Ufficio tecnico ai titoli di coda: luce verde alla nuova sede
È una luce verde che si è accesa più facilmente di quanto si potesse pensare quella che ha illuminato questa sera l’Ufficio tecnico di Chiasso (UTC). Una luce che porterà alla demolizione della sede attuale - definita inadeguata per molti aspetti da un po’ tutti i partiti - e all’edificazione di un nuovo edificio.
Il Consiglio comunale della cittadina di confine ha accolto all’unanimità il credito da 5.245.000 franchi per la concretizzazione del progetto, malgrado le perplessità espresse alla vigilia (per l’onerosità dell’investimento) e parzialmente anche questa sera in sala. I dubbi verbalizzati in aula si sono concentrati soprattutto su questioni progettuali e di visione. Amedeo Mapelli (Il Centro), dopo aver ricordato che «l’intervento non può più essere procrastinato, lo stabile non è nemmeno accessibile ai disabili», si è soffermato sulla questione aggregativa: «Forse era meglio attendere qualche anno per vedere come si sviluppa il discorso aggregativo e valutare le necessità a livello intercomunale, per esempio dei magazzini. Ma il tema aggregativo avanza in modo lento e quindi sciolgo le mie riserve». L’assenza del rinnovo dei magazzini comunali nel progetto «Carapace» - questo il nome del disegno vincitore - è stata citata anche da Stefano Tonini (Lega): «Mi sarei aspettato un progetto più ampio, da fare in più tappe e che coinvolgesse tutti i collaboratori, ma da qualche parte bisogna pur iniziare». Gli stabili attuali «mostrano gli inevitabili segni del tempo, una situazione precaria al limite dell’increscioso con riferimento particolare alle condizioni igieniche», ha invece sottolineato il vicepresidente della Commissione della gestione Omar Trapletti (US-I Verdi). Il progetto, lo ricordiamo, prevede la demolizione dell’attuale sede dell’UTC di via Cattaneo e l’edificazione di un nuovo edificio nella stessa area. Durante i lavori, a titolo provvisorio si prevede di trasferire la sede amministrativa nel centro urbano, in uno spazio privato.
Con i piedi nell’acqua?
È stata invece meno scontata l’approvazione del messaggio per la riqualificazione paesaggistica e naturalistica del torrente Faloppia, per avvicinare i chiassesi all’acqua, e viceversa. Un disegno che il Municipio caldeggia, e che finora è stato messo nero su bianco solo in uno studio di fattibilità. Il credito di 300.000 franchi votato questa sera mirava alla progettazione dettagliata. Ma, come detto, non tutti vedono di buon grado la possibilità di avvicinare i chiassesi all’acqua, e viceversa. Diviso ad esempio il gruppo US-I Verdi. «Sono contrario agli interventi nel comparto urbano, è un progetto balordo», ha detto senza mezzi termini Marco Ferrazzini. «Il disegno è interessante ma ci sono diverse criticità, non è chiaro quanto i contenuti dello studio di fattibilità siano vincolanti», ha invece sottolineato Denise Maranesi. Dal canto suo Luca Bacciarini (PLR), pur ammettendo perplessità, ha spiegato che «solo approfondendo con e facendo la progettazione potremmo scioglierli». Determinante, per chi ha sostenuto il messaggio, anche il fatto di poter accedere a sussidi federali e cantonali rilevanti. Sussidi che rendono però necessario muoversi in fretta, come ha ribadito anche il municipale Davide Lurati. Il messaggio è stato accolto con 24 sì, 4 no e 10 astensioni (tra cui quelle del gruppo Lega).
Questioni calcistiche
L’ordine del giorno era ricco, ne riferiremo anche nell’edizione di domani. Tra gli ultimi punti trattati c’è stato quello riguardante la vertenza tra il Municipio e l’FC Chiasso. Al Consiglio comunale si chiedeva l’autorizzazione per restare in lite con il club rossoblù, che deve al Comune quasi 123.000 franchi. Al club l’Esecutivo ha inviato un precetto esecutivo ma il sodalizio calcistico ha fatto opposizione. Il messaggio è stato accolto all’unanimità, ma i presenti hanno voluto alcune spiegazioni dal Municipio. «L’Esecutivo doveva intervenire in modo energico e risolutivo molto prima», ha ade esempio evidenziato Otto Stephani (US-I Verdi). «Le vicissitudini dell’FC Chiasso erano note, ma nessuno ha avuto finora il coraggio civico di dirlo», ha detto Gianandrea Mazzoleni (Lega). «Sempre si cerca una soluzione concordata prima di mandare un precetto esecutivo, anche con i privati», ha voluto puntualizzare il sindaco Bruno Arrigoni.