Tutti i mal di pancia del corpo di polizia di Locarno

È un malessere diffuso, un fastidioso mal di pancia quello che attanaglia da qualche tempo il corpo della Polizia comunale Regione VI di Locarno. A denti stretti, tra agenti ed ex agenti che abbiamo interpellato, c’è chi parla di mobbing, favoritismi, blocco delle promozioni e in generale mancanza di dialogo tra il comandante, il capodicastero e la base. Inoltre il figlio del comandante lavora in polizia e questo aggiunge un po’ di tensione nello stabile di via Morettina.
Il «bubbone» è scoppiato dopo un’interrogazione di Simone Beltrame (PPD) e Simone Merlini (PLR), sottoscritta da una ventina di consiglieri comunali, nella quale si sottolineava appunto l’anomala «fuga di agenti» tra pensionamenti anticipati, partecipazioni degli agenti locarnesi a concorsi per la Cantonale o in altri Comuni, piuttosto che vere e proprie dimissioni in massa. Una dozzina di partenze in pochi mesi, si segnalava nell’interrogazione che sollecitava appunto il Municipio a fare chiarezza sullo stato di salute del corpo di polizia. Ma nelle ultime settimane si sono aggiunte altre dimissioni anche eccellenti e ad oggi, secondo nostre informazioni, sarebbero proprio una dozzina gli agenti ad aver lasciato il posto in pochi mesi sui 60 che costituiscono l’organico della Polizia comunale di Locarno.
Otto partenti
Il capodicastero Sicurezza Pierluigi Zanchi, rispondendo a mezzo stampa all’interrogazione - e in questo suo agire «personalizzato» facendo storcere il naso a qualche collega di Municipio e ai firmatari dell’atto consiliare - ha precisato i contorni e minimizzato il presunto «fuggi fuggi» dalla polizia cittadina: «A quanto mi risulta i partenti negli ultimi quattro mesi e nei prossimi quattro mesi sono otto, di cui la metà per pensionamento e gli altri per motivi personali e comprensibili, comunque non legati all’ambiente di lavoro che tutto sommato mi sembra buono», ha dichiarato.
Normale ricambio
Anche al CdT il capodicastero ribadisce le cifre dei partenti di cui sopra e che i rapporti interpersonali tra gli agenti ed il comandante nel corpo della Polcomunale, Dimitri Bossalini, sono più che soddisfacenti, nonostante proprio recentemente si sia registrato un altro addio di un certo peso, quello di un tenente di lungo corso che occupava un ruolo di primo piano nello Stato maggiore.
Quello che più preoccupa tutto l’Esecutivo è che il buon ambiente di lavoro descritto da Zanchi non troverebbe riscontri nella realtà «diagnostica» dei fatti. Anzi, il mal di pancia si sta acutizzando, nonostante il capodicastero, confrontandosi costantemente con il comandante Bossalini, continui a gettare acqua sul fuoco. «Sono stati due anni, quelli pandemici, che hanno lasciato qualche strascico in chi, come gli agenti di polizia, non potevano starsene chiusi in casa a lavorare con il computer. In più all’interno del corpo di Locarno c’è un certo ricambio generazionale con tutto ciò che comporta il confronto tra nuovi elementi e agenti esperti. Comunque insieme al comandante stiamo lavorando ad una revisione dell’organigramma», spiega al CdT.
A rapporto in Municipio
Il Municipio ha comunque intenzione di radiografare e verificare a fondo lo stato di salute del proprio servizio di pubblica sicurezza. La prossima settimana, secondo nostre informazioni, confermate dal capodicastero Zanchi, il comandante Bossalini è stato convocato a Palazzo Marcacci per un’audizione; anche il tenente dimissionario sarà ascoltato dal Municipio che vorrà chiarire con lui i motivi di una partenza così improvvisa dopo anni di onorato e apprezzato servizio. Sempre secondo nostre autorevoli fonti, l’Esecutivo locarnese dovrà probabilmente affrontare un’altra spinosa questione interna che riguarderebbe il comportamento di un agente e che potrebbe sfociare in un’inchiesta amministrativa.