeria a Riva San Vitale. La carrozzeria, da allora, è rimasta chiusa. I due garage invece hanno cambiato proprietà e sono nuovamente attivi, anche nella vendita di auto. Ma i casi non sono finiti qui. Nel gennaio del 2018 e poi, anche nello stesso mese del 2020, gli inquirenti hanno perquisito (ed effettuato arresti) in altre due concessionarie di Mendrisio. Tanti casi che, a quanto pare, hanno portato pochi insegnamenti.