Un anno di festa per il PalaCongressi
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«Un cardine del turismo luganese e ticinese». Titolò così il collega che, a inizio dicembre 1975, diede conto della cerimonia d’inaugurazione del Palazzo dei Congressi di Lugano. Si sbilanciò, ma probabilmente - possiamo dire cinquant’anni dopo - ha avuto ragione. Un indizio: la Città in un comunicato diffuso ieri scrive che «il Palazzo ha ospitato in mezzo secolo decine di migliaia di eventi, contribuendo alla crescita del turismo d’affari e al prestigio internazionale della Città di Lugano». Un altro: il settore è giudicato ancora oggi talmente interessante che la Città ormai da anni vorrebbe dotarsi di un nuovo polo congressuale al Campo Marzio. Insomma, mezzo secolo passato abbastanza bene. Tanto che proprio la Città, per festeggiare la ricorrenza, ha annunciato quello che sostanzialmente sarà un anno di feste, con diversi appuntamenti e iniziative.
Tutte le iniziative
Queste possono essere divise in due macro categorie: quella atta a riscoprire il PalaCongressi e quella atta a promuoverlo. Partendo da quest’ultima, Lugano Convention & Exhibition («il marchio della Divisione eventi e congressi che si occupa di gestire e promuovere le principali strutture cittadine per eventi e congressi») lancia un’iniziativa che definisce «una prima a livello cantonale». Si tratta in sostanza di identificare «figure locali autorevoli e influenti nei loro ambiti professionali» a cui sarà dato il compito, coadiuvati dalla Città stessa e da professionisti del settore, di procacciare a Lugano nuovi congressi. «Grazie all’Ambassador Program (così viene chiamato, ndr.) la destinazione migliorerà la sua attrattività e le probabilità di aggiudicarsi nuovi congressi anche in previsione del nuovo polo turistico-congressuale. Contemporaneamente il programma valorizzerà il prestigio professionale degli Ambassador e del loro lavoro a livello nazionale ed internazionale». L’iniziativa sarà lanciata a marzo con un evento.
Nella macro categoria della riscoperta del PalaCongressi, invece, ricadono idee più classiche, ma non per questo di minore interesse. È in particolare prevista la pubblicazione di un libro dedicato, nonché un’esposizione storica che racconterà la trasformazione dell’area, dal castello sforzesco demolito nel 1517 alla struttura congressuale attuale, passando per la villa Beroldingen poi Ciani con le sue scuderie, la celebre fiera del bestiame, le casermette dei pompieri e il Kursaal. Essa sarà liberamente visitabile da giugno a dicembre in piazza Castello. Da lì partiranno anche visite guidate gratuite di Palazzo dei Congressi, previste per l’estate in collaborazione con GuideSì e LuganoRegion.
Le parole di allora
In attesa di vivere quanto annunciato, chiudiamo queste righe con un pezzo del discorso pronunciato dall’allora sindaco di Lugano Ferruccio Pelli cinquant’anni fa, all’inaugurazione del PalaCongressi, per capire l’humus politico-sociale da cui scaturì quella decisione: «Il palazzo dei congressi è cosa fatta; in genere piace, anche se le casermette non ci sono più. Se si vuol guardare avanti, non si può troppo rimpiangere il passato: è giusto difendere le vestigia dei tempi trascorsi ma solo fino a quando non intralciano l’avvenire. Una città che piange la scomparsa del verde che un tempo separava il borgo dalle frazioni, senza rallegrarsi delle opere che nel frattempo son sorte, è una città senza vita. Chi critica le nuove opere perché mettono in ombra il passato, chi condanna l’architettura moderna di questo palazzo soltanto perché dissimile a quella di cento o duecento anni fa, non sa vivere col tempo».