«Un atto dovuto dopo aver rovinato la qualità di vita»
Chiamatelo orgoglio carassese e galbisiese. Non è campanilismo, no. Tutt’altro. È piuttosto un urlo soffocato da decenni, troppo tempo, che ora sta uscendo metaforicamente dalla gola perché si è balenata una possibilità. Una speranza. Quanto affermato dal sindaco di Bellinzona Mario Branda durante la recente assemblea del Partito socialista - il tema della copertura dell’A2 (come vi abbiamo riferito nelle edizioni del CdT del 1. e del 3 giugno), rilanciato dopo oltre tre anni di silenzio - non ha lasciato indifferenti gli abitanti delle due frazioni situate sulla sponda destra del fiume Ticino. Un territorio segnato profondamente, senza dubbio più di altri, dalla costruzione dell’A2 negli anni Sessanta. E per quello oltremodo sensibile all’argomento. Non sorprendono, dunque, le telefonate e le e-mail entusiastiche giunte negli scorsi giorni alla redazione. A questo proposito ricordiamo a chi volesse scriverci che può ancora farlo. Come? Basta inviare un messaggio di posta elettronica all’indirizzo [email protected].
L’inquinamento ed il rumore
«L’idea di ‘ricucire’ la capitale coprendo o, ancora meglio, deviando l’autostrada nella galleria Gnosca-Sementina, mi sembra eccellente. Direi, anzi, che è il minimo dovuto ai carassesi, ai quali da decenni è stata rovinata la qualità di vita con l’inquinamento fonico (non certo completamente eliminato dalla barriera di protezione) e atmosferico, senza contare la soppressione di terreni, le demolizioni di case, gli allargamenti insensati di strade e la deturpazione del paesaggio», ci dice una signora. Le fa eco un uomo, secondo il quale «Carasso e Galbisio hanno dato tantissimo in passato a livello di infrastrutture stradali. Non bisogna infatti limitarsi all’A2, ma anche citare la cantonale, scelta ogni giorno da numerosi automobilisti quale scorciatoia. Qualcosa è stato fatto, ma non è sufficiente. L’idea del sindaco è condivisibile e va sostenuta».
La terrazza naturale
A Galbisio il Programma d’azione comunale prevede la realizzazione della cosiddetta «terrazza» con la parziale copertura dell’autostrada. Una delle misure contemplate dal documento strategico preconizza l’elaborazione di un progetto paesaggistico, favorendo nel contempo l’accesso alle aree golenali. Ricordiamo che, quotidianamente, l’A2 a Bellinzona è percorsa da oltre 50.000 veicoli. «I problemi da risolvere sono due: l’inquinamento dell’aria e il rumore. Il primo non si risolve con la copertura», mentre per quanto riguarda il secondo la soluzione ci sarebbe, per la nostra interlocutrice, ossia ridurre subito il limite di velocità ad 80 all’ora: «Per non parlare dei camion che sfrecciano a volte prima delle 5, con il motore che fa un rumore simile a un fischio continuo...».
Un grande parco
«Dovessimo progettare un’autostrada oggi nessuno si sognerebbe di costruirla dov’è attualmente. La copertura o spostamento è un progetto che la Città, in collaborazione con Cantone e Confederazione, dovrà prima o poi portare avanti. Tanto vale iniziare subito», esordisce un cittadino. Certo, dice, i costi sono elevati (si parla come minimo di un miliardo di franchi), «ma in parte si può vedere come un investimento. Gli spazi attualmente occupati dall’A2 potrebbero essere sfruttati a scopo turistico (un vero parco del Ticino da Moleno a Tenero, senza autostrada, attirerebbe parecchi turisti). Senza dimenticare, infine, il fatto che gli immobili aumenterebbero di valore».
Uno spazio verde di qualità ventilato pure da un’altra abitante. Per lei il progetto della copertura («sicuramente costoso e ambizioso, ma anche lungimirante», rileva) dovrebbe procedere di pari passo con quello della rinaturazione del fiume Ticino. Favorendo in questo modo le zone verdi e «(ri)creando dei corridoi di migrazione per le specie animali. Interrare l’autostrada gioverebbe altresì non solo a livello visivo, ma anche uditivo».